Intelligenza artificiale

IA e robotica: come l’Italia costruisce alleanze strategiche



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In Italia, l’urgenza di colmare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro si affianca alla necessità di comprendere le trasformazioni digitali e robotiche. Serve perciò una sinergia tra educazione, industria e innovazione per un futuro inclusivo

Pubblicato il 22 feb 2024

Mirta Michilli

direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale

Alfonso Molina

personal chair in Technology Strategy all’Università di Edimburgo e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale



romecup

Negli ultimi anni ci siamo concentrati soprattutto sul disallineamento tra domanda e offerta di lavoro cercando, senza riuscirci, di colmare il cosiddetto skill mismatch, la mancata corrispondenza tra le competenze dei candidati e quelle richieste dalle aziende. Ma c’è un altro scollamento che non è meno grave ed è strettamente collegato: è la distanza tra la nostra consapevolezza degli scenari in cui viviamo quotidianamente e le reali trasformazioni del paese, che avvengono in modo sempre più veloce e con impatti sociali meno prevedibili.

In altre parole come possiamo indirizzare in modo efficace l’offerta educativa e formativa, se non siamo a conoscenza delle tendenze reali e delle potenzialità concrete del nostro Paese?

Robotica: l’Italia tra i primi 6 paesi al mondo

Un esempio concreto è quello che sta avvenendo a livello globale nel settore della robotica. Mentre ci sorprendiamo del ritardo nella trasformazione digitale del Paese, ogni volta che commentiamo i dati annuali dell’Indice dell’economia e della società digitali (DESI), il monitoraggio sui progressi compiuti dai paesi europei, magari sottovalutiamo o non sappiamo che l’Italia è il 6° paese al mondo con il maggior numero di installazioni robotiche, in crescita anno dopo anno. Secondo il World Robotics Report 2023 dell’International Federation of Robotics (IFR), nell’Unione europea abbiamo una quota di mercato pari al 16%, subito dopo la Germania e prima della Francia.

Nell’ultimo anno le installazioni sono cresciute dell’8% a 11.475 unità. E sempre di più i robot saranno dotati di intelligenza artificiale. Anzi, secondo il documento Robotics Outlook 2030: How Intelligence and Mobility will Shape the Future del Boston Consulting Group (BCG), la capacità di apprendimento dei robot sarà proprio uno dei tratti salienti delle tendenze dei prossimi anni. Ecco perché siamo convinti che nello sviluppo della società l’impatto maggiore sarà provocato dalla convergenza sempre più stretta tra robotica e intelligenza artificiale. Ed è importante che quella crescita numerica sottolineata dal World Robotics Report si trasformi in sviluppo inclusivo, in qualità di vita. Come fare?

L’interazione tra robotica e intelligenza artificiale

La prima scelta strategica è quella di progettare un’azione sinergica, che coinvolga da subito tutti i soggetti interessati, dalle scuole ai decisori. Solo così si possono evitare altre distanze e nuovi scollamenti. Quando pensiamo ai luoghi di lavoro automatizzati nell’Industria 4.0, ci immaginiamo robot collaborativi che condividono lo spazio con i lavoratori, ma facciamo fatica a concepire una vera e propria interazione. Dobbiamo cominciare a cambiare punto di vista e a immaginare diverse tipologie di vicinanza e collaborazione con robot intelligenti in vari contesti, dalla vita quotidiana a quella professionale: possiamo interagire con i robot per migliorare il nostro benessere, la salute e ovviamente anche la produttività.

Eventi come il Consumer Electronic Show di Las Vegas ci aiutano a immaginare il nostro futuro, simulando alcune scene di vita quotidiana, con i robot che presto governeranno le nostre case.

Per alcuni di noi sono visioni distopiche, mentre per i più giovani sono una sorta di accelerazione del presente, immagini già familiari grazie soprattutto ai videogiochi. Le nuove generazioni possono aiutarci a familiarizzare più velocemente con le trasformazioni, non solo perché le vivono in modo naturale, ma anche perché sempre più spesso le innovazioni arrivano da settori non convenzionali.

Non è da escludere, ad esempio, che siano proprio i videogiochi a sperimentare con successo le prime interazioni tra intelligenza artificiale generativa e realtà virtuale.

