le iniziative

Competenze digitali, Regione Toscana: “La nostra strategia per un modello sostenibile”

Le competenze digitali rappresentano uno degli assi fondamentali dell’azione che Regione Toscana vuol portare avanti nell’ambito della strategia regionale Toscana Digitale. Lo stato dell’arte e gli elementi innovativi di un approccio che vuole fare scuola in ambito nazionale ed europeo

Pubblicato il 05 Ott 2022

Stefano Ciuoffo

Assessore Innovazione Regione Toscana

Gianluca Vannuccini

Direttore Sistemi Informativi, infrastrutture tecnologiche e innovazione Regione Toscana

toscana-digitale-logo

Regione Toscana fa squadra con la società civile per promuovere la diffusione delle competenze digitali utili ad essere cittadini consapevoli.

La strategia Toscana per le competenze digitali si pone l’obiettivo di diventare strutturale e pervasiva nel territorio e verso tutta la popolazione. In particolar modo, il suo scopo è quello di rendersi sostenibile anche tra qualche anno, quando i finanziamenti straordinari europei saranno esauriti.

Per raggiungere questo obiettivo a medio/lungo termine è importante che si instaurino la collaborazione tra istituzioni e terzo settore, la costituzione di figure professionali codificate e lo stimolo di un nuovo mercato professionale per la facilitazione digitale. Ciò rappresenta la chiave per garantire un modello sostenibile che stia in piedi anche a seguito della conclusione dei finanziamenti europei.

Toscana digitale, istruzioni per l'uso

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Competenze digitali: le iniziative della Regione Toscana

L’ultima edizione del Digital Economy and Society Index vede il nostro Paese in una fase di crescita importante nell’ambito della digitalizzazione, ma al tempo stesso conferma quanto ancora ci sia da fare per migliorare l’area del Capitale Umano.

La pandemia ci ha poi mostrato in modo brutale e improvviso quanto sia rilevante saper usare o meno uno strumento di accesso ai servizi pubblici digitali, quanto possa fare la differenza fra accedere o meno a servizi essenziali anche per la salute pubblica.

La Regione Toscana, d’altra parte, non è nuova nell’affrontare questo tema. Già nei primi anni Duemila l’iniziativa dei Punti di Accesso Assistito ad Internet, nata per ridurre il digital divide nella popolazione, ha creato una rete fra Istituzioni (soprattutto Comuni) e mondo del volontariato che si è concretizzata in centinaia di punti di assistenza alla navigazione, molti dei quali ancora oggi attivi.

Successivamente, in fase pandemica, una rete di centri di assistenza su servizi di tipo sociale e sociosanitario, la rete delle Botteghe della Salute, promossa dall’Assessorato della Sanità toscana si è trovata sempre più di fronte ad una forte accelerazione della domanda da parte dei cittadini di supporto all’uso di servizi digitali per la Sanità. Sempre più spesso, infatti, il saper usare SPID o un servizio online di prenotazione era una condizione necessaria per poter fruire di una serie di servizi nazionali, regionali o locali legati alla Pandemia.

Questo quadro di evoluzione del fabbisogno di supporto sociosanitario verso un fabbisogno di competenze digitali si è unito al fatto che la fascia di popolazione più anziana era quella fra le più vulnerabili al digital divide, e quindi più bisognosa di assistenza nell’uso dei nuovi servizi online.

Il tessuto di collaborazione fra Istituzioni (in particolare Regione, ANCI Toscana e Comuni) e mondo del volontariato già attivo da molti anni, anche sui temi delle competenze digitali, le nuove esigenze dettate dal Covid-19, la volontà di dare un contributo attivo da parte dei pensionati toscani, hanno dato vita nel corso del 2021 all’iniziativa “Connessi in buona compagnia”. Questo progetto ha di fatto unito le reti di attività già presenti sul territorio sotto il filo conduttore delle competenze e dei servizi digitali, e grazie alla passione degli operatori e dei volontari toscani ha attivato in oltre 70 Botteghe della Salute sparse per decine di comuni toscani una presenza fisica per il supporto ed accompagnamento ai servizi pubblici digitali nazionali, toscani e locali delle cittadine e cittadini toscani.

