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L’IA mette il turbo alle PMI, ma servono strategia e competenze



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L’implementazione dell’IA nelle PMI italiane promette aumenti di fatturato fino al 20%. La chiave del successo? Investimenti mirati, formazione continua e un approccio equilibrato tra innovazione e sicurezza

Pubblicato il 26 feb 2025



ia e selezione del personale

Aumento dei ricavi annui tra il 10% e il 20% entro i prossimi 5 anni per le PMI che implementeranno l’intelligenza artificiale all’interno dei propri processi produttivi ed organizzativi: questi sono i dati che emergono da uno studio condotto da Unimpresa. Si prospetta un roseo futuro per il tessuto produttivo italiano se verranno intraprese dalle aziende le azioni adeguate a realizzarlo.

IA nelle PMI, la necessità di un quadro normativo strutturato

Stime che fanno ben sperare e che, secondo quanto riportato dalla stessa presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, per divenire realtà necessitano dell’introduzione di un quadro normativo strutturato che “riesca a garantire un equilibrio tra l’esigenza di tutelare i diritti fondamentali e quella di promuovere l’innovazione”, assicurando un uso proficuo e, al contempo, sicuro dell’IA all’interno delle realtà aziendali statisticamente più presenti nel mercato italiano.

Una sfida che, se vinta, porterà, in primo luogo, le PMI a conquistare aree di mercato, anche internazionali, fino ad oggi inaccessibili a causa della mancanza delle competenze specialistiche necessarie; in secondo luogo, consentirà anche allo stato italiano di avere un rilevante incremento del PIL, che lo studio di Unimpresa stima possa essere del 12% nel 2030, stante la maggioritaria presenza nel mercato nazionale di tale tipologia di imprese.

In altri termini, un beneficio per l’intero settore produttivo italiano, che consentirà alle imprese e al Paese di guadagnare posizioni sempre più rilevanti nel mercato internazionale.

Implementazione strategica dell’IA: difficoltà e costi da adffrontare

Per quanto i dati riportati da Unimpresa possano risultare di buon auspicio, al contempo, è d’obbligo sottolineare che, affinché gli stessi possano concretizzarsi nel prossimo futuro, le PMI dovranno affrontare delle difficoltà evidenti legate alle risorse economiche necessarie sia per l’implementazione e il continuo funzionamento dell’IA, che per la formazione delle risorse umane interne e per l’assunzione di eventuale ulteriore personale qualificato.

I sistemi più evoluti di IA – quelli che concretamente possono consentire alle imprese di velocizzare ed efficientare le procedure interne al fine di erogare all’esterno un miglior output – implicano il possesso di risorse economiche che, ad oggi, non tutte le PMI dispongono.

Un investimento economico che comprenderà non solo i costi del sistema di IA – stimati da Unimpresa tra 50.000 e 500.000 Euro – ma anche il dispendio finanziario necessario per formare le risorse interne, fornendo alle stesse tutte le competenze indispensabili per far fruttare appieno l’algoritmo e produrre l’output vincente sul mercato, quello che consentirà l’aumento dei ricavi stimato.

Inoltre, anche in virtù delle regole poste dall’AI Act e dalle nuove regolamentazioni (nate e nasciture), il sistema di IA richiederà una supervisione day-by-day – sia a livello software che a livello hardware – da parte di risorse con delle competenze acquisibili solo attraverso titoli di studio specifici in materia, che potrebbero richiedere la necessità di introdurre in organico risorse umane dotate degli stessi. Difficoltà che non devono scoraggiare le PMI nell’utilizzo dei sistemi di IA ma di cui è necessario essere consapevoli per adattarsi all’evoluzione tecnologica disponendo di una compiuta analisi costi-benefici.

Azioni da intraprendere per l’aumento della produttività

Le sfide che si pongono dinanzi alle PMI per il miglioramento dei processi interni attraverso la loro integrazione con i sistemi di IA rappresentano lo “scoglio” iniziale per ottenere il promettente futuro rappresentato da Unimpresa.

Effettuato l’iniziale investimento necessario per introdurre l’algoritmo in azienda, le PMI potranno trarne gli innumerevoli vantaggi tratteggiati da Unimpresa.

Tuttavia, al fine di ottenere un aumento dei ricavi, occorre che il management – in collaborazione con soggetti dotati delle adeguate competenze specialistiche – individui la strategia e il piano d’azione atti a consentire un proficuo utilizzo dell’IA.

In altri termini, non è sufficiente la mera integrazione dell’IA nel complesso aziendale ma, per sfruttarne al meglio le potenzialità, occorre intraprendere le seguenti azioni:

  • scelta mirata del sistema;
  • adozione di potenziate misure di sicurezza;
  • implementazione di tecnologie;
  • adozione di aggiornate policy e regolamentazioni;
  • formazione delle risorse e
  • assunzione di nuove risorse.

Scegliere il sistema di IA più adatto

L’incremento della produttività e della competitività delle PMI presuppone una valutazione caso per caso del sistema di IA che potrebbe in concreto migliorare i processi aziendali.