RomeCup: un evento che combina robotica ed educazione

In campo robotico scuole e università sono già abituate a lavorare insieme: sfide creative ed esperienze ludiche sono un fattore propulsivo importante in tutti i processi di apprendimento e di ricerca. Con questo approccio già nel 2007 abbiamo contribuito a portare la sfida dei mondiali di robotica (RoboCup) in Italia, coinvolgendo le scuole di diverso ordine e grado nella RomeCup, multi evento che si svolge a Roma. L’obiettivo della RoboCup, attiva dal 1997, è “allenare” entro il 2050 una squadra di robot umanoidi autonomi in grado di sfidare e battere la squadra di calcio campione del mondo. Quella del calcio, lo sport più popolare al mondo, è solo una metafora per rendere la sfida più appassionante agli occhi dell’opinione pubblica. In gioco, invece, ci sono i grandi investimenti della ricerca sull’intelligenza artificiale e sulla capacità dei robot di scendere in campo, da quello di calcio agli scenari di guerra o dei disastri ambientali, compiendo scelte in modalità autonoma e in sicurezza per l’uomo.

Con la RomeCup, oggi giunta alla 17ª edizione, abbiamo costruito un originale modello di acceleratore verticale per lo sviluppo, che coinvolge scuole, atenei, centri di ricerca, startup, pmi e distretti produttivi. Ogni edizione, oltre alle gare ispirate alla RoboCup (soccer, rescue ecc.), propone nuovi “fili rossi” (donne della scienza, spin off della robotica, Industria 4.0 ecc.) per creare connessioni e arricchire l’ecosistema dell’innovazione con alleanze verticali e trasversali. Per rilanciare la sfida della consilience abbiamo creato sinergie originali con altri sistemi di eventi, come la mostra Human+ e il Media Art Festival, o con le grandi coalizioni europee per la trasformazione digitale dei programmi Erasmus+ o Horizon 2020.

Il “talent” a cielo aperto della RomeCup

Abbiamo chiesto a grandi esperti internazionali, come Donald Ingberg o Oussama Khatib, la disponibilità di dialogare con gli studenti e abbiamo lanciato il premio per giovani ricercatori eccellenti. In questo modo in soli tre giorni la RomeCup propone un’esperienza immersiva straordinaria sul presente e il futuro dell’uomo e può diventare il modello strategico sul quale costruire un’alleanza per l’intelligenza artificiale e la robotica.

Oltre a essere un contesto facilitante per il lavoro collaborativo di scuole e atenei, la RomeCup offre alle aziende un’occasione unica per dialogare con i giovani, che non sono visitatori, ma protagonisti, impegnati nei contest creativi, nelle gare, nelle aree dimostrative o nei laboratori. Manager e responsabili delle risorse umane scoprono un enorme “talent a cielo aperto” basato sul lavoro collaborativo. Infatti con la robotica educativa i giovani, imparano sin da piccoli, che si vince o si perde insieme, mai da soli come individui. E per gli studenti impegnati nelle sfide internazionali il motto è sempre lo stesso: “L’importante non è vincere, ma imparare”.

Un recente studio dell’Osservatorio sulla trasformazione digitale dell’Italia, lanciato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Fondazione Ibm Italia, conferma la natura complicata della relazione tra le aziende italiane e l’intelligenza artificiale, nonostante coinvolga ormai tutte le funzioni aziendali, dalla produzione alle risorse umane o dall’amministrazione fino alla logistica. Eppure più di un’azienda su 5 (21,8%) non sta usando tecnologie di IA e non prevede di farlo, soprattutto per mancanza di un chiaro obiettivo di business o per carenza di competenze.

Verso un dodecalogo programmatico per l’innovazione tecnologica

Secondo gli esperti per cambiare passo occorre “fare massa critica” sui fattori abilitanti di IA e robotica. Per farlo noi crediamo serva anche una alleanza trasversale che faccia da motore operativo. In occasione della prossima edizione della RomeCup, che si svolge a Roma all’Università degli Studi Tor Vergata (20 e 21 marzo) e Campidoglio (22 marzo), vogliamo lanciare il primo “dodecalogo programmatico”, che impegna tutti i partecipanti in azioni concrete per le nuove generazioni e lo sviluppo inclusivo. A partire dalla convergenza di IA e robotica.

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