Quali minacce si corrono in rete? Cosa bisogna sapere per potersi proteggere dal fenomeno del cyberbullismo? Quanto sono gravi le conseguenze di un utilizzo non accorto?
Queste sono solo alcune delle tante domande che spesso ci si pone accedendo a internet.
Vicende quali quelle di Tiziana Cantone o Carolina Picchio che, impotenti a sottrarsi allo strazio online della propria identità hanno messo in atto una scelta estrema pur di liberarsi, hanno giustamente accesso i riflettori sugli enormi rischi derivanti da un utilizzo non consapevole del web.
Erano quelle giovani effettivamente consapevoli della rilevanza e della gravità di quanto stavano facendo? Il punto centrale dei rischi connessi all’utilizzo della rete è infatti la frequente assoluta mancanza di consapevolezza delle enormi conseguenze delle proprie azioni.
Indipendentemente dalle semplificazioni mediatiche del problema, quel che è certo è che i paradigmi che regolano la comunicazione in internet sono radicalmente differenti da quelli che regolano la vita reale. La piazza virtuale è totalmente differente dalla piazza reale e ha proprie specificità e peculiarità. Si tratta di una differenza non solo spaziale (un video ben costruito può ottenere milioni di visualizzazioni in pochi giorni), ma anche legata al ruolo degli attori presenti. Online è molto più facile ed immediato esprimere la propria opinione, spesso in modo irrazionale, non ragionato, all’unico scopo di stupire o raccogliere commenti positivi. L’illusione dell’anonimato e la distanza fisica dai destinatari favorisce ad esempio l’emergere di figure che vengono definite “leoni da tastiera”: persone che nascoste dietro uno schermo lanciano commenti al vetriolo carichi di odio che non avrebbero mai il coraggio di sostenere in pubblico in una piazza reale.
Non è stato ancora compreso il vero potere comunicativo di internet ma sicuramente non è più possibile ignorare la differenza abissale tra virtuale e reale. Per adattare in modo consono la nostra comunicazione al web non possiamo più credere che il virtuale sia solo una estensione della società tradizionale.
Questo aspetto è particolarmente importante per i più giovani, per i “millennials”, rispetto ai quali si evidenzia come ad un tasso di connessione elevatissimo non corrisponda un equivalente livello di consapevolezza delle dinamiche di funzionamento della rete.
I ragazzi vivono nell’immediato, operando in rete credendosi invisibili, ma in realtà ciò che fanno rimarrà per sempre e contribuirà anche a definire la loro personalità. Mostrano inoltre gravi lacune, ad esempio non sapendo che il web tende a fornire informazioni in linea con le ricerche precedenti spesso finiscono per rinforzare ulteriormente le proprie idee, senza avere la possibilità di confrontarsi con punti di vista differenti.
Cyberbullismo, lavorare sulla consapevolezza
I giovani sono poi particolarmente esposti al problema del cyberbullismo, che non è semplicemente il fenomeno del bullismo messo in pratica con strumenti più potenti. È un’altra cosa, che si lega a tematiche psicologiche e sociali tipiche della rete quali la spersonalizzazione, la deresponsabilizzazione, il senso di impunità derivante dal nascondersi dietro uno schermo. Fenomeni che ancora non sono stati sufficientemente studiati né compresi e che fungono da moltiplicatore del problema e delle sue conseguenze. Ciò che è certo è che stiamo parlando di un problema grave ed insidioso, che rappresenta per le nuove generazioni una minaccia reale, rispetto alla quale tutti i giovani hanno la percezione di potere diventare potenzialmente vittime.
Purtroppo anche in questo ambito manca la effettiva consapevolezza, da parte di chi il cyberbullismo lo esercita, delle reali conseguenze delle proprie azioni. Spesso il fenomeno viene reputato poco più che uno scherzo, in grado di generare solo fastidio alle vittime e quindi parole d’odio, indiscrezioni diffamatorie, aggressioni online sono messe in atto come se non avessero reali e pericolose conseguenze.
In realtà è esattamente il contrario e la continua aggressione e distruzione dell’identità virtuale di un ragazzo può avere esiti gravissimi.
Questo pericoloso fenomeno è stato affrontato nella recente Legge: “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” che, oltre ad avere per la prima volta dato una definizione precisa al cyberbullismo, si è anche posta l’obiettivo di tutelare i minori (sia le vittime sia gli aggressori), fornendo loro gli strumenti di comprensione e di difesa.
Cyberbullismo, prevenire, non reprimere
L’obiettivo è la prevenzione, non la repressione. Oltre a prevedere interventi a favore delle vittime, si mira infatti a creare la necessaria consapevolezza affinché il fenomeno non venga posto in atto dagli aggressori stessi. Nell’ottica della prevenzione la legge mette giustamente al centro le scuole, che dovranno designare un docente referente per ogni istituto e (sotto la guida del MIUR stesso) avviare piani di formazione all’uso di internet e misure di sensibilizzazione.
Concludiamo ricordando che internet non deve essere assolutamente demonizzata, le potenzialità della rete sono infinite e oggi non si può prescindere dal suo utilizzo. Per fruire in modo intelligente di un qualsiasi strumento è però necessario comprenderlo e capirlo, per essere appunto consapevoli sia delle potenzialità sia dei rischi che questo può celare. L’unico modo per avere la giusta consapevolezza è acquisire specifiche competenze digitali. Solo con un sufficiente bagaglio di competenze digitali sarà infatti possibile comprendere i principi che governano il funzionamento della rete e quindi quali possano essere i rischi che si corrono con un utilizzo distorto.
Competenze digitali per contrastare il cyberbullismo
Le competenze digitali diverranno quindi sempre più un elemento fondamentale per potere cogliere le tantissime opportunità che il web offre, senza cadere in eccessive paure né in sconsiderata leggerezza, per navigare nell’Oceano della rete con mano salda sul timone facendo rotta in modo sicuro verso il futuro.
AICA, Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico, lavora da tempo per la promozione presso le scuole di un uso del web più consapevole e sicuro: è infatti responsabilità di chi si occupa della formazione dei giovani sensibilizzarli sul tema della sicurezza online e rendere accessibili gli strumenti e le competenze per proteggersi.
Una delle iniziative che, ad esempio, abbiamo lanciato insieme al MIUR per far conoscere a studenti e docenti il valore della certificazione in ambito di sicurezza online, nonché fornire le competenze necessarie per un uso sicuro e consapevole delle nuove tecnologie è “Io clicco sicuro”.
Con questo progetto, AICA mette gratuitamente a disposizione di tutti i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado il percorso formativo www.micertificoecdl.it e la possibilità di sostenere l’esame di certificazione IT-Security, un modulo di ECDL particolarmente rilevante per un’alfabetizzazione digitale consapevole.