formazione pa

Ecco “Syllabus”, il portale per formare la PA: i vantaggi di avere dipendenti pubblici più competenti

La piattaforma Syllabus getta le premesse per curare la formazione di ciascun dipendente pubblico con continuità, per tutta la durata della sua carriera: rivolta a tutti i dipendenti, senza costi, costituisce sicuramente una spinta verso una innovazione di carattere più generale della PA. Ecco in cosa consiste

Pubblicato il 02 Mag 2023

Sauro Angeletti

Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica

Syllabus_home_orizz

Il 24 marzo 2023, il Dipartimento della funzione pubblica ha lanciato “Syllabus: nuove competenze per le amministrazioni pubbliche”, il learning hub pensato per erogare formazione sulle competenze trasversali (digitali, amministrative ed ecologiche) a tutti i dipendenti pubblici.

Syllabus è lo strumento operativo per realizzare gli obiettivi della Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione del 23 marzo 2023: tornare ad investire sulle persone per migliorare le amministrazioni e i servizi erogati a cittadini e imprese.

Competenze digitali nella PA: i problemi da risolvere per avere servizi di qualità

La formazione del personale pubblico nel PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede, tra gli interventi finalizzati a sostenere i processi di riforma e di innovazione delle amministrazioni pubbliche, un investimento massiccio e massivo per lo sviluppo del capitale umano. Obiettivo: (ri)mettere al centro delle politiche pubbliche le persone e le loro competenze.

Per “invertire la tendenza” dopo oltre un decennio di disinvestimento in formazione, il PNRR indica, in particolare, tre priorità di intervento:

  • riorganizzare e razionalizzare l’offerta formativa, a partire dalla predisposizione di specifici corsi on-line (MOOC) su competenze chiave quali, ad esempio, la transizione digitale, la transizione ecologica, la social innovation, le soft skills e le competenze manageriali, etc.;
  • creare “learning communities” tematiche, per la condivisione, tra i dipendenti pubblici, di best practices e la risoluzione di concreti casi di amministrazione;
  • supportare le amministrazioni nelle attività di progettazione, implementazione e finanziamento di programmi formativi finalizzati a rafforzare le competenze del personale di tipo specialistico e/o trasversale.

Ingenti sono le risorse finanziarie che il PNRR destina alla formazione del personale pubblico. Ma non è questo aspetto – su cui, pure, si è concentrata l’attenzione – quello più rilevante: sono, infatti, le “novità di metodo” indicate dal Piano quelle che, se attuate, possono consentire la realizzazione di un sostanziale salto di qualità della formazione nelle pubbliche amministrazioni.

Non solo finanziamenti: le molte “novità di metodo” del PNRR

Primo: il Piano chiede alle amministrazioni pubbliche una sostanziale revisione delle politiche di gestione della formazione, penalizzate, negli ultimi anni, da: la mancanza di una gestione “per competenze”, che ha finito per ridurre la programmazione a una mera pianificazione di sostituzione del personale che cessa dal servizio; la carente capacità delle amministrazioni di proiettare nell’orizzonte di medio e lungo periodo la propria fisionomia, definendone i contorni in termini di competenze necessarie per rispondere efficacemente alle istanze dei cittadini e del mondo produttivo; l’inadeguatezza dei sistemi di gestione delle risorse umane che difettano di strumenti in grado di tenerne alta la motivazione e valorizzarne efficacemente l’apporto[1].

Secondo: la formazione deve riguardare lo sviluppo di tutte le competenze, ovviamente. Tuttavia, se l’obiettivo è, innanzi tutto, quello di supportare i processi di revisione, cambiamento e innovazione delle amministrazioni, le priorità della formazione riguardano le “competenze trasversali”. Sono, queste, le competenze funzionali ad aumentare la “consapevolezza organizzativa”, riguardanti, cioè, le conoscenze e le capacità dei dipendenti pubblici di leggere e comprendere le caratteristiche del contesto di riferimento e gli eventuali cambiamenti in atto per adattarsi ed agire in modo consapevole. Emblematiche, da questo punto di vista, sono le “competenze digitali”, definite dal Dipartimento della funzione pubblica come «le competenze necessarie affinché ciascun dipendente comprenda, accetti e adotti i nuovi strumenti a disposizione e i cambiamenti nei processi di lavoro che questi comportano, in modo da essere promotore dell’innovazione nella prospettiva del miglioramento del servizio, del rapporto con i cittadini e la qualità del proprio lavoro»[2].

