La parola olismo appare ogni tanto nei discorsi e negli articoli in cui si parla di reti e sistemi complessi; ma non tanto spesso quanto ci si potrebbe aspettare. Perché? Il motivo lo si può individuare nel fatto che questa parola non ha solo un preciso connotato tecnico-scientifico, come tutte le parole chiave che abbiamo visto in questa rubrica, ma anche un suo particolare uso spregiativo: da anni infatti in medicina e sanità parlare di olismo significa bollare di atteggiamento anti-scientifico la pratica sottesa, sia essa riferita a medicine orientali o (cosiddette) alternative. È andato così crescendo in tutto il mondo scientifico una sorta di pudore – o per lo meno di resistenza – nell’usare questo termine, che si porta appresso in maniera più o meno velata questa sua connotazione di approssimazione, di pseudo-scientificità.
Bene, visto che è piena estate e che molti di noi sono in vacanza e si dedicano a letture leggere e divertenti, vogliamo proporre questa volta non una risposta e una analisi rigorosa della domanda proposta, ma una serie di suggestioni divertenti, libere da schemi precostituiti, cavalcando anche in maniera auto-ironica la lettura non scientifica, addirittura new-age, della parola olismo.
La domanda
Olismo: che significa? Accenniamo qui ora solo ai motivi per cui ci dovrebbe interessare saperlo.
Nel contesto di questa rubrica dedicata agli scenari complessi, lo si intuisce facilmente: olistico è l’approccio che ci viene richiesto quando ci avviciniamo allo studio di sistemi composti da molti elementi intrecciati tra di loro con legami e relazioni non lineari: qualunque sistema complesso ha infatti un carattere olistico.
Nel contesto più ampio di questa testata, dedicata ai problemi e alle opportunità dell’agenda digitale, il riferimento è meno diretto ma non meno pregnante: non ci si può occupare di uno qualunque degli aspetti e delle implicazioni della diffusione della banda larga e della realizzazione dell’agenda digitale senza tenere sempre ben presente che si entra così in un territorio in cui vigono rapporti e relazioni tra le cose e le persone che non possono non essere affrontate in maniera sistemica, complessa, reticolare: in una parola, in maniera olistica.
E dunque abbiamo il diritto/dovere di chiedercelo: che significa olismo?
La risposta
Per chi vuole affrontare il tema in maniera rigorosa nonostante il fatto che siamo in piena estate, trascriviamo qui di seguito la sintetica ma efficace definizione della Treccani (voce tratta da Enciclopedie on line, www.treccani.it/enciclopedia/olismo ).
olismo – Tesi secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto. Questo principio generale è stato variamente articolato in diverse discipline. Nel campo delle scienze umane si parla di olismo a proposito di quelle concezioni secondo cui oggetto delle scienze sociali sarebbero non gli individui e le loro azioni e preferenze, ma le strutture di cui gli individui farebbero parte e alle cui azioni esse non sarebbero riducibili. Tali concezioni sono criticate, nel campo delle scienze umane, dall’individualismo metodologico.
In epistemologia s’intende con olismo la tesi secondo la quale un’ipotesi scientifica non ha un proprio circoscritto ambito di conseguenze empiriche tramite cui possa essere sottoposta a controllo, essendo ogni ipotesi connessa direttamente o indirettamente a porzioni più o meno vaste della teoria cui appartiene, se non addirittura ad altre teorie, dal che segue che il controllo empirico riguarda la teoria nella sua globalità. Questa tesi (nota anche come tesi di Duhem-Quine) doveva minare le basi del neopositivismo e dare nuovo impulso, entro la filosofia analitica, al dibattito sul significato: in filosofia del linguaggio si parla infatti di olismo a proposito di quelle teorie secondo le quali non è possibile determinare il significato di un enunciato isolatamente considerato, dipendendo esso dalle connessioni che l’enunciato intrattiene con il resto del linguaggio.
Per tutti gli altri, che hanno voglia di staccare e di perdersi in letture divertenti e fantasiose, rispondiamo invece con questa proposta insolita: uno dei romanzi di quel Douglas Adams (1952-2001) noto come l’autore della famosa Guida galattica per autostoppisti che ha venduto una decina di milioni di copie nel mondo. Il titolo del romanzo in italiano è “Dirk Gently, agenzia investigativa olistica”; la sua traduzione è stata riproposta di recente da Mondadori, che lo distribuisce nella collana della Piccola Biblioteca Oscar. Il titolo originale era “Dirk Gently’s Holistic Detective Agency”. Data di uscita, il 1987, quando ancora pochissimi e isolati gruppi di scienziati avevano cominciato a rileggere le loro discipline applicando un atteggiamento olistico.
