il nuovo bando

Servizio Civile Digitale, importanti i prossimi passi per le competenze dell’Italia: ecco perché

Il bando per 2160 volontari sui 278 progetti ammessi al finanziamento è un passo importante nell’attuazione della prima annualità PNRR del Servizio Civile Digitale, dopo l’avvio sperimentale. Tante organizzazioni del terzo settore e pubbliche con progetti innovativi che si dispiegano su tutto il territorio nazionale

Pubblicato il 09 Set 2022

Nello Iacono

Coordinatore Coalizione Nazionale Repubblica Digitale - Dipartimento per la trasformazione digitale

servizio civile digitale

Con la pubblicazione del bando per la selezione di 2160 volontari che presteranno servizio nei  278 progetti afferenti a 88 programmi di Servizio Civile Digitale ammessi al finanziamento, si attua il secondo importante passo  per l’attuazione della prima annualità del  Servizio Civile Digitale. È l’occasione, quindi, per un aggiornamento della situazione descritta a inizio anno al momento della pubblicazione dell’avviso per gli Enti iscritti all’Albo del Servizio Civile Universale

Il progetto del Servizio Civile Digitale, incluso nel PNRR, prevede   il coinvolgimento di quasi diecimila volontari nel triennio 2022-2024, dopo la sperimentazione avviata nel 2021 con i primi 1007 volontari tuttora all’opera nei progetti in corso.

Servizio Civile Digitale, il non profit per la consapevolezza digitale dei cittadini

A che serve il Servizio Civile Digitale

Il Servizio Civile Digitale fa parte dell’ampio programma di azioni finalizzate all’alfabetizzazione e all’inclusione digitale dei cittadini, previste dalla Strategia nazionale per le competenze digitali (di cui è in corso di aggiornamento il Piano Operativo). Con l’ambizioso obiettivo di formare circa un milione di cittadini, il progetto contribuisce a portare entro il 2026 al 70% la percentuale di popolazione in possesso di competenze digitali almeno di base, traguardo necessario per la sostanziale realizzazione di una capillare inclusione digitale.  Per realizzare il Servizio Civile Digitale il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha individuato il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale quale Soggetto attuatore per la Misura 1.7.1 del PNRR nell’ambito dell’investimento che ha un importo complessivo di  60 milioni di euro per l’intera durata del progetto.

Con la partecipazione all’’avviso, il settore pubblico e quello non profit hanno la possibilità, al contempo,  di sviluppare servizi di alfabetizzazione digitale per la popolazione, in particolare quella “fragile”, e potenziare le competenze digitali degli enti coinvolti rafforzando la rete dei punti di facilitazione digitale quale importante strumento di assistenza personalizzata .

Una delle principali novità del Servizio Civile Digitale è, infatti, puntare a un potenziamento delle competenze  per rendere sostenibili nel tempo i servizi attivati. Sono così previsti specifici percorsi di capacity building delle competenze digitali a supporto degli Enti aderenti e degli operatori volontari che parteciperanno ai progetti e un supporto costante garantito  da un sistema di knowledge management per condividere  le  buone pratiche.

Il Servizio Civile Digitale nella strategia per le competenze digitali

La carenza di competenze digitali nei diversi ambiti è uno dei principali limiti per lo sviluppo del Paese. Secondo i dati del DESI 2022 (Digital Economy and Society Index), l’Italia è terzultima in Europa nella dimensione del capitale umano. Solo il 46 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni (dati 2021 Eurostat) possiede perlomeno competenze digitali di base (54 % nell’UE) e appena  il 23 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (26 % nell’UE).

La Strategia nazionale per le competenze digitali, con il suo Piano operativo (in corso di aggiornamento, la pubblicazione della nuova versione è attesa a breve), prevede un approccio organico rispetto per lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini, con più azioni coordinate, molte di queste incluse nell’ambito del PNRR.

