Poco più di una trentina di chilometri tra colline, vigneti, castelli e pittoreschi villaggi. È la Wachau, valle formata dal fiume Danubio, situata nella regione della Bassa Austria, a 70 km nord ovest da Vienna.
Dichiarata sito del Patrimonio Culturale UNESCO nel 2000, è una regione ricca dal punto di vista sia culturale che naturale ed è caratterizzata da pendii soleggiati e terrazzamenti sostenuti dai muri in pietra a secco, dove vengono coltivate albicocche e uva, utilizzate per la produzione di vini e liquori tipici [1].
Esempio della valutazione del rischio su muri a secco e terrazzamenti esposti a eventi estremi
Sono stati proprio i terrazzamenti di questa valle l’oggetto di uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che hanno scelto il paesaggio terrazzato della Wachau come sito pilota nell’ambito del Progetto Interreg Central Europe STRENCH dedicato alla salvaguardia del patrimonio culturale nei confronti dei cambiamenti climatici [2].
Valle Wachau, Austria. Ph: L. Canesi
L’importanza dei terrazzamenti
I paesaggi terrazzati risultano essere la testimonianza “di una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura” e sono stati riconosciuti come un elemento importante sia per il loro valore paesaggistico che culturale/storico. Storicamente, la creazione di terrazzamenti è stata considerata il modo più efficiente per consentire l’agricoltura nelle regioni montuose e collinari di tutto il mondo, aumentando così non solo le aree produttive, ma anche la qualità dei paesaggi.
Essi svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione di frane e inondazioni, nella lotta all’erosione e alla desertificazione del territorio, nel miglioramento della biodiversità e nella creazione di condizioni microclimatiche adeguate all’agricoltura.
Recentemente, la ricerca interessata ai terrazzamenti è aumentata, grazie anche all’inclusione nel 2018 dell’ “Arte della muratura a secco, conoscenze e tecniche” nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO promossa da Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera [3].
Metodologie e strumenti utilizzati per la valutazione del rischio
Purtroppo, la valle Wachau è situata in un’area geografica dell’Austria notoriamente soggetta alle conseguenze dannose di eventi climatici estremi, principalmente inondazioni, forti piogge e possibili frane, ed i suoi muri in pietra a secco ne sono a rischio.
Per avere una valutazione completa del rischio (concetto che implica l’esistenza di una o più sorgenti di pericolo e delle possibilità che ne consegua un danno), dopo un’accurata analisi del caso studio, sono state sfruttate le metodologie e gli strumenti sviluppati nell’ambito dei progetti Interreg Central Europe ProteCHt2save e STRENCH [2, 4].
In particolare, è stata utilizzata la piattaforma Risk Mapping Tool for Cultural Heritage Protection, nata con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto alle autorità ed enti pubblici e privati nella salvaguardia e gestione dei beni culturali a rischio in Europa da eventi climatici estremi [5, 6].
Questo strumento permette di visualizzare e scaricare in modo interattivo mappe di pericolosità con risoluzione spaziale di ∼12km, basate su dati forniti da modelli climatici globali e regionali e da servizi satellitari del programma Copernicus (Climate Change Service, C3S) [7]. Prevede l’utilizzo di indici standardizzati, definiti dall’ Expert Team on Climate Change Detection and Indices (ETCCDI) [8], che si riferiscono ad eventi estremi come forti piogge, inondazioni, siccità e riscaldamento estremo.
Inoltre, è possibile indagare due periodi temporali futuri: il vicino futuro (2021-2050) ed il lontano futuro (2071-2100). Nello specifico per le analisi sulla valle Wachau, tra gli indici climatici estremi, sono stati utilizzati quelli relativi agli eventi di precipitazione e alluvione: R20mm (giorni con precipitazioni molto intense), R95pTOT (precipitazioni dovute a giorni estremamente umidi) e Rx5day (quantità massima di precipitazioni su 5 giorni) [9].
La piattaforma fornisce inoltre una metodologia per la valutazione della vulnerabilità a scala locale, che risulta necessaria per avere un’analisi integrale del caso studio. Essa viene interpretata come la combinazione di tre fattori principali: suscettibilità, esposizione e resilienza e viene calcolata sulla base di una accurata identificazione di parametri fisici, strutturali, ambientali, gestionali e socioeconomici del bene in oggetto. Per effettuare tale valutazione ci si può avvalere di un foglio Excel appositamente preparato, contenente domande a risposta multipla e quindi utilizzabile anche da non esperti del settore [10, 11]. Per questa analisi, è stata effettuata una selezione di due località della regione di Wachau dove i muri in pietra a secco sono minacciati da forti piogge e la valutazione della vulnerabilità è stata resa possibile grazie alla consultazione di esperti locali nella costruzione di muri a secco.
