transizione digital e green

Formazione finanziata: la chiave per la competitività delle PMI italiane



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La formazione finanziata rappresenta un’opportunità cruciale per le PMI italiane che affrontano la transizione digitale ed ecologica. Nonostante l’alta adesione, permangono criticità nell’accesso agli strumenti disponibili e nella consapevolezza delle opportunità esistenti

Pubblicato il 27 feb 2025

Sara Lombini

Ricercatrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano

Niccolò Ulderico Re

Ricercatore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano



trasformazione digitale

Lo scorso dicembre, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato l’Avviso per il Fondo Nuove Competenze 3 – Competenze per l’innovazione[1]. Questo Fondo, nato durante la pandemia da Covid-19, è una politica attiva che mira a innalzare del livello del capitale umano, rimborsando alle imprese il costo delle ore di lavoro destinate alla formazione.

La terza edizione, con una dotazione finanziaria di 731 milioni di euro, continua il percorso delle precedenti, con l’obiettivo specifico di favorire lo sviluppo di nuove competenze per supportare la transizione digitale ed ecologica delle imprese italiane, ponendo particolare attenzione all’introduzione e allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Ciò attesta l’importanza degli incentivi per la formazione nel favorire la crescita delle imprese italiane, consentendo loro di acquisire gli strumenti per poter affrontare con successo le trasformazioni del mercato.

Il Fondo Nuove Competenze e gli altri strumenti di formazione finanziata

Il Fondo Nuove Competenze rientra nel più ampio paniere della formazione finanziata, che comprende tutte le iniziative volte a incentivare i datori di lavoro a intraprendere azioni per elevare le competenze e le conoscenze dei lavoratori, rendendo la propria impresa sempre più competitiva in un contesto tecnologico, sociale e geopolitico in continuo mutamento.

Oltre ai programmi governativi e ministeriali, tra gli strumenti di formazione finanziata si annoverano le iniziative gestite dai Fondi paritetici interprofessionali, i bandi camerali per la formazione e il credito d’imposta per la formazione 4.0.

Questi strumenti costituiscono un importante mezzo per favorire l’innovazione e la twin transition delle imprese attraverso attività di formazione continua mirate e in grado di sviluppare le competenze necessarie per affrontare i nuovi paradigmi tecnologici.

Le attività formative nelle PMI italiane

Gli strumenti per finanziare le attività formative rivestono un ruolo cruciale soprattutto per le piccole e medie imprese. Dalla ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, emerge che il 30% delle PMI non svolge alcuna attività di formazione formale, ovvero attività organizzate e strutturate con precisi obiettivi, i cui risultati dell’apprendimento vengono valutati e, spesso, certificati. La principale resistenza è l’assenza di tempo da dedicare alla formazione durante l’orario lavorativo. Per molte PMI, l’esile struttura organizzativa e la necessità di focalizzarsi sulla produzione di beni o sull’erogazione di servizi portano spesso a percepire le attività di formazione come un “costo” che impatta sull’azienda. Il ricorso a strumenti di formazione finanziata rappresenta un’opportunità per le imprese che già investono in formazione per potenziare le loro attività, mentre per quelle che ancora si affidano esclusivamente alla formazione informale (il processo spontaneo che si attua attraverso esperienze pratiche, osservazioni e scambi tra colleghi) offre la possibilità di cambiare approccio.

La formazione finanziata in Italia: l’utilizzo

L’analisi condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano mostra che il 78% delle piccole e medie imprese che svolgono attività di formazione formale dichiara di aver fatto ricorso a strumenti di formazione finanziata. Si tratta di un dato sicuramente incoraggiante, segno della rilevanza strategica di questi strumenti. Tuttavia, vi sono ancora importanti margini di crescita.

Tra le diverse agevolazioni disponibili, il credito d’imposta per la formazione 4.0 si distingue come lo strumento più utilizzato dalle imprese. La sua popolarità è legata a una serie di vantaggi: aliquote e massimali maggiori per le PMI, attività formative ammissibili ben definite nelle tematiche e nelle modalità di erogazione, minore complessità burocratica e certezza nell’ottenere il beneficio, non prevedendo un meccanismo di selezione mediante graduatoria.