Perché abbiamo scelto questo libro
La scelta del libro, come abbiamo detto, è stata dettata dal desiderio di proporre una lettura leggera, adatta all’estate. Per cui ci siamo rivolti a questo romanzo: un romanzo molto speciale. Intanto per la fama dell’autore, quel Douglas Adams che in molti ambienti è addirittura idolatrato, per la capacità tutta sua di giocare con il surreale e il paradossale. E poi per il fatto – qui certo non trascurabile – che il questo specifico libro Adams fa affiorare qua e là perle di saggezza e suggestioni che tirano in ballo concetti che ci interessano particolarmente: oltre all’olismo, che marchia a fuoco anche il titolo, anche cose come l’intelligenza artificiale e le capacità del computer necessarie per affrontare il tema; o come il concetto di frattale, applicato ed estrapolato nel mondo delle applicazioni artistiche e musicali; con i corollari che portano l’autore a parlare di complessità, caos apparente, salti quantici e di una visione quasi profetica riguardo la datafication. Il tutto scritto quasi trent’anni fa, nel lontano 1987, quando –come abbiamo già detto – solo pochissimi studiosi e scienziati avevano idea che si potesse parlare di questi temi oggi così familiari.
Il sommario
Ecco come la casa editrice presenta il libro nella quarta di copertina:
“La letteratura britannica ha offerto al mondo una gloriosa tradizione di Grandi Investigatori. E tra questi Dirk Gently certamente… non c’è! Titolare dell’agenzia di investigazione olistica che porta il suo nome, è perennemente al verde, nonché fermamente convinto dell’esistenza di una “fondamentale interconnessione di tutte le cose”. La sua specialità sono i casi di gatti scomparsi. Sta proprio inseguendo le tracce di un felino quando incontra un vecchio amico del college, Richard MacDuff, sospettato dell’omicidio del fratello della sua fidanzata, nonché suo capo. Dirk decide di aiutarlo a dimostrare la propria innocenza, e finisce così per essere trascinato in un’avventura surreale e divertentissima, i cui protagonisti sono un divano irrimediabilmente incastrato sulle scale, un Monaco Elettrico difettoso, il poeta Samuel Taylor Coleridge e una macchina del tempo… La sua missione? Una bazzecola, deve solo salvare l’umanità dall’estinzione.”
Perle e citazioni
Che cos’è l’olismo?
Ci sono diversi passaggi nel libro di Adams in cui l’investigatore Dirk Gently, protagonista del romanzo insieme al suo ex compagno di college Richard MacDuff , si arrampica sugli specchi per spiegare alle sue anziane clienti come funziona quella sua impostazione olistica del lavoro investigativo per cui, essendo tutto connesso, anche una vacanza in isole esotiche come le Bermuda o le Bahamas gli deve essere pagata, dato che fa parte delle sue indagini complesse e reticolari.
Il contesto è fantasioso, paradossale e divertente, ma coglie il cuore del senso profondo del concetto di olismo, in bilico tra scienza e suggestione new-age, tra rigore e cialtroneria.
Nel brano qui di seguito Douglas Adams racconta l’arrivo di Richard nell’ufficio dell’agenzia di Dirk, mentre quest’ultimo sta parlando al telefono con una sua cliente:
“Bussò alla porta interna, ma non ricevette risposta.
La voce continuò invece: «Sono molto lieto che lei me lo chieda, signora Rawlinson. Il termine ‘olistica’ si riferisce alla mia convinzione che il punto importante sia la sostanziale connessione di tutte le cose. Io non perdo tempo con bazzecole quali la polvere per le impronte digitali, indizi rivelatori prelevati dalle tasche o sciocche orme di scarpe. Ritengo che la soluzione di ogni problema vada ricercata nel disegno e nello schema globale. Il rapporto fra cause ed effetti, signora Rawlinson, spesso è più sottile e complesso di quanto noi, a una prima e sommaria visione del mondo fisico, saremmo naturalmente portati a supporre.
«Lasci che le faccia un esempio. Se lei va da un agopuntorista con il mal di denti, quello le infila un ago nella coscia. Sa perché, signora Rawlinson?»
«No, nemmeno io, signora Rawlinson, ma scoprirlo è il nostro scopo. È stato un piacere parlare con lei, signora Rawlinson. Arrivederci».
Mentre metteva giù il primo telefono, un altro stava già suonando” (pag.141).
Rubiamo quindi un brano da una ulteriore telefonata di Dirk a un’altra delle sue vecchiette: «Certo, le spiegherò ancora perché il viaggio alla Bahamas fosse così assolutamente indispensabile» disse Dirk Gently in tono rassicurante. «Niente potrebbe farmi più felice. Come lei sa, signora Sauskind, io credo nella sostanziale interconnessione di tutte le cose. Per di più, ho eseguito rilevazioni e triangolazioni vettoriali di questa interconnessione di tutte le cose, risalendo a una spiaggia alle Bermuda che quindi di tanto in tanto nel corso delle mie indagini mi è necessario visitare… » (pag.145).