Il progetto, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti (primo Premio nazionale Competenze Digitali di Repubblica Digitale nella categoria Digitale Inclusivo e riconoscimento “Premio dei Premi-Premio Nazionale Innovazione” della Fondazione COTEC-Presidenza della Repubblica) è di fatto la palestra per una ulteriore estensione di questa rete che avverrà grazie all’avviso PNRR 1.7.2 per i Centri di Facilitazione Digitale.

La strategia

Le competenze digitali rappresentano uno degli assi fondamentali dell’azione che Regione Toscana vuol portare avanti nell’ambito della propria strategia regionale Toscana Digitale. Non si tratta però di singoli progetti o singole azioni. Le competenze digitali sono una tematica fortemente trasversale. Riguardano il mondo del lavoro, delle imprese e dell’economia, riguardano l’istruzione e la formazione, riguardano settori come l’agricoltura, l’industria, il turismo, la sanità, e tutto il mondo del volontariato e del Terzo Settore. Portare l’Italia a crescere nel ranking DESI per il Capitale Umano è quindi un’impresa che solo lavorando insieme si può raggiungere. Per questo motivo, nel 2021 Regione ha creato un gruppo di lavoro interdisciplinare ed inter-dipartimentale che ha visto coinvolti tutti gli ambiti citati dell’amministrazione del territorio toscano, ed ha prodotto per la prima volta un documento di Strategia Regionale per le Competenze e la Cultura Digitale, in consultazione online fino a tutto Settembre 2022, e che sarà poi condiviso ulteriormente ad Internet Festival il 6-9 Ottobre a Pisa.

L’importanza di saper “Fare Squadra”

Regione Toscana intende quindi lavorare insieme a tutti i settori dell’economia e del tessuto sociale regionale, scambiare approcci, buone pratiche e idee con le altre Regioni italiane con cui già sono in corso collaborazioni, ed aprire un canale continuo e costante con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’iniziativa Repubblica Digitale per assicurarsi che quanto viene realizzato in Toscana fornisca poi un contributo subito spendibile negli ambiti nazionali ed europei, tramite il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, degli indicatori DESI per i prossimi anni, e ovviamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini ed imprese grazie ad un uso più consapevole ed efficace degli strumenti digitali.

Uno degli esempi di questo lavoro di squadra è l’aver definito un profilo accreditato nel repertorio ufficiale regionale per “facilitatore digitale”, questo permetterà alle agenzie formative di erogare corsi formativi per certificare questo profilo, e di costruire così in prospettiva un possibile nuovo mercato professionale per questo tipo di figura, anche creando sinergie con le iniziative sul fronte delle imprese e del lavoro portate avanti dai rispettivi Assessorati regionali di riferimento.

L’evento Toscana Digitale: Istruzioni per l’Uso organizzato a luglio 2022 a Firenze è stato l’occasione per toccare dal vivo l’importanza di questo gioco di squadra fra più Assessorati Regionali per affrontare questa tematica. Molti rappresentanti della società toscana e delle Istituzioni europee, nazionali, regionali e locali si sono incontrati per condividere tutte le azioni in corso ed i punti di attenzione da tenere ben presenti nelle prossime iniziative progettuali del PNRR e dei Fondi Strutturali 21-27.

Firenze Digitale, come funziona la piattaforma per la promozione della cultura e delle competenze 

Gli elementi importanti dell’approccio toscano

Il modello a cui tende Regione Toscana è quello mirato a garantire più omogeneità possibile fra le diverse iniziative di facilitazione digitale, in modo da poter far sì che ogni singolo processo contribuisca al raggiungimento degli obiettivi che l’Europa ed il Paese ci chiedono. Definendo un framework strategico comune, inquadrato nell’ambito della Strategia Regionale della Cultura e Competenze Digitali, e fornendo un set di facilities comuni di cui potranno fruire sia i centri finanziati dai fondi europei che quelli “volontari”: una metodologia comune, processo formativo, profili accreditati su repertorio unico regionale, canali unici di informazione e di aggiornamento sui servizi pubblici digitali, sistemi di misurazione dei risultati e delle competenze integrati con i sistemi nazionali, etc.

