Cosa deve mettere in agenda sul digitale il nuovo governo? Soprattutto determinazione. Competenza e determinazione. Sono anni che nel settore ci raccontiamo quali sono le cose da fare; le conosciamo benissimo. Sono anni che in Italia nascono buone pratiche. Cosa non ha funzionato?
Io credo che, semplicemente, non ha funzionato una visione parziale del digitale, che l’ha sempre considerato come “uno dei settori”. Anche Letta, nel suo discorso di insediamento, ha citato l’agenda digitale come se fosse “uno” dei settori di sviluppo. Il nuovo governo deve interpretare la sua azione con uno sguardo costantemente rivolto al futuro e quindi costantemente attento a capire come la rivoluzione digitale può e deve essere interpretata per far crescere l’Italia, per aumentare la competitività, creare nuovi posti di lavoro, spendere in modo più efficiente i soldi pubblici, migliorare la qualità dei servizi.
Credo anche che la governance del digitale vada mantenuta in capo al Presidente del Consiglio.
Il commissario di governo ha fatto molto, ma, forse, un sottosegretario potrebbe avere un peso politico maggiore.