Con il Piano Transizione 5.0 questa misura è cessata: a parziale compensazione di ciò, il Piano prevede la possibilità per tutte le imprese di ottenere agevolazioni, nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e nel limite massimo di 300 mila euro, per le spese sostenute per formare il personale sviluppando competenze utili alla transizione dei processi produttivi. Un altro supporto strategico per le aziende è rappresentato dai Fondi paritetici interprofessionali, che, come evidenziato dall’ultimo rapporto INAPP (2024)[2], stanno orientando sempre di più le proprie attività verso i temi della trasformazione digitale, della transizione ecologica e della sostenibilità ambientale. Questi fondi, frutto della collaborazione tra organizzazioni sindacali e datoriali, sono pensati per finanziare e promuovere la formazione continua nelle imprese, favorendo lo sviluppo delle competenze nel mondo del lavoro.

La formazione finanziata in Italia: conoscenza e consapevolezza

Tra le piccole e medie imprese, manca ancora una piena consapevolezza degli incentivi legati alla formazione a loro disposizione. Nonostante tutte le PMI siano a conoscenza di almeno uno strumento per potenziare le competenze e le conoscenze in azienda, si rileva l’assenza di una visione complessiva delle opportunità. Infatti, come evidenziato dalla ricerca dell’Osservatorio, nessuno strumento, preso singolarmente, è conosciuto da più del 50% delle PMI. Tra questi si annoverano anche strumenti facilmente accessibili, come la formazione erogata dai Fondi paritetici interprofessionali, i bandi camerali per la formazione e il credito d’imposta per la formazione 4.0.

I dati mostrano quindi la necessità di migliorare la consapevolezza delle piccole e medie imprese degli incentivi a loro disposizione e delle loro potenzialità per lo sviluppo di competenze adatte ad affrontare le sfide del mercato. La diffusione di una migliore conoscenza tra le imprese passa attraverso un’azione comunicativa più intensa da parte degli enti preposti alla formazione e delle Istituzioni. Questa maggiore azione comunicativa può essere perseguita soprattutto tramite lo sviluppo di sinergie nei territori, grazie a un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria, degli enti di trasferimento tecnologico, dei professionisti e dei provider di servizi che operano con le PMI.

Le criticità nell’accesso alla formazione finanziata

Secondo i dati dell’Osservatorio, l’85% delle PMI ha riscontrato criticità nell’accesso agli strumenti agevolativi e alle iniziative di formazione finanziata. La complessità burocratica, spesso unita a una struttura organizzativa priva di figure dedicate alla gestione della formazione e/o della finanza agevolata, rappresenta una delle maggiori difficoltà rilevate dalle PMI.

Le difficoltà nella gestione delle richieste di finanziamento

Uno degli aspetti più complessi è la gestione delle richieste di finanziamento. A risultare particolarmente impegnative sono sia la fase di presentazione della domanda sia quella di monitoraggio e rendicontazione finale: rispettivamente il 23% e il 27% delle PMI segnalano problemi in questi passaggi. Da un lato, molte imprese faticano a gestire processi complessi a causa della scarsa esperienza con fondi pubblici e procedure amministrative stringenti. Dall’altro, gli enti promotori spesso impongono requisiti articolati nel tentativo di includere un’ampia platea di aziende, senza considerare l’impatto che tali vincoli hanno sulle PMI con risorse limitate.

Un ulteriore ostacolo riguarda la copertura dei costi: il 23% delle PMI evidenzia che i fondi disponibili non coprono integralmente le spese sostenute per la formazione.

Per incentivare realmente le imprese a investire nelle competenze, è essenziale che i finanziamenti riducano al minimo l’onere economico percepito dagli imprenditori, trasformando la formazione da costo a opportunità di crescita strategica.


Per approfondire il tema, è disponibile il white paper gratuito “La formazione nelle PMI italiane: percorsi, strumenti e sfide”, a cura dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano

INAPP (2024) Rapporto INAPP 2024. Lavoro e formazione. Necessario un cambio di paradigma. https://www.inapp.gov.it/pubblicazioni/rapporto/edizioni-pubblicate/rapporto-inapp-2024

Decreto Direttoriale n. 439 del 5 dicembre 2024 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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