La formazione sull’IA non sta tenendo il passo con l’evoluzione tecnologica in atto. Questo divario tra innovazione e competenze richiede un impegno collettivo e strategie efficaci per garantire che l’IA sia compresa, gestita e utilizzata responsabilmente. L’Associazione Italiana Formatori ha avviato diverse iniziative per colmare tale lacuna. Tra queste spicca #OpenAif, una community digitale dedicata all’apprendimento dell’IA. Ma quali sono i risultati attesi da questi interventi formativi? E quale ruolo gioca la formazione nell’era dell’intelligenza artificiale?
Il gap tra rivoluzioni tecnologiche e formazione
Nelle fasi iniziali delle rivoluzioni tecnologiche (ma anche culturali), dove la formazione sarebbe fondamentale per facilitarne comprensione e diffusione, si osserva un periodo di stallo caratterizzato dallo squilibrio tra la velocità del cambiamento e l’aggiornamento delle competenze, uno squilibrio che è strutturale.
Il compito che la formazione deve imporsi è la riduzione di questo divario nel più breve tempo possibile: è possibile immaginare un learning by design per la tecnologia?
Se è inevitabile che le energie dedicate allo sviluppo sovrastino di molti ordini quelle utilizzate per la formazione, è anche vero che la formazione è un fattore di diffusione della tecnologia e un ambito in cui, generalmente, l’innovazione trova applicazione.
La necessità di favorire la formazione sull’IA
Molte delle questioni collegate all’intelligenza artificiale trovano nella formazione un potente facilitatore: oltre l’uso come strumento, abbiamo tutte le riflessioni sul senso di questa tecnologia, sul suo uso etico, sui temi connessi alla sostenibilità.
È indispensabile che la formazione vada oltre l’apprendimento dell’uso pratico, offrendo una comprensione profonda di come l’IA si inserisca nel contesto sociale più ampio, favorendone un’adozione meno superficiale e più integrata nei valori e nelle pratiche quotidiane.
Le iniziative dell’Associazione Italiana Formatori
Proprio in quest’ottica si è mossa l’Associazione Italiana Formatori, con due iniziative in dialogo tra loro: il XXXV Convegno nazionale dal titolo “Nuovo umanesimo e intelligenza artificiale. Frontiere della formazione e strumenti per un apprendimento sostenibile” e la piattaforma #OpenAif, per la condivisione di riflessioni e pratiche intorno al tema dell’IA, che abbiamo introdotto nel precedente articolo.
Il XXXV Convegno nazionale AIF: nuovo umanesimo e IA
Il convegno ha messo a confronto diversi punti di vista: da quello accademico a quello aziendale, da quello degli enti di formazione a quello delle istituzioni. Il quadro di riferimento è stato tracciato da Luciano Floridi, fondatore del centro di ricerca sull’etica digitale dell’università di Yale, e da Cosimo Accoto, filosofo affiliato al MIT di Boston. Luciano Floridi ha sottolineato come di fronte all’impatto dell’IA la formazione non possa più considerarsi, come spesso avviene, un “nice to have”, un accessorio grazioso ma alla fine non essenziale, ma nemmeno la bacchetta magica che risolve tutti i problemi.
Compito della formazione, una formazione destinata non solo alla classe dirigente e a chi lavora ma a tutti i cittadini e le cittadine, deve essere quello di creare consapevolezza e di preparare ad affrontare l’inaspettato, tenendo sempre presente anche i tempi della sostenibilità.
Cosimo Accoto ha posto il tema della necessità di un’innovazione culturale, ponendo alcune domande provocatorie ed estremamente significative: nel momento in cui le macchine parlano e scrivono, il linguaggio può essere considerato ancora qualcosa di tipicamente umano? Se è vero che per gli esseri umani il linguaggio è relazione con il mondo e per l’IA è relazione statistica tra parole, è anche vero che l’acquisizione da parte della macchina di un’abilità che fino a ora era esclusivamente umana è una provocazione di senso che ci costringe a ripensare i nostri modelli di riferimento.
È in questa cornice di senso che devono essere collocate le diverse sperimentazioni di utilizzo dell’IA nell’ambito della formazione, di cui sono stati illustrati numerosi esempi da Susanna Sancassani, responsabile del Centro METID del Politecnico di Milano, Emanuele Frontoni, co-direttore del VRAI Vision Robotics & Artificial Intelligence Lab dell’Università Politecnica delle Marche, Massimo Canducci, autore del volume “Vite aumentate” e tanti altri.