D’altra parte, quando un cittadino trova difficoltà nell’accedere a servizi digitali, una parte della causa può risiedere anche nella non sempre efficace interfaccia utente di tali servizi. Per questo motivo è fondamentale fare tesoro delle segnalazioni di difficoltà, degli spunti di miglioramento, dei feedback in generale degli utenti che vengono intercettati nei vari centri di facilitazione digitale e riportare questi spunti a coloro che sviluppano e manutengono i servizi digitali stessi. Anche questo sarà un punto su cui in Toscana si farà molta attenzione nell’organizzare questa rete di facilitazione digitale.

L’altro tema rilevante e significativo è la capacità di raccordare – in questo percorso di facilitazione – tutti i tipi di servizi pubblici digitali, da quelli nazionali, regionali fino alle applicazioni locali del singolo Comune, includendo anche quelli gestiti o erogati dalle aziende di servizi pubblici, andando quindi ad intercettare la maggior parte possibile di bisogni e di esigenze del cittadino nella sua quotidianità.

Una delle sfide maggiori sarà come misurare gli effetti di tutto questo percorso. Se da un lato abbiamo il DESI che misura il livello atteso di competenze digitali, se per i dipendenti pubblici abbiamo iniziative di sistema come il Syllabus che inquadrano in un contesto standard come il DIGCOMP2.1 le competenze richieste, quale sarà il modo migliore per migliorare questi indicatori? Quali le azioni strutturali, le politiche, gli interventi che i territori potranno fare per complementare le azioni nazionali al fine di massimizzare il risultato nella popolazione? In Toscana si è proceduto coinvolgendo da subito tutte le Direzioni Regionali ed alcune Agenzie, le Università, Centri di ricerca e l’Ufficio Statistica Regionale, in modo da individuare una possibile strada che possa anche dare un contributo utile ad altre regioni anche per il tramite del livello nazionale (Repubblica Digitale) ed ISTAT.

Le iniziative fatte da Regione Toscana negli ultimi venti anni su questo tema hanno anche dimostrato in modo netto la straordinaria potenza derivante dall’unire il mondo delle istituzioni con quello del Terzo Settore. A partire dall’esperienza fatta nei Punti di Accesso Assistito, passando per le Botteghe della Salute e dei punti Connessi in Buona Compagnia, oltre a tutte le altre esperienze fatte dai singoli territori toscani in questi anni, la costante che è sempre stata presente e che ha fatto la differenza è stato il coinvolgimento attivo di associazioni, sindacati, volontariato, in modo coeso con il tessuto locale di ogni Comune. Solo così si riesce a raggiungere ogni singolo territorio, anche quello più lontano dai grandi centri abitati, e a toccare con mano una soddisfazione netta dei cittadini e degli operatori che contribuiscono alla facilitazione digitale.

Crediamo che questa valorizzazione del legame fra istituzioni e terzo settore – unitamente alla costituzione di figure professionali codificate e allo stimolo di un nuovo mercato professionale per la facilitazione digitale – sia anche la chiave per garantire un modello sostenibile che stia in piedi anche a seguito della conclusione dei finanziamenti europei. Un contributo efficace che può dare un livello centrale/regionale non è tanto di sovvenzione pura di un finanziamento che tenga in piedi un centro di facilitazione, bensì la creazione di una strategia di governance omogenea per il territorio, di una serie di metodologie ed asset comuni a tutti i centri e resi disponibili ai vari facilitatori ed Enti locali, ed uno stimolo con azioni da diversi ambiti, laddove possibile anche con contributi economici puntuali a supporto, ma soprattutto con iniziative di promozione di sinergie e collaborazione fra i diversi attori della società e dell’economia regionale, per affrontare e risolvere davvero tutti insieme il forte gap che l’Italia ha ancora sulle competenze digitali.

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