Formazione e Innovazione

Apprendimento dell’inglese: il tech al servizio delle aziende



Indirizzo copiato

In un mondo sempre più globalizzato, l’apprendimento della lingua inglese diventa un asset essenziale per le aziende. La tecnologia offre strumenti sempre più innovativi per la formazione linguistica, svolgendo un ruolo cruciale nel successo aziendale

Pubblicato il 25 gen 2024

Loredana Cozzaglio

Operations Manager di Woleex



TechFlix20-202024012320-20Webinar20TIM20-20Noovle20-20Google20Cloud

La padronanza di una lingua straniera è oggi un requisito essenziale per entrare nel mondo del lavoro e per progredire professionalmente. La maggioranza delle imprese richiede ai candidati una conoscenza dell’inglese pari o superiore al livello B1, che richiede comprensione dei punti salienti dei testi, capacità di dialogo, produzione di testi semplici e coerenti e capacità di descrizione di esperienze, eventi, desideri e aspirazioni, nonché di opinioni o progetti.

Secondo il Power Language Index (PLI), misuratore che valuta il potere di ogni singola lingua, sulla base di 20 diversi indicatori, tra i quali il numero di parlanti, l’uso in ambito diplomatico e nei media, la facilitazione dei viaggi e l’impatto economico, l’inglese rimane la prima lingua richiesta nel mondo del lavoro.

A seguire, il cinese mandarino emerge come una lingua fondamentale nel contesto del commercio internazionale e al terzo posto il francese assume un’importanza rilevante sia per le relazioni commerciali tra Italia e Francia, soprattutto nei settori della moda, del design e delle telecomunicazioni, sia perché è la terza lingua più parlata in Europa[1].

Nel 2024 questo scenario potrebbe cambiare a causa dell’uscita dell’Italia dalla Belt and Road Initiative più conosciuta come la Nuova Via della Seta, ovvero il progetto promosso dalla Cina che prevede investimenti in tutto il mondo a livello di infrastrutture.

La tecnologia alla guida dell’apprendimento

Le ragioni che spingono le aziende a elevare il livello di conoscenza dell’inglese tra i propri dipendenti sono molteplici e nel corso degli ultimi anni la principale motivazione è stata rappresentata dall’esigenza di internazionalizzazione dovuta anche a una crescita dell’export verso gli Stati Uniti, i paesi dell’Opec e la Svizzera.
Diventa così necessario creare ambienti di lavoro multiculturali e dare ai dipendenti le risorse necessarie per essere in grado di integrarsi culturalmente in questo sistema che sempre di più mira a sviluppare ambienti più inclusivi che guardino realmente al singolo, all’interno della collettività.
Di conseguenza, con l’obiettivo di implementare il livello di competenza linguistica, cavalcando l’onda del cambiamento messa in atto dalla pandemia, molte imprese hanno adottato una modalità di formazione blended, che combina l’utilizzo di piattaforme eLearning e applicazioni dedicate, con lezioni tenute da docenti madrelingua, offrendo così un’esperienza di apprendimento completa e flessibile.

Gli effetti della pandemia sull’apprendimento linguistico in azienda


La pandemia, infatti, ha svolto un ruolo significativo: le persone ora sempre di più ricercano una flessibilità che passi attraverso l’approccio metodologico, la fruizione e l’organizzazione dei contenuti, permettendo loro di seguire i percorsi in autonomia e negli orari più favorevoli alle loro esigenze. I corsi in aula sono così stati sostituiti quasi interamente dalla formazione a distanza grazie al supporto della tecnologia accelerata nell’ultimo periodo dall’intelligenza artificiale.
La tecnologia ha, quindi, rivoluzionato il settore dell’apprendimento in azienda portando a una completa digitalizzazione nella fornitura della formazione e nella valutazione delle competenze dei dipendenti: in molte aziende, infatti, per fare uno screening completo delle competenze linguistiche dei propri dipendenti, vengono adottati test e verifiche in varie fasi, dalla selezione iniziale dei dipendenti alla valutazione continua dei livelli di competenza.

Non solo, il processo di sviluppo tecnologico ha anche reso accessibile la formazione, non solo a figure che fanno capo a settori o ruoli internazionali, ma anche a coloro che non si trovano direttamente a contatto con il sistema internazionale, a prescindere dal ruolo ricoperto o dal settore di riferimento in quanto l’apprendimento linguistico non ha soltanto valenza strumentale, bensì rientra in un sistema di crescita culturale e di conseguenza professionale all’interno dell’azienda.

Il contesto socio-economico e le scelte linguistiche delle aziende

Dai dati export in Italia, viene messo in evidenza come i principali partner commerciali in Italia sono Germania al primo posto, seguita da Francia e Usa[2]. Queste variabili, unite ai settori che maggiormente contribuiscono alla crescita dell’export come trasporti, food e farmaceutico[3], vanno a incidere in particolar modo sulla scelta delle aziende di prediligere l’apprendimento di una lingua rispetto a un’altra, privilegiando la lingua del paese con cui si attuano i maggiori scambi commerciali. Non si tratta più di un’esigenza che riguarda solo le aziende multinazionali, che spesso scelgono l’inglese come lingua madre da parlare in azienda, ma anche le PMI pian piano si stanno uniformando e iniziano a richiedere come requisito base la conoscenza della lingua inglese, sviluppando così in azienda una cultura multilingue.

Conclusioni

In conclusione, queste piattaforme hanno reso l’apprendimento dell’inglese accessibile a tutti i livelli aziendali, riflettendo una priorità che coinvolge ormai tutti i settori, anche quelli in cui la comunicazione con l’estero non è un aspetto centrale delle mansioni svolte.
La digitalizzazione dell’apprendimento linguistico si è rivelata un elemento cruciale nell’adattamento delle aziende a un ambiente lavorativo sempre più globalizzato, offrendo uno strumento formativo flessibile, progettato per consentire a chi lavora, di ritagliarsi momenti di crescita che si riverberano nella costruzione di un mindset aziendale aperto all’interculturalità. Non solo, si tratta di uno strumento di attraction e retention dei talenti, soprattutto per quelli che si affacciano al mercato del lavoro e che, nei programmi di crescita delle risorse umane, trovano un sistema che amplia le loro future opportunità di carriera attraverso l’acquisizione o il consolidamento delle competenze linguistiche.

Note


[1] Fonte: Just on Business

[2] Fonte: Italia in dati

[3] Fonte: dati Istat 2023

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati