L’Italia è tra i paesi che meno utilizzano internet. Perché e soprattutto come ovviare a questa situazione? Alcune idee dell’Agenda digitale sono interessanti e spesso sono il frutto di suggerimenti che da tempo circolano tra gli addetti ai lavori. Ad esempio, alcune proposte sul cloud computing nella pubblica amministrazione, la cartella elettronica nella sanità e sull’open source.
Giusta anche l’attenzione ad un programma di alfabetizzazione informatica, anche se l’approccio pare un po’ superato. È inutile che vai a spiegare ad un nativo digitale come funziona un computer o internet, gli devi invece far comprendere quello che ci può fare, oltre che stare tutto il giorno attaccato ad un videogioco o su un social network. C’è poi la questione che per caratteristiche demografiche il nostro è un paese in cui la maggior parte delle persone non può essere oggetto di una campagna scolastica di alfabetizzazione informatica e a questo potrebbe in parte sopperire, se solo si volesse, l’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo.
D’altra parte, l’arretratezza italiana non è solo il frutto di una mancanza di conoscenza ma soprattutto è causata dall’assenza di percezione dell’utilità e della sicurezza di questi strumenti. La tecnologia vince se serve o almeno se è sentita come utile. Si tratta di un dato antropologico ineludibile. Per questo bisogna prevedere la messa in campo di strumenti che rendano più semplice l’uso delle opportunità offerte da internet