Terzo: dato l’obiettivo di incrementare in maniera diffusa il valore del capitale umano, i destinatari della formazione sono, potenzialmente, l’intera platea dei dipendenti pubblici.

Al fine di raggiungere rapidamente un numero significativamente ampio di destinatari (almeno 750.000), il PNRR individua lo strumento dei “Massive Open Online Courses” (MOOC), una modalità di e-learning che, grazie alla sua grande flessibilità, consente percorsi formativi personalizzati nella struttura dei contenuti e nelle modalità di fruizione, abbattendo i vincoli di tempo e di luogo propri della formazione in aula.

In particolare, la possibilità di costruire un percorso formativo individuale a partire dal livello di conoscenze “in entrata” e di fruire dei corsi secondo le disponibilità di tempo proprie di ciascun dipendente, rende tale modalità formativa particolarmente adatta per le persone che lavorano. La “variabile tempo” assume infatti una rilevanza centrale per i ritmi individuali e, in particolare, per la compatibilizzazione dell’attività formativa con i processi lavorativi quotidiani. Per questo motivo, la piattaforma Syllabus, come i moderni ecosistemi della formazione[3], presenta, tra le altre, due caratteristiche: è attenta alla personalizzazione dell’offerta formativa (on demand) e focalizzata sull’accorciamento dei tempi di sviluppo e di realizzazione dei programmi di apprendimento (lean).

La piattaforma Syllabus: nuove competenze per le pubbliche amministrazioni

Muovendo da queste premesse, il Dipartimento della funzione pubblica ha lanciato, lo scorso 24 marzo 2023, la piattaforma “Syllabus: nuove competenze per le pubbliche amministrazioni” (syllabus.gov.it), con l’obiettivo di mettere a disposizione di tutte le amministrazioni, gratuitamente, un “metodo di formazione” e un catalogo di contenuti formativi utili per innalzare il livello di competenze dei propri dipendenti, a partire da quelle digitali.

Il modello di formazione proposto da Syllabus, che recepisce le indicazioni della Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione 23 marzo 2023, è centrato sulle scelte strategiche delle amministrazioni: sono queste ultime, infatti, che individuano i dipendenti da formare in via prioritaria in funzione dei propri obiettivi strategici e, in particolare, di quelli formativi definiti nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione. Alla formazione di Syllabus non accedono, quindi, i singoli dipendenti su base volontaristica, perché la formazione deve aver valore per le persone e per le amministrazioni. È tuttavia necessario che le amministrazioni assicurino risultati formativi minimi: per questo motivo, la già citata Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione indica, per il 2023, l’obiettivo di formare almeno il 30% dei propri dipendenti sulle competenze digitali.

Una volta abilitati dalla propria amministrazione, i dipendenti iniziano il loro percorso di formazione sulla piattaforma Syllabus a partire dalla verifica delle competenze “in ingresso”: la formazione cui il singolo dipendente accede è mirata, finalizzata a colmare gli specifici gap rilevati in fase di assessment e, quindi, a migliorare il livello di competenza (da “nessun livello”, a “livello base”; da “livello base” a “livello intermedio”; etc.). La formazione di Syllabus non è una “pratica formale” per raggiungere un livello di padronanza, ma un investimento mirato finalizzato a creare uno specifico valore aggiunto per il dipendente (e per l’amministrazione): a conclusione dell’attività formativa, ciascun dipendente consegue risultati documentati in termini di maggiori conoscenze e competenze acquisite (open badge), utili anche ai fini delle progressioni di carriera.

