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Mettere la persona al centro per la ripresa del Paese: come cogliere le occasioni del PNRR

La valorizzazione del capitale umano è un aspetto prioritario per il rilancio dell’Italia, contemplato dal PNRR: vediamo perché, considerando gli aspetti legati a digitalizzazione e formazione

Pubblicato il 08 Ott 2021

Marco Valerio Morelli

CEO di Mercer Italia

competenze

I fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) rappresentano un’imperdibile occasione per il rilancio del Paese non solo alla luce dei danni causati a economia e società dalla pandemia, ma anche per colmare lacune annose che frenano lo sviluppo in ambito privato e pubblico. In questo contesto, il fattore determinante per il successo è dato dalla valorizzazione del capitale umano. La persona, intesa come risorsa in un contesto economico, come componente della società e membro di una famiglia, torna al centro dei progetti, come se il Piano esprimesse la rinnovata consapevolezza che senza le persone non si potrebbero concretizzare le politiche industriali e gli indirizzi strategici necessari a trainare l’Italia.

Leggendo il PNRR, alla luce di ciò, risultano particolarmente interessanti due tra i tanti aspetti inclusi nel programma: la spinta alla digitalizzazione dei servizi e il supporto alla formazione. Sono due ambiti di importanza strategica rilevante per l’Italia, da un lato per garantire la competitività del sistema Paese sul piano internazionale, dall’altro per colmare il digital gap e lo skill mismatch che attanagliano la realtà italiana del mercato del lavoro. Uno scenario in cui la creazione e incentivazione delle competenze è di importanza prioritaria.

PNRR: perché la digitalizzazione è leva per il sistema produttivo

Non è un caso che la prima missione del PNRR sia dedicata a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, considerando due aspetti:

  1. l’importanza che la dimensione digitale ha ricoperto nel periodo più duro della pandemia di coronavirus sia per garantire la continuità operativa aziendale e l’erogazione dei servizi, ma anche per sostenere i rapporti interpersonali in un momento in cui il distanziamento era obbligatorio per preservare sicurezza e salute;
  2. il ruolo della trasformazione digitale di imprese e pubbliche amministrazione a livello europeo e, in generale, globale: un ambito su cui le politiche economiche e industriali puntano con sempre maggior rilievo al fine di assicurare mercati più competitivi, sicuri, innovativi.

Il PNRR destina a questo settore 40,32 miliardi di euro, di cui:

  • 9,75 miliardi per digitalizzazione e sicurezza nella pubblica amministrazione;
  • 23,89 miliardi di euro per digitalizzazione, innovazione, competitività nel sistema produttivo;
  • 6,68 miliardi di euro per turismo e cultura in chiave 4.0.

L’obiettivo del PNRR è migliorare il livello di digitalizzazione del Paese, dopo il poco entusiasmante risultato registrato dal Desi 2020, in cui l’Italia si è posizionata al venticinquesimo posto in Europa. I problemi in questo senso sono dovuti principalmente a due fattori: la scarsità di investimenti in tecnologie innovative, con la conseguente poca diffusione di queste, e la mancanza di competenze specifiche.

PNRR e formazione: gli strumenti per valorizzare le competenze

È evidente quindi che puntare sulla valorizzazione delle competenze sia una priorità per completare il quadro di interventi strategici volti allo sviluppo del Paese. Il PNRR non trascura questo aspetto, rilevando come investire nell’istruzione e nella formazione sia estremamente importante per privati e PA. La Missione 4 del Piano, “Istruzione e ricerca”, dedica a questo settore 30,88 miliardi di euro. In particolare:

  • 19,44 miliardi di euro sono dedicati al potenziamento dei servizi per l’istruzione;
  • 11,44 miliardi di euro sono dedicati al percorso “dalla ricerca all’impresa”.

Molti degli obiettivi si legano al mondo del lavoro, come quello di colmare il divario con i Paesi europei relativamente all’offerta di servizi per l’istruzione, in particolare riguardo all’infanzia, una condizione che attualmente porta un gravame sulle famiglie con conseguenti difficoltà per i genitori lavoratori. Particolarmente rilevante risulta essere anche il problema dello skill mismatch, cioè l’incompatibilità con le professionalità richieste dal mercato del lavoro e il bagaglio di competenze disponibili. Una situazione che crea disagi a livello economico e sociale, con le imprese da una parte che non trovano chi assumere per ricoprire certi ruoli strategici, soprattutto in relazione alle nuove tecnologie, mentre chi cerca un impiego si trova in difficoltà perché non formato per le reali esigenze delle aziende. Chi invece possiede certe competenze specifiche tende a lasciare il Paese. Emerge infatti tra gli obiettivi del Piano anche la necessità di ridurre la fuga dei talenti, oltre a incrementare il numero dei ricercatori.

È bene sottolineare che un ruolo importante viene svolto anche dalle imprese stesse, che possono attrarre talenti attraverso la valorizzazione della propria reputation e abbracciando il tema della diversity inclusion, supportando la meritocrazia e un nuovo approccio alla ricerca di personale basato su un modello più orientato all’ascolto.

Come cogliere le opportunità del PNRR: il caso di Mercer

Obiettivi e fondi dunque non mancano, resta però da comprendere come poter cogliere le opportunità offerte dal PNRR in maniera concreta. Un utile passo che imprese e PA possono intraprendere è quello di rivolgersi a esperti nella consulenza sul capitale umano, per essere accompagnati nel percorso. Per esempio, Mercer Italia, società di consulenza specializzata in capitale umano, mette a disposizione il proprio know-how per supportare le pubbliche amministrazioni nella gestione di:

  • metodologie per valorizzare le competenze, per esempio attraverso il supporto all’upskilling e reskilling dei lavoratori, al fine di ridurre la disoccupazione, supportando le aziende pubbliche in attività di skill assessment;
  • sostegno alla digitalizzazione e innovazione nelle aziende della PA, attraverso la realizzazione di piani strategici per le risorse umane, implementazione di piani volti a concretizzare gli indirizzi del PNRR, ma anche realizzazione di roadmap specifiche per ridurre il digital gap nelle pubbliche amministrazioni e modelli di valutazione dei ruoli;
  • accompagnamento nell’individuare soluzioni volte all’inclusività, al fine di ridurre il gender gap;
  • definizione di modelli di welfare basati su analisi dei rischi delle persone e introduzione di sistemi di valorizzazione del merito.

In questo modo si potranno avere i giusti strumenti per affrontare in modo corretto le indicazioni del PNRR e rivoluzionare la propria realtà partendo dalle persone che ne fanno parte.

L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con Mercer

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