Su Industria 4.0, tra tanta convegnistica e accademia di imprenditori illuminati, esperti e professori universitari, tra annunci più o meno mantenuti e statistiche europee che ci vedono sempre nella bassa classifica, mi sembra interessante portare in evidenza un caso concreto, da tenere in bella evidenza.
In occasione del Digital Day, nell’ambito del 60esimo dell’Unione Europea, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ha presentato l’altro giorno a Roma Italian-DIH, la prima Piattaforma italiana di Digital Innovation Hubs, integrata nel network europeo I4MS.
E’ stato un incontro tecnico di gran livello utile e concreto (tra le tante chiacchiere che si sprecano nei tanti convegni su Industria 4.0), ma soprattutto un’occasione unica e di qualità di presentazione e accreditamento italiano presso la Commissione UE, il tutto alla presenza di Max Lemke, Head of Unit Components and Systems, della DG Connect.
Durante l’incontro sono stati bravissimi innanzitutto i nostri colleghi imprenditori, animatori appassionati dei sei Digital Innovation Hub protagonisti della crescita della rete sui territori.
L’iniziativa, in linea con la strategia europea e nazionale di digitalizzazione industriale, mette in rete sei HUB tecnologici al servizio delle PMI, per aiutare concretamente le imprese a comprendere e cogliere le opportunità della trasformazione digitale 4.0. E sottolineo le PMI!
Un progetto ambizioso
Possiamo dire che l’ambizioso progetto è in una fase iniziale, diciamo di start-up, ma sta progredendo di giorno in giorno e ciò è molto bello e lo si è colto anche nell’incontro di Roma. C’è tanto da fare, ma credo che, se la digital transformation, la affronteremo con la competenza ed entusiasmo di incontri simili a questo, come Paese ci prenderemo delle belle soddisfazioni!
Il digitale sta trasformando il modo nel quale si pensano i prodotti, i processi e il business.
A fattori costanti, assumendo che la domanda continuerà a crescere le aziende che saranno riuscite a seguire il passo dell’innovazione digitale “sopravviveranno”, perché si saranno rafforzate con prodotti di alta gamma, in tempo utile sul mercato e secondo le tendenze del consumatore/cliente, allontanandosi dalla competizione dei prezzi più bassi che non può che vederci perdenti con paesi a basso costo del lavoro e con minore attenzione, rispetto all’Europa, al lavoro come mezzo sociale di crescita. La trasformazione digitale dunque è la chiave che consentirà di mettere sul mercato prodotti ad alto valore aggiunto, più in linea con costi del lavoro e di produzione, potendo così generare la capacità economica necessaria per affrontare nuovi investimenti innovativi.
Ma come aiutare la nostra industria a innovare, se lo vuole fare? Da dove si comincia? Con quali tecnologie? Come abbassare le barriere di ingresso all’adozione di innovazione digitale da parte delle imprese?
Nasce Italian-DIH
Con Italian-DIH – rete di desk leggeri e low cost – nasce la prima rete leggera di DIH che si radica nei territori con un forte coordinamento nazionale ed europeo, per sostenere la vera sfida della competitività di Industry 4.0 che, per essere vincente, deve partire da PMI, innovazione, territori (dove le imprese sono radicate). Una piattaforma di lancio per aiutare le imprese a ripensare in chiave digitale il modello di business, ridisegnare il sistema produttivo e ripensare l’azienda. Una rete leggera che aiuterà gli altri Hub italiani che vorranno nascere a trovare il migliore percorso per valorizzare le qualità e gli stili di vita di ogni territorio italiano.
Ecco i primi sei Digital Innovation Hub
A meno di otto mesi dalla call Europea I4MS, alla presenza di Max Lemke, responsabile di Tecnologie e Sistemi per la Digitalizzazione Industriale della DG Connect, i sei DIH in sei territori a forte vocazione industriale – Piemonte, Triveneto, Emilia Romagna, Lazio, Marche e Puglia – e parte di una rete di 39 DIH in tutta Europa, hanno presentato i risultati di quanto realizzato sin qui e le linee di azione per il futuro.
Un importante passo in avanti, per far si che il secondo paese manifatturiero d’Europa possa accelerare nella sua crescita raggiungendo gli obiettivi di competitività, crescita e occupazione auspicati della strategia nazionale ed europea di digitalizzazione dell’industria.
Quali sono gli Italian-DIH della rete I4MS
Nel Lazio il DIH “CICERO” (CPS/IOT Ecosystem of Excellence for Manufacturing Innovation), promosso da Un-Industria e specializzato su Cyber Physical Systems e Internet of Things;
Nelle Marche il DIH “4M4.0” (Marche Region – Innovation Machine and Market Manifacturing 4.0) promosso da Confindustria Marche con focus su HPC/Robotics;
In Emilia Romagna il DIH “SMILE” ( Smart Manufacturing Lean Innovation Excellence centre Cyber) – promosso da Unione Parmense degli Industriali e Università degli Studi di Parma con focus su Lean Innovation, Physical Systems (CPS) e Internet of Things (IoT);
In Piemonte il “DIMA HUB” promosso da Politecnico di Torino, Università di Torino, Mesap e Unione Industriale Torino con focus su Advanced laser-based applications(inclusa la manifattura additiva)
In Puglia è “Apulia Manifacturing” (CPS/IoTHub for Regional Digital Manufacturing SMEs”), promosso da Confindustria Bari BAT , Politecnico di Bari e con il distretto meccatronico regionale della Puglia è specializzato in Cyber Physical Systems(CPS) e dell’Internet of Things (IoT)
Nel Triveneto è Triveneto DIH, Promosso da T2I e ConfindustriaSI, con focus su Cloud-based HPC simulation.
La vera sfida
Sin qui la doverosa presentazione, in anteprima, dei nuovi DIH italiani, ma dall’incontro di Roma è emersa una importante esortazione da parte di Lemke a nome della UE: “non si tratta di puntare solo sulle eccellenze, ma di riuscire a portarsi appresso l’intero sistema italiano delle PMI”. Non facile, ma questa è la vera sfida della digital transformation!
E l’Europa, nei giorni del suo 60esimo compleanno, ha avuto il merito di costringere diverse realtà territoriali italiane e straniere a fare squadra, fare sistema, fare rete. E scusate se – di questi tempi in cui ognuno tende ad andare per conto proprio – sia poco…!