Anche se al momento si tratta di scenari non proprio di imminente concretizzazione, proviamo a comprendere se, quando e come le nuove frontiere offerte dal metaverso possano aiutare il settore delle risorse umane e quali sono invece i suoi eventuali rischi.
Smart working: come fare buona impressione a un colloquio di lavoro online
Opportunità e difficoltà del metaverso per le risorse umane
Da una nostra recente ricerca, per la quale abbiamo intervistato lavoratori e imprese con cui collaboriamo, sono emerse diverse difficoltà che il mondo del lavoro sta affrontando conseguentemente alla situazione pandemica. Primo fra tutti un forte disagio in merito alla difficoltà di disconnessione dal lavoro da remoto, un diffuso bisogno di formazione innovativa da parte dei lavoratori e infine la difficoltà delle imprese nel formare i nuovi assunti senza però dover imporre una presenza fisica ai più esperti.
Se da un lato lo smart working ha infatti incentivato la flessibilità lavorativa, dall’altro ha reso più impersonali e “bidimensionali” gli incontri e i rapporti interpersonali. È possibile quindi che il metaverso possa rappresentare una soluzione a queste nuove esigenze? La sua tecnologia, essendo in grado di creare situazioni realistiche e tridimensionali in cui muoversi e interagire, potrebbe creare una maggiore umanità; tuttavia, è importante sottolineare che l’utilizzo non ponderato di strumenti che portano le relazioni nel metaverso, rischia di renderle ancora più impersonali.
Andiamo quindi verso un “nuovo smart working”? Sì, ma non solo: stiamo sperimentando al nostro interno le potenzialità del metaverso principalmente nelle attività di onboarding e di formazione. Pensiamo che investire tempo e risorse in sperimentazioni di questo tipo sia fondamentale per restare aggiornati sul fronte dell’innovazione.
Nel corso dei nostri esperimenti stiamo delineando quindi pregi e difetti di questa nuova frontiera, cercando parallelamente di comprendere a che punto siamo realmente in Italia, con l’obiettivo di poter supportare le imprese al meglio, in modo che non si facciano trovare impreparate come già avvenuto per la transizione al digitale in questa decade con policy anacronistiche e tecnologia obsoleta.
Le riunioni nel metaverso
Ma quali sono le pratiche relative alle HR che si possono portare avanti nel metaverso? Tramite gli Oculus è possibile “entrare nel metaverso” in cui gli avatar dei dipendenti hanno la possibilità di incontrarsi e confrontarsi, per meeting, occasioni di formazione e processi di onboarding negli scenari che più preferiscono (come in riva al mare, in un giardino, in un teatro o in palestra). Bisogna però scongiurare il pericolo di situazioni alla “Ready Player One” o film simili dove tutti vivono di virtuali rinchiusi in case buie “allacciati” a macchine sui loro divani. Il metaverso a cui puntare è quello che fa da booster alla realtà fisica e non si pone come un’alternativa. Se sfruttato in questo modo può fornire spunti interessanti per aumentare l’umanità dei rapporti, che partono dal virtuale per poi tradursi però, sempre, nel mondo reale.
Il metaverso è già in mezzo a noi
Il metaverso esiste, è intorno a noi e dobbiamo iniziare a conoscerlo senza pensarlo necessariamente come una spaventosa alternativa al mondo reale, ma piuttosto come una nuova opportunità per rendere più umane quelle esperienze che si svolgono sempre più virtualmente, creando nuove situazioni di condivisione.
Le generazioni più giovani si ritrovano al suo interno da diversi anni per giocare con le loro comunità. Fino a pochi mesi fa, il tutto era confinato all’industria del gaming. Oggi, il rapido progresso tecnologico ci fa presupporre che questa esperienza possa presto espandersi ai settori più disparati, venendo arricchita da soluzioni non solo 3D, tramite ologrammi e VR, ma anche 4D tramite strumenti di realtà aumentata come per esempio guanti per abilitare anche il tatto.
I principali problemi emersi finora
Sicuramente un primo grande problema riscontrato è il costo degli Oculus, ancora davvero troppo elevato per pensare che le aziende possano dotarsi di un numero necessario ad implementare attività proficue nel metaverso. L’unica soluzione al momento sarebbe il noleggio di questi dispositivi, servizio tuttavia ancora non sufficientemente diffuso.
Per chi utilizza gli occhiali la questione è poi ancora più complessa perché si rendono necessarie lenti aggiuntive non così accessibili sul mercato.
Un altro problema riportato da chi sta sperimentando questa tecnologia riguarda la perdita del volto e delle sue espressioni. Un avatar ovviamente non possiede la stessa capacità di espressione di un volto, seppur dietro una webcam, e questo diventa un ostacolo in occasioni come i colloqui di lavoro in cui ci si incontra per la prima volta e risulta necessario e fondamentale entrare in empatia con chi si ha davanti. Sembra quindi che non ci siano molte probabilità a breve termine che colloqui e riunioni di business vengano spostate nel metaverso.
I vantaggi emersi dai nostri esperimenti
Uno scenario creato nel metaverso è in grado di aumentare notevolmente il coinvolgimento delle persone e potrebbe quindi consistere invece in una vera svolta per quanto riguarda quelle situazioni che necessitano un elevato livello di engagement. Il Metaverso per l’HR sta risultando infatti molto interessante per la formazione esperienziale a distanza, cui il grosso nodo da sciogliere è proprio il coinvolgimento. Tramite gli Oculus si ha la sensazione di entrare in un videogioco. L’impatto può essere molto forte ma allo stesso tempo divertente, nuovo ed entusiasmante.
Conclusioni
A fronte dei nostri esperimenti possiamo quindi affermare che una massiccia applicazione del metaverso nelle Risorse Umane non è da considerare imminente. Tuttavia, è importante continuare a studiare e conoscere il fenomeno perché la tecnologia viaggia più veloce di quello che immaginiamo e non ci stupirei se tra pochi mesi la situazione si ribaltasse completamente.