#OpenAif: una community digitale per l’apprendimento sulla IA
Il percorso di avvicinamento al convegno è stato supportato da #OpenAIF (bit.ly/OpenAIF), una piattaforma destinata sia ai soci che a tutte le persone interessate a confrontarsi sul tema dell’IA.
L’obiettivo di questa iniziativa è stato favorire l’evoluzione dell’utilizzo dell’intelligenza da mero strumento a metodo di lavoro e infine a mindset.
Per raggiungere questo scopo si è agito su più fronti che hanno visto nella piattaforma social uno strumento di facilitazione:
- La condivisione di materiali informativi come articoli, newsletter e documentazioni sui temi dell’IA
- La creazione di spazi di discussione proposti direttamente dai partecipanti, che si sono focalizzati su IA e empatia, IA e creatività, IA e storytelling, relazione uomo-IA
- Una serie di incontri sincroni con studiosi, professionisti, insegnanti e imprenditori coinvolti a vario titolo con lo sviluppo tecnologico
- Un laboratorio pratico sull’utilizzo degli strumenti generativi, ChatGPT ma non solo, per consentire ai partecipanti di familiarizzare con l’uso di questa tecnologia. Tutte le registrazioni degli interventi sincroni sono disponibili nella piattaforma social.
Nel tempo si è venuta formando una community di oltre 600 persone che contribuiscono quotidianamente all’aggiornamento dei materiali disponibili, ad animare gli eventi organizzati in sincrono e alla produzione di contenuti originali.
I risultati attesi dalle iniziative di formazione sull’IA
Tra principali prodotti, in fase di ultimazione, vogliamo evidenziare:
- un paper che prende in considerazione l’evoluzione della relazione uomo macchina
- lo sviluppo di un Chatbot open source, reso disponibile attraverso la piattaforma
- l’elaborazione dei dati di un questionario somministrato ai partecipanti sul rapporto con la tecnologia generativa
In particolare, il paper dal titolo “Dall’interazione uomo/macchina alla relazione uomo/IA: un nuovo cambio di paradigma e le sue implicazioni psicologiche” (Debora Ledda, Vivaldo Moscatelli) vuole mostrare come l’affermarsi dell’intelligenza artificiale generativa stia sviluppando nuove forme di relazione con la tecnologia, definendo modalità proprie che richiedono di passare dall’interazione uomo/macchina alla più complessa relazione uomo/IA.
Partendo da una panoramica storica, sarà definito il concetto di “relazione” in questo contesto sottolineandone gli aspetti etici e sociali. Si analizzerà il cambio di paradigma psicologico atteso e le implicazioni del passaggio dalle interazioni con macchine fisiche a quelle con agenti intelligenti. Da ultimo saranno indicate prospettive sul futuro delle relazioni uomo-IA e suggeriti approcci per affrontare questa transizione nei contesti organizzativi.
Lo sviluppo di un Chatbot originale, basato su uno dei progetti di LLM open source attualmente disponibili e che garantisca il soddisfacimento di privacy e security nell’utilizzo, è un passo necessario per l’adozione, soprattutto a livello organizzativo, della tecnologia generativa.
I possibili impieghi vanno dalla realizzazione di assistenti virtuali che semplifichino le attività amministrative interne al supporto per lo sviluppo di nuovi prodotti fino all’automazione del marketing aziendale.
Infine, il questionario (elaborato da Emanuela Torcinaro) ha permesso di fare emergere le caratteristiche del campione degli iscritti al social #OpenAIF mettendo in evidenza, tra gli altri, un indicatore del rapporto con la tecnologia che ha mostrato, per il 25% dei rispondenti, l’affermarsi in una relazione empatica con gli strumenti generativi; si tratta di un fattore che conferma l’evoluzione del rapporto con la tecnologia annunciata dal paper sulla relazione uomo-IA.
Conclusioni
Di fronte all’affermarsi dell’intelligenza artificiale, la formazione è chiamata a svolgere un ruolo di primo piano sia nel favorire l’adozione di un nuovo mindset sia nel promuovere la conoscenza di metodi e strumenti. Ma per farlo è necessario che i formatori in primo luogo si confrontino con questa tecnologia, le paure che suscita, le opportunità che consente di intravedere. Il XXXV Convegno nazionale Aif e la piattaforma #OpenAIF rappresentano due spazi pensati per permettere e alimentare questo confronto.