IA e ordini professionali

IA e lavoro: governare il cambiamento con regole e formazione



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L’intelligenza artificiale trasforma il mondo del lavoro, richiedendo regole chiare e formazione continua. È necessario un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti, con un ruolo attivo degli Ordini professionali come garanti etici dell’adozione tecnologica

Pubblicato il 21 mar 2025

Rosario De Luca

Presidente di ProfessionItaliane



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L’evoluzione tecnologica ha sempre avuto un impatto determinante sul mondo del lavoro. Dalla rivoluzione industriale fino alla digitalizzazione dei processi produttivi, ogni grande innovazione ha ridisegnato il mercato, introducendo nuove opportunità ma anche nuove sfide.

L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro

Oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ci troviamo di fronte a una trasformazione senza precedenti: non solo cambia il modo di lavorare, ma si modifica anche il rapporto tra uomo e tecnologia. L’intelligenza artificiale è già una realtà consolidata nel nostro sistema economico e sociale.

Non si tratta più di stabilire se adottarla o meno, ma di governarne l’evoluzione con criteri di equità, trasparenza e responsabilità. In un contesto di crescente competitività globale, è essenziale garantire che l’IA rappresenti un’opportunità di sviluppo e non un fattore di precarizzazione o esclusione.

Per questo, è necessario un quadro normativo solido e una strategia di formazione continua che coinvolga imprese, lavoratori e professionisti.

Cybersicurezza e rischi della disinformazione nell’era dell’IA

Parallelamente, l’integrazione dell’IA nei processi aziendali e pubblici ha portato alla ribalta il tema della cybersicurezza, diventata ormai una priorità strategica per governi e imprese.

Un recente report del World Economic Forum ha inserito la disinformazione e la sicurezza informatica tra le principali minacce globali, poiché le tecnologie basate sull’IA possano amplificare il rischio di manipolazione delle informazioni e attacchi informatici. La capacità di distinguere contenuti reali da falsificazioni digitali o informazioni alterate è un aspetto cruciale per la tenuta dei sistemi democratici e per la stabilità economica degli Stati.

Le misure Ue, Usa e Uk contro il rischio di cyber attacchi e manipolazione dei dati

Paesi come Stati Uniti e Regno Unito hanno già adottato misure per contrastare questi pericoli, implementando strategie avanzate di protezione dei dati e introducendo regolamentazioni più rigide. Tuttavia, senza adeguate misure di sicurezza, il rischio di cyber attacchi e manipolazione dei dati cresce esponenzialmente. In questo scenario, quindi, anche la formazione sulla cybersicurezza diventa un pilastro fondamentale per contrastare minacce informatiche e proteggere dati sensibili.

L’Unione Europea, con l’AI Act e l’Artificial Intelligence Pact, sta lavorando a una regolamentazione che possa anticipare i rischi e garantire un’innovazione sicura ed etica, creando un equilibrio tra sviluppo tecnologico, tutela della privacy e sicurezza informatica.

Verso una regolamentazione internazionale e trasparente dell’IA

Perché sia davvero efficace, è necessario un ulteriore sforzo affinché le normative siano chiare, applicabili e armonizzate a livello internazionale, poiché la trasformazione digitale non conosce confini.

L’urgenza di regole globali condivise al centro dell’AI Action Summit di Parigi

L’urgenza di regole condivise a livello globale è stata al centro dell’AI Action Summit di Parigi, un evento che ha riunito leader politici, esperti di tecnologia e rappresentanti del mondo del lavoro per discutere delle strategie di governance dell’intelligenza artificiale. Durante il summit, è emersa con forza la necessità di una regolamentazione che garantisca un equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti fondamentali.

La trasparenza e la tracciabilità degli algoritmi sono temi cruciali: le decisioni automatizzate che incidono su diritti e opportunità devono essere comprensibili e verificabili. Oggi l’IA supporta processi decisionali in ambiti cruciali: dall’accesso al credito alla pianificazione aziendale, dalla gestione dei servizi pubblici alle politiche di assunzione.

Il ruolo degli ordini professionali nella governance etica dell’IA

È essenziale, dunque, prevedere strumenti di monitoraggio che assicurino la correttezza e l’imparzialità di tali decisioni, evitando distorsioni o discriminazioni. In questa prospettiva, ProfessionItaliane propone l’estensione dell’Osservatorio sull’adozione dei sistemi di IA nel mondo del lavoro alle professioni ordinistiche e ai Ministeri Vigilanti, affinché gli Ordini possano introdurre nei codici deontologici specifiche norme per l’uso etico e responsabile di queste tecnologie.

Inoltre, la nostra Associazione ritiene necessario introdurre un sistema di sanzioni per chi non rispetta i principi etici e deontologici, garantendo così una tutela effettiva dei cittadini e dei servizi pubblici e professionali. La formazione rappresenta un altro aspetto cruciale. Il mercato del lavoro sta subendo una trasformazione profonda e le competenze richieste evolvono rapidamente. Tuttavia, il sistema formativo fatica a rispondere con tempestività a queste nuove esigenze, generando un crescente divario tra domanda e offerta di lavoro.

È indispensabile un ripensamento del modello educativo e formativo, con percorsi di aggiornamento continuo e un maggiore raccordo tra università, istituti tecnici e imprese. Gli Ordini professionali possono svolgere un ruolo cruciale nel supportare imprese e lavoratori nell’adozione dell’IA, assicurando che l’innovazione tecnologica si integri nei processi gestionali e organizzativi nel rispetto delle normative e dei principi etici.

Come ProfessionItaliane, riteniamo fondamentale valorizzare il ruolo dei professionisti ordinistici come garanti di trasparenza e correttezza nell’adozione dell’IA, soprattutto nel contesto della Pubblica Amministrazione e degli appalti pubblici e privati. In questo senso, la regolamentazione dell’IA non deve essere vista come un freno all’innovazione, ma come un fattore abilitante che ne permette un utilizzo più efficace, sicuro e orientato al bene comune.

Formazione continua e cambio di paradigma: le chiavi per il futuro del lavoro

L’intelligenza artificiale non deve essere percepita come una minaccia al lavoro, ma come una leva per migliorarne qualità, sicurezza e produttività. Perché questo avvenga, è necessario un cambio di paradigma: occorre investire in formazione e cultura dell’innovazione, promuovere regole chiare e favorire un approccio collaborativo tra istituzioni, imprese, lavoratori e professionisti. Solo attraverso un aggiornamento continuo delle competenze e un quadro regolatorio certo sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’IA senza compromettere equità e sicurezza nel mondo del lavoro.

La sfida è già iniziata e non possiamo permetterci di restare indietro. Il futuro del lavoro si costruisce oggi, con scelte responsabili e lungimiranti.

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