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AI “democratica”: come trasformarla in vantaggio competitivo per tutte le imprese



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L’AI democratizzata livella l’accesso a informazioni e competenze, offrendo alle PMI strumenti per competere con le grandi aziende. Tuttavia, la carenza di competenze e una visione strategica limitata frenano l’adozione. Investire in formazione è cruciale per sfruttare appieno il potenziale dell’AI

Pubblicato il 19 set 2024

Tiziana Tornaghi

Managing Partner IBM Consulting Italia



openai anduril

La democratizzazione dell’intelligenza artificiale è un tema sempre più rilevante per Istituzioni e aziende. Gartner, nel definire l’AI come una delle tendenze più dirompenti di questo decennio, afferma che l’intelligenza artificiale livellerà le condizioni di accesso alle informazioni e alle competenze.

La democratizzazione dell’AI: opportunità per le imprese

L’AI “democratica” rappresenta senza dubbio un’opportunità entusiasmante per le imprese, ma può essere considerata tale solo se sarà accessibile a tutti e se sarà capace di promuovere una collaborazione tra uomo e macchina, potenziando le capacità umane e trasformando il modo in cui è possibile lavorare all’interno dell’azienda e con clienti e fornitori.

È necessario riflettere quindi sul fatto che l’AI offre un’opportunità unica e senza precedenti alle piccole e medie imprese per competere con le grandi aziende, consentendo loro di prendere decisioni informate, automatizzare i processi e migliorare l’efficienza complessiva. Allo stesso tempo però le PMI dovranno essere pronte e capaci di cogliere questa opportunità, soprattutto sviluppando le competenze necessarie per non correre il rischio di rimanere indietro e frenare lo sviluppo del potenziale dell’AI.

Le pmi e il potenziale dell’AI

Secondo il recente IBM CEO Study 2024, produttività e modernizzazione tecnologica sono tra le priorità dei CEO, e il 61% delle organizzazioni italiane sta accelerando sull’adozione dell’AI in quanto costituisce un potente abilitatore al raggiungimento di questi obiettivi. È interessante notare però come la diffusione dell’AI nel nostro Paese abbia subito un rallentamento, passando dal 52% al 36% tra aprile e novembre 2023.

Il nodo delle competenze

E le ragioni riguardano principalmente la mancanza di competenze e conoscenze in materia, accompagnate dall’assenza di una visione strategica sugli impatti rispetto a tutte le funzioni e processi aziendali, elemento cruciale soprattutto per le piccole e medie imprese.

Per poter accedere a questi strumenti e cogliere appieno i vantaggi della democratizzazione è quindi necessario che le imprese, di qualunque dimensione esse siano, ridisegnino il proprio modello operativo mettendo al centro della propria strategia le persone e le loro competenze, investendo su queste, usufruendo anche di una offerta formativa specializzata basata su piattaforme online fruibili da una platea sempre più estesa di persone.

Iniziative formative e collaborazioni locali

In tale direzione vanno ad esempio le piattaforme messe a disposizione dalle grandi aziende di tecnologia gratuitamente non solo a studenti, insegnanti, ma anche alle aziende, grazie alle quali le imprese e i futuri talenti del mercato del lavoro possono affiancare l’acquisizione di competenze tecniche con le cosidette soft skill attraverso corsi dedicati all’adozione di framework e metodologie per disegnare la trasformazione delle esperienze di servizio, di processo, delle organizzazioni e in generale per innovare.

Inoltre, le grandi aziende di tecnologia stanno aprendo sempre di più le proprie porte alla società e alle realtà locali, lavorando con il territorio, con iniziative specifiche mirate a creare “consapevolezza” sull’uso delle tecnologie e in particolare dell’AI, sul loro potenziale, fornendo indicazioni pratiche su come mettere in atto l’adozione a prescindere dalle dimensione dell’impresa.

Esempi di iniziative locali: l’AI experience watsonx on tour

Nel 2024 abbiamo ad esempio avviato l’AI Experience – watsonx on tour facendo tappa a Bologna e Vicenza, a settembre a Bari e chiudendo l’anno a Torino. L’iniziativa permette a esperti, imprese e Istituzioni locali di confrontarsi e scomporre pezzo per pezzo la complessità affascinante del fenomeno GenAI evidenziando come l’“AI for business” basata su watsonx possa offrire alle piccole aziende, alle medie e all’ecosistema che operano sul territorio gli strumenti aperti e affidabili per abbracciare innovazione e cambiamento.

La tecnologia, sempre più open e accessibile, diventa quindi una potente leva per abilitare un percorso sostenibile di rinnovamento nel tempo per tutte le imprese.

La disponibilità di foundation model aperti e piattaforme ibride offre alle organizzazioni di qualsiasi dimensione la possibilità di usufruire e personalizzare i modelli con i dati proprietari aziendali, preservandone la sicurezza. L’adozione di questi modelli e piattaforme è tanto più efficace quanto più è legata a un ambito di applicazione ben definito e a una chiarezza delle aspettative.

Questo approccio consente a un’azienda di provare con mano in modo semplice, veloce e con un investimento limitato, i benefici della tecnologia calata nel proprio contesto organizzativo, e valutare con maggiore consapevolezza i passi successivi.

Consapevolezza e etica nell’adozione dell’AI

Consapevolezza, formazione, competenze, utilizzo della tecnologia per indirizzare use case concreti, questi sono gli elementi che contribuiscono a costruire la fiducia delle persone verso l’AI, essenziale per iniziare qualsiasi percorso di adozione e trasformazione di successo.

La fiducia richiede però anche etica, equità e trasparenza. Molto si sta facendo a livello di regolamentazione e collaborazioni per garantire migliori condizioni per lo sviluppo e l’utilizzo dell’AI. Prima fra tutti, va citata la pubblicazione di luglio dell’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, traducendola in legge in vigore a partire da agosto 2024.

In Italia l’appello per l’etica dell’AI che sostiene un approccio all’AI incentrato sull’uomo arriva dal Vaticano: a luglio 2024 sono stati rinnovati gli impegni delle aziende nella Rome Call for AI Ethics, firmata per la prima volta nel febbraio 2020 da IBM, Microsoft, FAO e il Ministero per l’Innovazione.

Il ruolo delle grandi aziende tecnologiche nella democratizzazione dell’AI

Per concludere, la democratizzazione dell’AI è una sfida cruciale per il futuro del nostro tessuto socio-economico e richiede il coinvolgimento di tutti i settori della società. Le grandi aziende tecnologiche e di consulenza hanno la responsabilità di guidare e supportare questo cambiamento, offrendo soluzioni aperte, affidabili e responsabilizzanti, promuovendo la formazione e lo sviluppo delle competenze e costruendo partnership e collaborazioni a livello locale. Solo così si potrà garantire un’adozione dell’AI efficace e duratura nel tempo, contribuendo alla competitività delle nostre imprese e al benessere delle nostre comunità nell’era dell’intelligenza artificiale generativa.

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