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Tecnologie emergenti nella formazione, gli strumenti per innovare l’apprendimento



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Intelligenza artificiale generativa, tool e piattaforme per l’e-learning: l’innovazione, con le tecnologie emergenti, permette di esplorare nuovi approcci alla formazione professionale e all’apprendimento

Pubblicato il 20 mar 2025

Davide Conforti

Managing director Edflex Italia



Agenti AI tecnologie emergenti

Le competenze richieste dal mercato del lavoro mutano continuamente, rendendo fondamentale un approccio innovativo all’apprendimento e alla formazione professionale avanzata. Le tecnologie emergenti confermano il loro primato nell’aggiornare lavoratori e imprese e renderli davvero competitivi.

La sfida non è solo identificare quali sono le competenze digitali chiave per il futuro, ma anche comprendere come svilupparle in modo efficace.

Tecnologie emergenti nella formazione, perché serve innovare

La digitalizzazione e l’introduzione di nuovi strumenti non possono essere meri esercizi di innovazione tecnologica. Non è il tool in sé a consolidare l’impresa sul mercato e tanto meno a trasformarla in un soggetto vincente. Le innovazioni devono rispondere a un bisogno concreto e a una strategia di crescita aziendale. Questo approccio consente di creare una cultura del cambiamento che renda le persone consapevoli della necessità di adottare il digitale in modo proattivo.

Purtroppo però, l’ostacolo maggiore alla trasformazione digitale nelle imprese è da identificarsi nel management. Concordo con Michele Di Blasio, fondatore di Radical Hr e oggi Ceo di “Future of Work Group”, quando dice che le aziende dovrebbero concentrarsi prima di tutto sul “perché” le nuove tecnologie siano necessarie e poi sul “come” implementarle. L’adozione delle tecnologie deve partire da un’analisi attenta delle esigenze specifiche, individuando le soluzioni più efficaci per rispondere a tali bisogni. Il vero obiettivo dovrebbe essere quello di fare sistema, utilizzando la tecnologia come strumento di crescita collettiva.

L’AI e la discontinuità nell’apprendimento

Oggi, la conoscenza delle applicazioni e delle piattaforme digitali non è più un’opzione, ma una necessità. Non si tratta solo di sapere usare un software, ma di avere un mindset agile, capace di adattarsi a nuovi strumenti e processi in modo efficace. Per esempio, l’AI sta rivoluzionando il digital learning, consentendo di personalizzare l’esperienza formativa e simulare contesti reali, come i colloqui di lavoro o la gestione di progetti complessi. Tool come ChatGPT di OpenAI sono sempre più impiegati per creare corsi interattivi, generare test personalizzati e assistere gli studenti in tempo reale.

Mi piace ricordare l’esperienza di Giuseppe Cofone, Co-fondatore e Direttore marketing di Alteredu, specializzata in corsi online certificati e che ha fatto nel lavoro da remoto un suo punto di forza, anche da aree dove gli ostacoli sono più nelle infrastrutture che nella predisposizione dei lavoratori. Secondo Cofone, l’intelligenza artificiale segna una netta discontinuità nell’apprendimento, in quanto permette a ciascun self-learner di organizzarsi a sua discrezione, in termini di modalità e tempi, personalizzando e rendendo più efficiente il proprio percorso di apprendimento. In questo caso, il digital problem solving diventa una delle competenze più richieste. La capacità di individuare e risolvere problemi utilizzando strumenti digitali rappresenta un valore aggiunto cruciale in un mondo in cui la tecnologia evolve rapidamente.

Quali sono le tecnologie emergenti nella formazione

Le tecnologie emergenti che stanno trasformando il mondo della formazione comprendono diversi strumenti innovativi. Si pensi all’intelligenza artificiale generativa che svolge un ruolo importante nella formazione. Oltre ai già citati chatbot avanzati, piattaforme come ScribeSense automatizzano la valutazione degli studenti, mentre Synthesia crea video didattici con avatar AI.

La realtà virtuale e la realtà aumentata permettono simulazioni immersive per l’apprendimento pratico. Un esempio è Microsoft HoloLens, impiegato in ambito sanitario per l’addestramento chirurgico. Nell’ambito del microlearning e dell’adaptive learning, sistemi come Coursera e EdApp segmentano il contenuto formativo in unità più brevi e personalizzano il percorso educativo in base alle necessità dello studente. Infine, le Blockchain per la certificazione delle competenze, aziende come IBM e MIT utilizzano questa tecnologia per creare credenziali digitali sicure, garantendo la tracciabilità e l’autenticità delle qualifiche professionali.

Il ruolo del co-pilot e dell’esperienza

La rapidità di apprendimento è fondamentale: strumenti come i co-pilot basati sull’intelligenza artificiale stanno assumendo un ruolo sempre più centrale. GitHub Copilot è un assistente AI che aiuta gli sviluppatori nella scrittura del codice, accelerando il processo di apprendimento e migliorando la produttività.

Ulteriore elemento da sottolineare è che le PMI incontrano difficoltà nell’individuare le competenze digitali necessarie. Ma un elemento chiave è il prompt engineering, ovvero la capacità di interagire in modo efficace con l’AI per ottenere risultati ottimali. Saper porre le giuste domande e interpretare le risposte è un’abilità strategica per il futuro del lavoro.

L’AI come strumento disruptive

L’AI è disruptive poi non solo negli strumenti, ma anche negli approcci formativi. La formazione non può limitarsi a corsi di base, ma deve puntare a migliorare la produttività e a rafforzare competenze trasversali, come la comunicazione efficace e la leadership.

Si torna così al tema centrale dell’alfabetizzazione digitale. Sebbene il digitale sia ormai parte integrante della nostra vita, molte persone non hanno ancora acquisito competenze di base sufficienti per utilizzarlo in modo autonomo. Questo fenomeno riguarda sia i lavoratori che le imprese, con un impatto significativo sulla competitività del mercato del lavoro.

Accessibilità digitale e parità di genere

Un aspetto fondamentale della trasformazione digitale riguarda l’accessibilità. La deadline del 28 giugno 2025 per il recepimento delle normative sull’accessibilità digitale segna un passo cruciale per garantire che le tecnologie siano fruibili da tutti, indipendentemente dalle capacità individuali.

Allo stesso tempo, la parità di genere in azienda e nella formazione digitale rimane un tema aperto. Le donne sono ancora sottorappresentate nei settori STEM e nelle professioni tecnologiche. Per colmare questo divario, è necessario promuovere iniziative mirate a favorire l’inclusione e la partecipazione attiva delle donne nel mondo digitale.

Un approccio human-first

Dopo anni di enfasi sulla tecnologia, è essenziale tornare a concentrarsi sulle persone. Il fattore umano resta determinante per affrontare le sfide del futuro: la coesione dei team, la capacità di risolvere problemi e la gestione efficace del cambiamento sono elementi chiave per il successo delle aziende.

Non basta adottare le tecnologie più avanzate.  Le tecnologie devono essere strumenti a servizio delle persone, non sostituti dell’intelligenza umana. Occorre sviluppare un mindset orientato alla collaborazione e alla risoluzione di problemi. Per questo risultano sempre più di valore i team learning (umani) interni alle imprese, di assistenza sia nelle attività di apprendimento, sia di conoscenza delle applicazioni tecnologiche.

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