La piattaforma Syllabus costituisce la “infrastruttura di base” per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze del personale della pubblica amministrazione; è la soluzione tecnologica e il modello di intervento pensato dal Dipartimento della funzione pubblica per la costruzione di un grande hub per la crescita e lo sviluppo del capitale umano pubblico fondato sul coordinamento strategico dei principali attori: le amministrazioni pubbliche, le università e gli enti di ricerca, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, il Formez PA, i soggetti aggregatori della domanda a livello locale (Anci, UPI, etc.), gli operatori del mercato della formazione, etc.[4].

Il valore della piattaforma Syllabus risiede nella sua configurazione quale strumento di rilevazione e analisi dei fabbisogni formativi sulle competenze trasversali a livello individuale e, quindi, organizzativo, prima ancora che di erogazione della formazione. Le risultanze dell’assessment individuale e il raggiungimento dei diversi livelli di padronanza da parte dei dipendenti formati costituiscono, a livello aggregato, una base di conoscenza fondamentale che consente a ciascuna amministrazione di ottimizzare la programmazione delle attività formative, permettendo loro di definire, in occasione della definizione del Piano Integrato di Attività e Organizzazione, obiettivi, target e azioni specifiche e ulteriori per rafforzare le competenze del personale, generali e specialistiche.

Inoltre, la piattaforma Syllabus supporta la misurazione del conseguimento di obiettivi di formazione del personale pubblico, sia a livello complessivo che individuale (almeno 24 ore di formazione/anno, secondo quanto indicato dalla recente Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione del 23 marzo 2023). Disporre di informazioni sulla formazione fruita da ciascun dipendente e sui risultati colti costituisce, in particolare, la base (informativa) di partenza per creare il fascicolo formativo digitale del dipendente, permettendo quindi di valorizzare la formazione (certificata) nei percorsi di crescita professionale.

Conclusioni

In questa prospettiva, la piattaforma Syllabus getta le premesse per curare la formazione di ciascun dipendente pubblico con continuità, per tutta la durata della sua carriera[5], dalla prima fase di fruizione dei contenuti formativi sulle competenze trasversali alla promozione di un percorso formativo via via completo e articolato, grazie al progressivo arricchimento del catalogo formativo.

Creare una piattaforma per la formazione di tutto il personale pubblico non significa solo realizzare un investimento IT, ma anche (soprattutto) promuovere un intervento di innovazione di carattere più generale che riguarda le priorità della formazione, il modo di formare, i processi organizzativi, le politiche di gestione delle risorse umane, la comunicazione organizzativa, etc.

L’apertura della formazione a tutti i dipendenti, senza costi, costituisce una spinta (più propriamente, una sfida) per le amministrazioni e, in particolare, per le strutture preposte alla gestione delle risorse umane, chiamate a creare, al proprio interno, le condizioni di effettività (organizzative, operative, etc.) per rendere esigibile il “diritto alla formazione” e “l’equiparazione della formazione all’attività lavorativa” sancita dai recenti provvedimenti di riforma[6].

La piattaforma Syllabus costituisce, inoltre, l’occasione per innovare le modalità di comunicazione della formazione nelle amministrazioni pubbliche, necessarie sia per rivitalizzare l’attenzione e del coinvolgimento di dirigenti e dipendenti, sia per comunicare gli obiettivi formativi e i risultati attesi, per condividere le aspettative, etc. Syllabus, in questo senso, introduce un nuovo linguaggio, incentrato su una rinnovata attenzione alle persone, alle loro esigenze e aspettative di crescita.

Note

  1. Presidenza del Consiglio dei ministri, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 2021, p. 53.
  2. La definizione è tratta da Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della funzione pubblica, Syllabus “Competenze digitali per la PA”, Roma, 2022, p. 4.
  3. R. C.D. Nacamulli e A. Lazazzara, L’ecosistema della formazione, Milano, Egea, 2019, p. 19.
  4. Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della funzione pubblica, Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese. Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della pubblica amministrazione, Roma, 10 gennaio 2022, p. 7.
  5. Un tale obiettivo dei learning hub per le amministrazioni pubbliche è indicato i L. Lapenna, Il nuovo Governo e la PA: un hub per rilanciare la formazione dei dipendenti pubblici, 14 ottobre 2022.
  6. Su questo punto di veda, in particolare Presidenza del Consiglio dei ministri, Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, Roma, 2021.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2