La scelta del sistema di IA richiede la preliminare individuazione delle fasi e dei settori produttivi ed organizzativi che potrebbero trarre maggior beneficio dall’integrazione con l’algoritmo.

Per far ciò, è richiesta una mappatura delle procedure aziendali, individuando le aree con i maggiori deficit, che potrebbero essere risolti attraverso l’automazione.

Quali strumenti occorrono per tale analisi approfondita dei processi produttivi ed organizzativi?

In primo luogo, serviranno delle tecnologie avanzate di assessment dei processi interni, che possano individuare con precisione e con oggettività le fasi produttive ed organizzative più standardizzate e ripetitive, facilmente eseguibili dall’algoritmo.

In secondo luogo, l’aiuto di esperti di IA agevolerà, tramite una consulenza ad hoc effettuata attraverso la diretta supervisione dei processi aziendali, le PMI a comprendere l’algoritmo più adatto alla loro realtà e il settore nel quale l’implementazione del sistema porterebbe maggiori benefici.

Fatta tale valutazione interna, infine, sarà necessario stabilire dei chiari obiettivi: cosa si vuole raggiungere tramite l’implementazione dell’IA all’interno di una determinata area produttiva e/o organizzativa?

Capire cosa si vuole conseguire è fondamentale per individuare il sistema di IA adatto al raggiungimento dell’obiettivo. Obiettivo che potrebbe essere, a titolo esemplificativo, quello di risolvere falle individuate dalla suddetta mappatura, quello di incrementare al 40% la fase di packaging del prodotto, quello di ridurre i bias (es., discriminazione) nei processi di selezione del personale, etc.

Adottare misure di sicurezza idonee all’utilizzo in sicurezza dell’IA

Le PMI potrebbero non essere pronte, a livello organizzativo, ad un utilizzo in sicurezza dell’IA. Infatti, per far sì che, in concreto, il sistema introdotto in azienda possa apportare i benefici stimati occorre che i rischi tipici e propri dei sistemi di IA vengano prevenuti attraverso studiate misure di sicurezza.

Tali misure devono assolvere ad un duplice scopo: prevenzione e risoluzione a seguito di verificazione dell’incidente che non si è riusciti a prevenire.

Inoltre, l’individuazione delle misure necessarie è agevolata da una stretta comunicazione con il provider del sistema che rappresenta il soggetto dotato della maggiore conoscenza dello stesso e che, dunque, è in grado di fornire ogni informazione relativa al livello di rischiosità, come da loro specifico obbligo ai sensi degli artt. 16 e 17 dell’AI Act.

Gli strumenti da adottare riguardano sia la sicurezza fisica delle risorse che andranno a contatto, con il sistema sia la tutela dei dati aziendali.

Sotto il versante della salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dovranno essere predisposti dei meccanismi, facilmente accessibili e manovrabili dai dipendenti, per consentire l’arresto del sistema di IA e la protezione dallo stesso in caso di suo evidente malfunzionamento, quali pulsanti di interruzione, barriere protettive, etc.

Dal punto di vista della tutela delle informazioni riservate aziendali, è necessario implementare software atti ad evitare attacchi informatici e data breach indesiderati, in grado di provocare ingenti danni economici e reputazionali. Antivirus, sistemi di backup e di ripristino dei dati, firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS) e sistemi di prevenzione delle intrusioni (IPS) – quali, soluzioni EDR (Endpoint Detection and Response) e XDR (Extended Detection and Response) –, sistemi di crittografia: questi sono solo alcuni degli strumenti che dovranno essere introdotti nelle PMI e che devono avere la potenza necessaria a evitare indesiderate dispersioni dei dati che si potrebbero verificare con l’uso dell’IA.

La mancata adozione delle adeguate misure di sicurezza non consentirebbe un utilizzo proficuo dell’algoritmo: i gravi incidenti che si potrebbero verificare tramite l’uso dei sistemi di IA senza i presidi necessari azzererebbero in toto i suoi potenziali benefici.

Introdurre in azienda le tecnologie adatte a supportare il sistema di IA

I modelli di IA dovranno essere integrati su supporti tecnologici – hardware e software – in grado di supportare la loro potenza e di farli funzionare a pieno regime.

Infatti, l’implementazione del sistema di IA su una tecnologia obsoleta potrebbe, in primo luogo, non essere possibile e, in secondo luogo, non consentire, in ogni caso, all’IA di esplicare appieno le proprie potenzialità.

Occorrono tecnologie dotate di elevato computing power e software di machine learning in grado di costruire, addestrare ed implementare i modelli di IA che si vogliono introdurre in azienda.

Adottare policy e regolamentazioni interne per regolare l’utilizzo dell’IA

Come evidenziato dalla stessa presidente di Unimpresa, occorre un apposito quadro normativo a garanzia dell’uso corretto e conforme ai principi costituzionali dell’IA.

Una regolamentazione che dovrà essere adottata non solo a livello istituzionale e nazionale bensì anche all’interno di ogni realtà organizzativa aziendale che voglia integrare i propri processi con l’IA.

Le policy aziendali – da adottare ex novo o da integrare se già esistenti – dovranno contenere le regole che spieghino come utilizzare l’IA nella maniera corretta e più efficiente a livello produttivo.