L’investimento 7 della Missione 1 del PNRR prevede, in particolare, per supportare le fasce della popolazione a maggior rischio di esclusione digitale e sociale, due interventi correlati:

  • lo sviluppo di una Rete dei punti di facilitazione digitale, con almeno tremila punti di facilitazione digitale attivi sul territorio in grado di abilitare digitalmente due milioni di cittadini entro il 2026;
  • la diffusione del Servizio Civile Digitale, che coinvolgerà un network di giovani volontari con l’obiettivo di abilitare digitalmente un milione di cittadini entro il 2025.

Questi interventi valorizzano da un lato le iniziative delle oltre 250 organizzazioni che aderiscono alla Coalizione Nazionale, costituita nell’ambito del programma Repubblica Digitale, dall’altro puntano a rendere l’educazione digitale parte strutturale delle azioni di inclusione sociale già in atto, in un approccio globale che, come affermato nella Strategia nazionale per le competenze digitali, considera come fattore chiave di intervento anche la costruzione di una rete nazionale di servizi di facilitazione digitale sul territorio. Un approccio che si basa sulla convinzione che, se la formazione di competenze digitali è ineludibile per lo sviluppo  di una società  del XXI secolo, allora il territorio, i quartieri, le comunità locali e gli spazi pubblici devono prioritariamente garantire  servizi di assistenza per chi ha bisogno di supporto per godere dei propri diritti (servizi, informazioni, partecipazione), anche attraverso una rete organica di presìdi di facilitazione digitale.

La facilitazione digitale ha l’obiettivo di abilitare la fruizione autonoma da parte dell’utente di Internet, delle tecnologie digitali e di servizi digitali essenziali, pubblici o privati. Tale attività si concretizza in momenti di supporto e affiancamento individualizzati, che mirano ad incidere positivamente sulla motivazione e sul concreto utilizzo di servizi e dispositivi digitali. All’operatore volontario viene pertanto richiesto di inserirsi  in un gruppo di lavoro, sviluppando e facendo leva su specifiche competenze digitali ma anche su competenze trasversali quali problem solving, empatia, capacità di gestire i conflitti e comunicare efficacemente.

Costruire, valorizzando le iniziative già attive, la Rete dei Punti di Facilitazione Digitale è così un’azione di sistema per sostenere efficacemente l’inclusione digitale attraverso un disegno organico e una diffusione capillare, duratura e di sistema del servizio su tutto il territorio. In questo quadro, il Servizio Civile Digitale rappresenta un intervento fondamentale di abilitazione del settore non profit. Ma come funziona?

Il Servizio Civile Digitale, funzionamento e programmi previsti per il bando

Il Servizio Civile Digitale rientra nel Servizio Civile Universale (SCU) ed è realizzato in collaborazione tra Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale.  Gli obiettivi principali del progetto sono:

  • rafforzare le competenze digitali e il capitale culturale degli operatori volontari partecipanti, in particolare le competenze relative alla figura del “facilitatore digitale”, elemento chiave per l’efficace dispiegamento di interventi di inclusione digitale;
  • promuovere lo sviluppo e il potenziamento delle competenze digitali dei cittadini, il rafforzamento del capitale umano del Paese, grazie a  servizi di “facilitazione digitale” e  specifici percorsi educativi;
  • potenziare le competenze digitali degli Enti di servizio civile universale che aderiranno all’iniziativa, attraverso percorsi di capacity building, soprattutto orientate alla realizzazione e alla gestione di un servizio di facilitazione digitale;
  • sostenere l’inclusione digitale come parte integrante dei servizi di assistenza rivolti alle comunità o a particolari categorie di persone, promuovendo progetti per lo sviluppo e il potenziamento delle competenze digitali, attraverso servizi di facilitazione digitale in sedi pubbliche (es. municipi, biblioteche, scuole) e private;

Ciascun Ente aderente ha potuto presentare un solo programma di intervento secondo l’avviso pubblicato a gennaio 2022 dal Dipartimento delle politiche giovanili e Servizio civile universale. I programmi sono articolati in progetti che devono sviluppare almeno una delle  due tipologie di servizio, descritte nel Programma Quadro:

