Negli ultimi anni l’attenzione rivolta ai fumetti è notevolmente aumentata: sulle pagine culturali di quotidiani e settimanali, quelle dei programmi televisivi, per non parlare del web, viene dedicato sempre più spazio alle sue più disparate declinazioni espressive che vanno dalla fiction alla biografia, dalla serialità popolare da edicola fino agli esperimenti più autoriali e di ricerca sul linguaggio.
Fumetto digitale e computer comics: in mostra a Roma le sperimentazioni dei GMM
Un momento felice per i fumetti, nonostante la congiuntura
Alcune fonti stimano in circa nove milioni di unità il bacino dei lettori di fumetti in Italia e il recente dilagare di pubblicazione “manga” – i comics del sol levante – sugli scaffali delle librerie non specializzate sembrerebbe confermarlo.
Tutta la filiera legata alla produzione si trova a far fronte a questa improvvisa espansione proprio in un momento dove si incrociano l’incalzante crisi causata dalla penuria della carta che investe il settore editoriale e dal brusco aumento dei costi di produzione dovuto alla contingenza economica globale.
In Italia, di recente, il successo di pubblico e vendite di autori come Zerocalcare o Gipi – quest’ultimo più volte candidato al prestigioso premio Strega – pongono decisamente sotto i riflettori autori e personaggi del racconto per immagini.
Un momento felice per i fumetti e per i lettori che hanno a disposizione una sempre più ampia offerta di titoli e proposte editoriali a cui rivolgersi, ma anche una fase di transizione che vede editori, autori e operatori che si trovano ad affrontare ciò che questa improvvisa attenzione comporta: un profondo e radicale mutamento produttivo e, soprattutto, espressivo e di linguaggio della narrazione per immagini.
Il fumetto è in mezzo al guado
Il fumetto in tutte le sue componenti si trova decisamente in “mezzo al guado”: sul fronte della narrazione si trova da un lato fare i conti con i diversi ritmi imposti ai gusti di un pubblico abituato dalle piattaforme alle nuove serialità delle serie TV e dall’altro a quei lettori “da libreria” che passano indistintamente dalla narrativa tradizionale a quella che Hugo Pratt amava chiamare “letteratura disegnata”.
Ma i fumetti sono una sorta di organismo ospite che si è sempre adattato al formato del contenitore che lo ospita. Nel corso del tempo ha cambiato pelle adattandosi alle contingenze: dalle strisce sindacate pubblicate sulle pagine dei quotidiani americani, nei primi anni del secolo scorso, le storie e i protagonisti migrano su prodotti editoriali più complessi e articolati come comic book negli USA e in seguito in albi e volumi che arrivano in forma “autonoma” nelle edicole e in seguito nelle librerie.
Il “fenomeno” webtoones
Oggi da oriente incalzano i diffusissimi “webtoones” che in Corea hanno addirittura soppiantato in termini quantitativi di pubblico i più noti manga, i fumetti giapponesi che già da tempo godono di un ampio successo anche in occidente. I webtoones sono i fumetti per i “lettori in piedi” coloro, cioè, che hanno abbandonato la lettura tradizionale, il volume o l’albo e hanno adottato il display come sostituto della pagina cartacea. Il fenomeno ha già preso piede in Europa, soprattutto in Francia, ma anche in Italia si sta sperimentando la veicolazione su piattaforme editoriali specifiche di produzioni destinate al digitale.
I lettori non sfogliano più le pagine ma “scrollano” il display per seguire, con cadenza settimanale, gli episodi e i protagonisti delle proprie serie preferite su smartphone o tablet.
Un tipo di consuetudine che muta profondamente l’assetto narrativo della pagina a fumetti: la classica suddivisione in vignette organizzata in pagine viene modificata a favore dello scorrere sul display del proprio dispositivo e ciò comporta per l’autore un nuovo approccio alla gestione della “pagina” in termini di regia e ritmo.
In Italia alcuni autori dell’ultima generazione che si sono ritagliati una fetta di notorietà e di pubblico sui social, fidelizzando i propri i lettori grazie alla diffusione delle proprie opere sui loro profili per passare, in modo fisiologico, alla produzione di webtoones modulando il proprio lavoro in modo da adattarlo sia alla pubblicazione sul web che ha una successiva edizione in cartaceo come ha fatto Simone Pace con il suo Fiaba di Cenere, uno degli autori più rappresentativi della piattaforma Tacotoon che si occupa pionieristicamente della diffusione di webtoones in Italia.
Gli strumenti digitali che soppiantano la carta
Una migrazione verso il digitale che caratterizza anche tecniche e strumenti: gli autori, in buona parte, producono le proprie “tavole” in digitale grazie a tavolette grafiche e tablet in continua evoluzione, che in molti casi soppiantato la carta e i pennelli. Un approccio che ha avuto inizio per velocizzare i tempi di realizzazione ma che ormai ha assunto caratteristiche espressive che determinano la qualità dell’immagine, la fedeltà di riproduzione e una gamma di possibilità che l’analogico non offre.
Una parabola che ha origine negli anni ‘80 grazie ai primi, italianissimi, esperimenti compiuti sulle pagine di Frigidaire dai GMM – i Giovanotti Mondani Meccanici – a quelli realizzati sul finire di quel decennio in casa Marvel con il graphic novel “computer generated” Iron Man – CRASH – realizzato da Mike Saenz e arriva ai giorni nostri con i webtoones attuali che hanno definitivamente abbandonato il supporto cartaceo per essere veicolati e diffusi nel web.
La tecnologia, nelle mani degli autori muta di segno e diventa, come spesso accade, uno strumento creativo. Le possibilità che il digitale mette a disposizione del fumetto ne allargano le possibilità espressive e narrative, quelle produttive e distributive.
Conclusioni
La transizione digitale incide profondamente in tutti i settori delle nostre vite orientando sempre più le nostre scelte e le nostre visioni. Tutto ciò si trova riflesso anche nel settore della creatività legata al fumetto e a tutte le sue diramazioni mediatiche, sui personaggi, sulle storie e sulla sua dimensione produttiva. Dal guado in cui si trova può realisticamente allargare uno sguardo alle ampie prospettive che gli si aprono davanti.