Ciò non solo nel corso dell’esecuzione della prestazione lavorativa di ciascun dipendente ma anche nella fase antecedente l’assunzione (regolamentando l’eventuale uso dell’IA durante il recruitment), nonché nei rapporti verso l’esterno, quali quelli con clienti, distributori e fornitori.

Al contempo, i contratti – sia con il personale che con i clienti, distributori e fornitori – dovranno essere integrati con penali per la violazione delle regole inerenti all’IA e i codici disciplinari interni dovranno essere modificati tramite l’inserimento di sanzioni specifiche che puniscano la violazione delle policy aziendali disciplinanti l’utilizzo dell’algoritmo.

Tuttavia, è bene sempre ricordare che un utilizzo dell’IA conforme alle best practices e rispettoso dei diritti fondamentali dell’individuo passa non solo attraverso la sua regolamentazione e la relativa evoluzione normativa ma anche e soprattutto attraverso la diffusione dell’etica all’interno della singola realtà organizzativa.

In altri termini, le regole interne devono essere comprese e percepite nella loro portata ed importanza dalla totalità delle persone che lavoreranno con l’IA: non è sufficiente stabilire delle regole, ma è altresì necessario che le stesse vengano interiorizzate da chi è chiamato a seguirle affinché possano essere costantemente rispettate.

Formare le risorse interne

Un uso proficuo dell’IA richiede la specifica formazione delle risorse interne.

Formazione che dovrà riguardare le competenze adatte sia ad utilizzare il sistema in sé, che a revisionare l’output prodotto dall’algoritmo.

Le PMI, avvalendosi di fornitori esterni di corsi specialistici, dovranno dotare il proprio personale delle hard skills tecnico-informatiche che occorrono ad un uso profittevole dello specifico sistema di IA implementato in azienda.

Inoltre, appare indispensabile stimolare quotidianamente le soft skills dei dipendenti, che dovranno essere allenati ad un uso sempre più attivo e continuo della propria capacità creativa, critica – necessaria per la revisione dell’output e per verificarne la veridicità – e relazionale.

Come già anticipato, formare le risorse non vuol dire solo dotarle delle competenze necessarie all’utilizzo del sistema ma anche diffondere la fiducia e l’etica indispensabili per sfruttare correttamente e proficuamente l’IA.

Soprattutto le risorse con maggiore anzianità potrebbero essere reticenti ad utilizzare le innovative tecnologie intelligenti in quanto spaventate dalla minaccia di uno strumento che potrebbe sostituirle, restie ad abbandonare i tradizionali metodi di lavoro e non stimolate a mettersi nuovamente in gioco tramite l’apprendimento di un nuovo modus operandi integrato con l’IA.

Pertanto, far comprendere realmente le potenzialità dello strumento e rassicurare circa il fatto che l’IA non sostituirà la risorsa umana ma la aiuterà a svolgere più velocemente ed efficientemente la prestazione introduce quella dose di fiducia che deve essere diffusa all’interno della realtà organizzativa.

Formare nel modo suindicato il personale richiede sicuramente un investimento di tempo e di risorse rilevante ma che appare dirimente per sfruttare al meglio le potenzialità del sistema di IA.

Assumere risorse qualificate

Infine, per quanto le risorse già presenti in organico potranno essere formate per utilizzare l’IA, allo stesso tempo, l’algoritmo introdurrà in azienda la necessità di assumere personale specialistico, con i titoli di studio e le conseguenti competenze indispensabili per il controllo del sistema.

L’organigramma dovrà includere nuove posizioni con innovativi job titles o con i tradizionali job titles ma integrati con ulteriori mansioni riguardanti nello specifico l’IA.

Tra queste rientrano, in particolare, le figure che sappiano maneggiare sia a livello hardware che a livello software l’IA per garantirne il corretto funzionamento e prevenire eventuali incidenti nonché coloro che abbiano le specifiche competenze per garantire la data protection e risolvere gli eventuali data breach.

L’antropocentrismo come garanzia della proficua implementazione dell’IA nelle PMI

Da quanto sopra esposto, emerge, dunque, che l’opportunità di crescita che l’IA potrebbe fornire alle PMI potrà essere colta appieno solo se le imprese si doteranno di una serie complessa di strumenti.

Strumenti che spetta all’uomo saper individuare, implementare e far funzionare nella maniera adatta.

Bisogna porsi sempre in un’ottica antropocentrica, comprendendo che l’IA non farà aumentare i ricavi delle PMI se l’uomo non ne assicurerà, attraverso l’adozione e il continuo aggiornamento degli strumenti necessari, un buon utilizzo.

In altri termini, l’IA potrà esplicare pienamente le proprie potenzialità solo se l’essere umano sarà in grado di sfruttarla ed introdurla nei complessi aziendali in maniera efficiente e sicura: non è l’IA che garantirà l’aumento della redditività e della competitività delle PMI ma è l’uomo che, tramite un utilizzo compliant, attento e specialistico potrà assicurare il successo dell’integrazione dell’IA all’interno delle realtà organizzative.

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