  • realizzazione o potenziamento di un servizio di “facilitazione digitale” presso l’Ente. Fanno parte di questa tipologia i servizi realizzati da soggetti pubblici o privati che offrono supporto individuale all’utenza di servizi online (attraverso, per esempio, punti di assistenza digitale già operanti nell’Ente, anche itineranti), oppure i servizi che si intende realizzare ex novo come sostegno delle proprie attività di assistenza all’utenza;
  • realizzazione o potenziamento di attività di “educazione digitale”. Rientrano in questa tipologia i servizi, realizzati da soggetti pubblici o privati, sull’educazione all’uso di strumenti digitali, non riferiti a servizi erogati direttamente dall’ente. L’educazione digitale ha l’obiettivo di sviluppare negli individui formati competenze digitali di base e/o avanzate – intese sia come conoscenze, sia come abilità, sia come attitudini e valori – attraverso il disegno di attività didattiche mirate e  l’integrazione di specifici metodi pedagogici. Tali attività sono rivolte a particolari categorie di persone, con specifica attenzione ai soggetti più vulnerabili ai fenomeni di esclusione dalla transizione digitale e non già inclusi in percorsi di educazione formale.

Per l’erogazione dei servizi di entrambe le tipologie, l’avviso definisce per gli Enti i requisiti organizzativi, logistici e di attrezzature necessari per lo svolgimento del servizio da parte dell’operatore volontario.

I programmi e i progetti ammessi al finanziamento, rispetto ai quali i giovani possono presentare la propria candidatura fino al 30 settembre, si dispiegano su tutto il territorio nazionale e coinvolgono enti che operano su diversi settori, con una integrazione significativa rispetto ai servizi ordinariamente offerti. Come esempi si possono citare:

  • organizzazioni del terzo settore (che costituiscono la gran parte), come cooperative sociali (tra cui la Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue), associazioni e centri di volontariato (tra cui ACLI, ARCI, Centri Servizi per il Volontariato), centri studi, organizzazioni anche specifiche su una particolare area di popolazione, come l’Unione Ciechi e Ipovedenti, l’Opera Nazionale Mutilati e Invalidi Civili;
  • amministrazioni pubbliche locali, come ANCI regionali (Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana), unioni di comuni (Alta Gallura, Marca Trevigiana) , capoluoghi come Brindisi, Firenze, Forlì, Macerata, Modena, Napoli, Nuoro, Ravenna, Roma Capitale, Trento, comuni come Bagnara Calabra, Belsito, Bitonto, Cerignola, Corigliano-Rossano, Cortale, Laureana di Borrello, Sarzana, San Marco Argentano, Viggianello,  province (es. Taranto) e città metropolitane (es, Cagliari, Torino);
  • aziende sanitarie (della Toscana, di Messina, Perugia, Roma, Ragusa);
  • università (Basilicata).

Prossimi passi per gli Enti: prepararsi al nuovo  avviso

Si comincia a preparare l’avviso relativo al secondo ciclo annuale previsto dal progetto incluso nel PNRR. Nella logica del miglioramento continuo, saranno recepite le indicazioni emerse dall’attuazione del progetto sperimentale e dalle prime fasi del primo ciclo annuale, anche attraverso interventi di informazione e formazione a supporto di una più ampia e fattiva partecipazione delle organizzazioni pubbliche e del terzo settore, in modo da coinvolgere sempre più le organizzazioni promotrici di iniziative di alfabetizzazione digitale, ad esempio (ma non solo) facendo rete con gli enti titolari, proponendo e promuovendo progettualità, competenze e buone pratiche.

Una grande opportunità da cogliere, nel percorso ambizioso volto a rendere il supporto all’acquisizione delle competenze digitali dei cittadini una parte essenziale della missione di chi fornisce servizi sociali e  alla cittadinanza.

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