E quando Richard rimane incastrato in un’assurda accusa di omicidio, è lui stesso a scontrarsi (e poi a confrontarsi) con la visone olistica dell’amico detective:
«Dirk,» esclamò Richard esasperato «vorrei ricordarti che Gordon Way è morto e che a quanto pare io sono sospettato del suo omicidio! Tutto ciò non c’entra nemmeno lontanamente e io …»
«Io invece sono incline a credere che c’entri.»
«Ma è assurdo!»
«Io credo nella sostanziale inter…»
«Ma sì, sì,» disse Richard «la sostanziale interconnessione di tutte le cose. Senti, Dirk, io non sono una vecchia credulona e non mi farò scroccare nessun viaggio alle Bermuda. Se vuoi aiutarmi, allora andiamo al punto.»
Dirk si inalberò. «Io credo che tutte le cose abbiano una sostanziale interconnessione, come chiunque segua i principi della meccanica quantistica fino alle loro estreme conseguenze logiche, se è onesto, non può fare a meno di riconoscere. Ma credo anche che alcune cose siano molto più connesse tra loro di altre. E quando due eventi apparentemente impossibili e una sequela di avvenimenti decisamente singolari capitano tutti alla stessa persona, e la persona all’improvviso viene sospettata di un omicidio decisamente singolare, a questo punto mi sembra che la soluzione vada cercata nella connessione tra questi eventi. La connessione sei tu…» (pag.186).
Non aggiungiamo altro per non togliervi il gusto del racconto, dalle strane premesse iniziali fino alle sue imprevedibili e surreali conseguenze.
E poi frattali, caos, salti quantici e intelligenza artificiale.
Diciamo solo che le vicende portano i protagonisti a incontrare le persone e gli ambienti più strani: tutte occasioni per Douglas Adams di far balenare al lettore l’idea del mare di conseguenze che possono derivare da un approccio olistico. Si arriva così a capire, alla fine, che l’atteggiamento all’apparenza cialtronesco, truffaldino e di piccolo cabotaggio del detective in realtà nasconde una visione che permette di leggere l’universo attraverso il paradigma cognitivo della complessità, con tuffi precocissimi, divertenti e illuminanti, nei mondi dei frattali, dei modelli matematici sperimentabili a computer, tra composizioni di armoniche musicali estratte dal caos e ipotesi di intelligenze artificiali in grado di andare oltre la semantica.
L’autore
Dalla bandella della quarta di copertina: “Douglas Noel Adams (1952-2001) laureato in letteratura inglese, ecologista, ma anche appassionato di scienza e filosofia, si è presto dedicato alla sceneggiatura di serial radiofonici. Nel 1979 ha pubblicato Guida galattica per gli autostoppisti, nato da una serie di enorme successo trasmessa dalla BBC. A questo sono seguiti Ristorante al termine dell’Universo, La vita, l’Universo e tutto quanto, Addio, e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo, tutti legati alle avventure di Arthur Dent e Ford Prefect, surreali e irriverenti viaggiatori delle galassie”
La domanda (e il libro) del prossimo mese
Chiediamo ai lettori di scegliere quale domanda vogliamo porci il mese prossimo. Ecco la lista delle nostre proposte, che può subire su vostra richiesta cambiamenti, aggiunte, eliminazioni:
· qual è la differenza tra complicato e complesso? ci rispondono Gandolfi e Waldrop
· come si gestisce la complessità nelle organizzazioni? ci rispondono Cravera, De Toni, Simoncini e De Simone
· che dire di intelligenza artificiale e singularity? troviamo spunti in Morin, in una raccolta di saggi tratti dalla rivista Le Scienze e nell’ultimo libro di Luca De Biase
· la memetica: di che si tratta? risposte e suggestioni nel libro di Blackmore
· perché chiamiamo “età ibrida” questo periodo? ci rispondono Ayesha e Parag Khanna
· complesso e caotico: quali punti di contatto? ci rispondono Ekeland e Vulpiani
· come affrontare l’imprevisto in un mondo iper-connesso? dal ‘Cigno nero’ di Taleb a un curioso saggio di uno scrittore di gialli, Marco Malvaldi
· che c’entra la biologia con l’organizzazione complessa? ci rispondono Luisi e Capra
· autopoiesi: di che si tratta e perché ci dovrebbe interessare? le risposte in un grande classico di Varela e Maturana
· che c’entra la teoria dei giochi con il mondo complesso e iper-connesso? ci risponde Massarenti con il divertente “Perché pagare le tangenti è razionale ma non conviene”
· che cos’è la legge di potenza e perché è oggi così importante? risponde Barabasi in “Lampi”
· perché solo sei gradi di separazione tra me e Obama? ci risponde Barabasi in “Link”
· quale rapporto c’è tra trasparenza e privacy? troviamo suggestioni in un romanzo di successo: “Il cerchio” di Eggers