competenze per il futuro

Formare i leader della sostenibilità: la sfida del Cleantech in Italia



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La transizione ecologica richiede talenti specializzati. L’Italia, con la sua tradizione ingegneristica, deve colmare il divario tra formazione e mercato del lavoro per diventare un hub di innovazione sostenibile e cogliere le opportunità del Cleantech

Pubblicato il 19 mar 2025

Claudio Colombo

Managing Director di NextSTEP



cleantech e competenze (1)

La transizione ecologica non è solo una sfida tecnologica, ma anche una questione di competenze. Il Cleantech, con il suo enorme potenziale di innovazione e crescita, rappresenta una straordinaria opportunità per l’Italia, un paese con una forte tradizione ingegneristica, manifatturiera e scientifica.

Dall’energia rinnovabile alla mobilità sostenibile, dalla cattura del carbonio all’economia circolare, fino all’idrogeno verde e alle tecnologie per la gestione dell’acqua, l’innovazione sta trasformando il modo in cui produciamo e consumiamo risorse.

Tuttavia, per cogliere appieno questa opportunità, è essenziale investire nelle competenze del futuro, formando una nuova generazione di talenti in grado di guidare la rivoluzione sostenibile.

Il settore cleantech e la sfida delle competenze specializzate

Il settore richiede competenze altamente specializzate in ambiti come la scienza dei materiali, l’ingegneria ambientale, l’intelligenza artificiale applicata all’energia e il data science per l’ottimizzazione delle risorse, solo per citarne alcuni. Le startup Cleantech stanno guidando questa rivoluzione, ma spesso faticano a reperire le competenze necessarie, rallentando così la loro crescita e l’adozione su larga scala delle nuove tecnologie. Questa difficoltà evidenzia un problema più ampio: la necessità di un ecosistema che formi e connetta i talenti con il mercato.

Le competenze chiave per guidare l’innovazione sostenibile

Per risolvere questo problema, l’Italia deve valorizzare il proprio ecosistema accademico e imprenditoriale, trasformandolo in un hub di innovazione sostenibile. Ciò significa colmare il divario tra formazione e mercato del lavoro, creando percorsi strutturati che avvicinino i giovani alle opportunità offerte dal settore. Per sviluppare un ecosistema competitivo, è fondamentale puntare su una formazione che combini conoscenze scientifiche, tecnologiche e imprenditoriali. In questo contesto, il ruolo delle competenze diventa centrale:

  • Ingegneri specializzati in energie rinnovabili per la progettazione e ottimizzazione di impianti solari, eolici, idroelettrici e a idrogeno verde;
  • Data scientist ed esperti di AI applicata alla sostenibilità per la modellazione predittiva per reti elettriche intelligenti, analisi dei dati per l’efficienza energetica, gestione avanzata delle risorse naturali;
  • Esperti di materiali sostenibili per lo sviluppo di batterie innovative, materiali sostenibili per l’edilizia, nuove soluzioni per il riciclo e cattura della CO₂;
  • Chimici specializzati in bioplastiche e biofuel per sviluppare materiali a basso impatto ambientale e nuovi carburanti green;
  • Esperti di finanza e business sostenibile capaci di elaborare strategie di investimento nel Cleantech, gestire i rischi ESG e sviluppare nuovi modelli di business circolari;
  • imprenditori e innovatori, in grado di trasformare la ricerca in startup scalabili.

Il mercato del lavoro richiede figure capaci di integrare conoscenze tecnologiche e visione strategica, con un approccio interdisciplinare che permetta di affrontare le sfide della transizione ecologica. Ma come può l’Italia creare un ecosistema che favorisca la crescita di giovani professionisti pronti a innovare e scalare il settore Cleantech?

Università e startup: costruire il ponte per l’innovazione sostenibile

Uno degli elementi chiave per accelerare la crescita del Cleantech in Italia è il rafforzamento della collaborazione tra università, centri di ricerca e startup. Il trasferimento tecnologico deve diventare un pilastro dell’ecosistema dell’innovazione, garantendo che le idee sviluppate in ambito accademico possano rapidamente trasformarsi in soluzioni concrete e applicabili su scala industriale.

Il ruolo dei fondi di Venture Capital specializzati nel Cleantech

I fondi di Venture Capital specializzati nel Cleantech possono giocare un ruolo strategico in questo processo, lavorando a stretto contatto con il mondo accademico per identificare tecnologie promettenti e supportare i ricercatori nel percorso di validazione e commercializzazione. È necessario creare un ecosistema in cui le startup possano contare su un accesso agevolato a infrastrutture, laboratori e programmi di accelerazione, evitando che le migliori idee rimangano confinate nelle università o che i talenti italiani trovino migliori opportunità all’estero.

I programmi di Venture Building

Un modello efficace è rappresentato dai programmi di Venture Building, che mettono in connessione corporate, università, centri di ricerca e studenti per co-creare nuove startup Cleantech. Attraverso il Venture Building, i fondi VC possono contribuire direttamente alla nascita di nuove aziende, identificando problemi concreti e sviluppando soluzioni innovative con il supporto di team multidisciplinari. Il Venture Building Program che “NextSTEP Cleantech VC” sta lanciando a Londra, con una tappa italiana prevista per il 2026, è un esempio concreto di come sia possibile creare un ecosistema che favorisca la nascita di nuove realtà imprenditoriali a impatto positivo.

Altri modelli vincenti includono stage e percorsi formativi strutturati all’interno di aziende e startup Cleantech per avvicinare i giovani al mondo del lavoro già durante il percorso di studi; acceleratori e incubatori verticali dedicati al Cleantech, che connettano talenti emergenti con mentor, investitori e aziende del settore.

Politiche pubbliche e investimenti: accelerare la crescita del cleantech italiano

Per trasformare l’Italia in un punto di riferimento per il Cleantech, è essenziale un maggiore impegno anche da parte del settore pubblico. Politiche mirate e incentivi per la formazione e l’occupazione giovanile possono accelerare la crescita delle competenze necessarie per il settore, attraverso finanziamenti per percorsi STEM orientati alla sostenibilità, incentivi per le aziende che assumono giovani talenti e investimenti nei poli di innovazione green, favorendo la nascita di startup e la connessione tra ricerca e industria.

Allo stesso tempo, le università devono integrare nei loro percorsi formativi moduli dedicati alla sostenibilità, alle tecnologie verdi e alla gestione dell’innovazione, preparando gli studenti non solo a comprendere il Cleantech, ma anche a costruire modelli di business in grado di portare queste soluzioni sul mercato. La crescita del settore dipende dalla capacità di combinare competenze tecniche e visione imprenditoriale, sviluppando una nuova generazione di leader della transizione ecologica.

Investire nei giovani talenti per rendere il Paese più competitivo

Il Cleantech è destinato a rivoluzionare il modo in cui produciamo e consumiamo energia, materiali e risorse naturali. Per cogliere questa opportunità, l’Italia deve investire nei giovani talenti, rafforzando il legame tra università, startup e aziende. La formazione di competenze avanzate nel Cleantech non è solo una necessità per il mercato del lavoro, ma una leva strategica per rendere il Paese più competitivo e attrattivo per gli investimenti internazionali. Attraverso una combinazione di innovazione, Venture Capital e politiche di sviluppo mirate, l’Italia può diventare un attore chiave nella transizione ecologica globale, dando ai giovani la possibilità di essere protagonisti della costruzione di un futuro più sostenibile.

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