Particolare dei muri a secco della Wachau. Ph: L.Canesi
Prospettive poco rassicuranti: misure e strategie da adottare
Nel complesso, le mappe analizzate offrono una chiara tendenza al progressivo aumento degli eventi di precipitazione estremi nel tempo con variazioni più elevate previste per il lontano futuro (2071-2100). I risultati dimostrano il futuro elevato livello di rischio dell’area oggetto di studio verso i pericoli legati alle precipitazioni estreme. In particolare, si prevede che le zone della Wachau saranno soggette a inondazioni sempre più frequenti e di maggiore entità; allo stesso tempo, i terrazzamenti con muri in pietra a secco, posti più in alto, saranno più esposti ad eventi piovosi estremi e conseguenti smottamenti; migliaia di m2 potrebbero essere danneggiati o addirittura crollare.
Per quanto riguarda l’analisi di vulnerabilità, le consultazioni con gli esperti locali hanno messo in evidenza il fatto che, in generale, i muri a secco della valle Wachau sono realizzati con materiale resistente, si trovano in un discreto stato di conservazione e sono in uso continuativo, fattori responsabili di un determinato basso livello di suscettibilità. Diversamente, non sempre vengono fornite ispezioni periodiche e manutenzione regolare e spesso i sistemi di allarme, come l’allerta da parte delle autorità locali, sono assenti. In aggiunta, la politica e la regolamentazione dei casi in analisi presentano alcuni problemi relativi allo status di proprietà. Questi criteri determinano la capacità di un sistema di essere preparato al verificarsi di disastri; in particolare, le politiche dovrebbero essere concepite su misura per la gestione del rischio. Inoltre, le responsabilità tra le parti interessate devono essere chiaramente identificate così come i flussi di comunicazione in uno scenario di emergenza. Parlando di resilienza, le risorse umane ed economiche sono disponibili, ma mancano sistemi di mitigazione (dispositivi di prevenzione dei danni causati dall’acqua come fossati di drenaggio) e di protezione fisica (come barriere per frane), contribuendo all’innalzamento del livello di vulnerabilità. Inoltre, per quanto riguarda la capacità riparativa, sono disponibili e accessibili fondi per il recupero finanziario ma è assente un piano di recupero fisico specifico per i muri in pietra a secco delle aree analizzate.
In definitiva, per superare le criticità segnalate e ottimizzarne la resilienza, andrebbe redatto e mantenuto aggiornato un piano di gestione del rischio nonché predisposti sistemi di mitigazione e protezione fisica.
Gli Autori desiderano ringraziare Anna Maria Kaiser (University for Continuining Education Krems) e Rainer Vogler (Dry Stone Walling, Austria, https://www.unesco.at/en/culture/intangible-cultural-heritage/national-inventory/news-1/article/trockensteinmauern) per il prezioso contributo e supporto nella valutazione della vulnerabilità e nella messa a punto delle misure e strategie da adottare.
Bibliografia
[1] UNESCO. (2000). Wachau Cultural Landscape. https://whc.unesco.org/en/list/970/
[2] https://programme2014-20.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH.html
[3] UNESCO. (2018). Art of dry stone walling, knowledge and techniques. https://ich.unesco.org/en/RL/art-of-dry-stone-walling-knowledge-and-techniques-01393
[4] https://programme2014-20.interreg-central.eu/Content.Node/ProteCHt2save.html
[5] Bonazza, A., Sardella, A., Kaiser, A., Cacciotti, R., De Nuntiis, P., Hanus, C., Maxwell, I., Drdácký, T., & Drdácký, M. (2021). Safeguarding cultural heritage from climate change related hydrometeorological hazards in Central Europe. International Journal of Disaster Risk Reduction, 63, 102455. https://doi.org/10.1016/j.ijdrr.2021.102455
[6] https://www.protecht2save-wgt.eu
[7] https://cds.climate.copernicus.eu/about-c3s
[8] https://www.wcrp-climate.org/etccdi
[9] Sardella, A., Palazzi, E., von Hardenberg, J., Del Grande, C., De Nuntiis, P., Sabbioni, C., & Bonazza, A. (2020). Risk Mapping for the Sustainable Protection of Cultural Heritage in Extreme Changing Environments. Atmosphere, 11(7), 700. https://doi.org/10.3390/atmos11070700
[10] Cacciotti, R., Kaiser, A., Sardella, A., De Nuntiis, P., Drdácký, M., Hanus, C., & Bonazza, A. (2021). Climate change-induced disasters and cultural heritage: Optimizing management strategies in Central Europe. Climate Risk Management, 32, 100301. https://doi.org/10.1016/j.crm.2021.100301
[11] Cacciotti, R.; Drdácký, M.; with the contribution of all partners. STRENCH Project Deliverable 1.2.2 “Definition of a methodology for ranking vulnerability of cultural heritage”. 2020. Available online: https://programme2014-20.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH/CE1665-STRENCH-D.T1.2.2-Vulnerability-ranking.pdf