La proposta di un CERN per l’intelligenza artificiale sta guadagnando attenzione in Europa. Tra i candidati più forti a ospitarlo c’è la Svizzera, grazie a un ecosistema avanzato di ricerca, governance neutrale e visione politica.
Indice degli argomenti
Le origini dell’IDSIA e il pensiero di Dalle Molle
Chissà cosa penserebbe oggi Angelo Dalle Molle della interazione diretta tra modelli linguistici di IA, dei modelli agentici, delle implicazioni geopolitiche che questa tecnologia sta determinando a livello planetario, o della necessità richiamata dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, di istituire un CERN per l’IA.
L’uomo, meglio conosciuto in Italia per aver fabbricato il CYNAR, è stato il fondatore dell’IDSIA- Istituto Dalle Molle di Intelligenza Artificiale, un centro di ricerca con sede a Lugano, antesignano degli studi semantici e cognitivi delle lingue e del machine learning. Un visionario poco raccontato in questa sua veste in Italia e quindi poco conosciuto, a cui andrebbe tributato un nuovo paradigma made in Europe, o almeno un francobollo di Stato. L’IDSIA nasce nel 1987 ed è risultato di un processo socio-culturale avviato da Dalle Molle nel 1973, mosso dalla necessità di superare la babele degli elaborati scientifici prodotti dalle università e dalla volontà di costruire, come risposta, una rete di mini-istituti con spazi cibernetici di dialogo tra insegnanti e allievi, tali da affrancare gli uni e gli altri da adempimenti inutili e restituire il tempo ad approfondimenti specialistici.
I progetti innovativi dell’IDSIA per l’intelligenza artificiale
L’Istituto si fonda su una partnership scientifica tra la facoltà di Informatica dell’Università Svizzera Italiana (USI) e il Dipartimento di tecnologie innovative della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUSPI), è annoverato tra i più influenti centri di eccellenza a livello mondiale per la ricerca di base e applicata sull’IA. Diretto dal Professor Andrea Emilio Rizzoli, investe su sei diverse aree scientifiche: apprendimento automatico, controllo intelligente per sistemi e reti industriali ed energetiche, elaborazione del linguaggio comune e recupero delle informazioni, calcolo geometrico e visual computing, robotica autonoma, algoritmi e computazione. Il comune denominatore di queste aree di ricerca sono le reti neurali ricorrenti, il machine learning, l’interazione uomo macchina.
Progetti innovativi dell’IDSIA: PACINO e HORD GNN
Tra i progetti in cantiere vanno menzionati per l’eccellenza scientifica PACINO e HORD GNN.
PACINO – Personality And Conversational INformatiOn Access- mira al miglioramento della sequenza conversazionale utente vs agente di ricerca, basata su sistemi CIR, un progetto di neuroscienze digitali. Semplificando il CIR – Recupero Conversazionale delle Informazioni- è un processo di selezione delle informazioni che poggiano su memorie di conoscenza dell’utente acquisite selezionando i chiarimenti significativi restituiti dalla persona e acquisiti dal sistema automatico che elabora un esito della ricerca comprensibile. La sperimentazione tecnologica di PACINO è finalizzata a sviluppare un sistema CIR multi-turn e a iniziativa mista, adattato al comportamento e alla personalità dell’utente, capace di condurre a risultati di ricerca privi di pregiudizi su più domini e su qualsiasi argomento. 2800
HORD GNN – Higher-Order Relations and Dynamics in Graph Neural Networks,- un progetto sulla evoluzione delle architetture di apprendimento automatico, basate su una struttura di ipergrafi, bordi, collegamenti e nodi rispondenti a configurazioni biologiche complesse o a sistemi artificiali, dove le dipendenze funzionali tra le diverse entità sono latenti nello spazio e mutevoli nel tempo. HORD GNN mira a sviluppare e sperimentare analisi predittive da applicare per la previsione, ad esempio, del consumo di energia nelle reti elettriche intelligenti, o sullo studio delle dinamiche cerebrali macroscopiche tramite segnali EEG.
Jurgen Schmidhuber: pioniere delle reti neurali
Tra i direttori dell’IDSIA, va citato l’informatico tedesco Jurgen Schmidhuber che si è distinto a livello mondiale per i suoi studi e le ricerche pioneristiche sulle LSTM- Long Short term Memory-, utilizzate per le traduzioni automatiche, il riconoscimento vocale, la generazione di didascalie da immagini, o la risposta automatica all’email; per estensione sul Reinforcement Learning delle LSTM, applicato da Open AI Five; sulle reti neurali feedforward; sullo sviluppo dei principi alla base delle reti neurali artificiali (NN), datati 1991, utilizzati per l’IA generativa, applicati dal mondo accademico, dalle big tech e nell’industria.
La rete svizzera dell’IA tra università, industria e formazione
Oltre all’IDSIA, l’ecosistema svizzero dell’IA include i due istituti federali di tecnologia ETH di Zurigo e EPFL di Losanna, l’IDIAP di Martigny e molte università cantonali. Questi centri sono promotori degli Swiss innovation Booster, programmi di accelerazione di idee innovative basate sull’IA per applicazioni socialmente sostenibili nei campi più diversificati, tra cui alta formazione, sanità, sviluppo urbano. Ogni Idea innovativa viene raccolta e supportata da una piattaforma guidata dalla Data Alliance on Data di Innosuisse. Questa associazione funge da catalizzatore delle iniziative di innovazione basate sui dati, ed è promotrice della Swiss Conference on Data Science (SDS).
L’ETH di Zurigo ospita il Master of Advanced Studies in AI and Digital Technology (MAS AID) e tre Certificati in Studi Avanzati su dati e machine learning, nello sviluppo dell’IA, nel cloud e mobile computing. Il fattore comune di apprendimento è il “Reverse MBA”, per sviluppare competenze scientifiche e tecnologiche essenziali a manager senza alcuna formazione di base in questi settori, con un approccio similare ai MBA tradizionali.
L’EPFL di Losanna ospita circa 500 laboratori e piattaforme di ricerca, funge da mediatore per la collaborazione sulla ricerca tra industria e mondo accademico, ospita ricercatori provenienti da tutto il mondo nei propri laboratori, e attraverso le sue Extension School, rivolte a manager e dirigenti, promuove l’acquisizione di competenze sull’uso degli strumenti di IA e la gestione dei prodotti/servizi basati sull’IA, la modellizzazione e valutazione dei dati per analisi predittive.
Svizzera, nazione neutrale verso un hub globale dell’intelligenza artificiale
La città di Ginevra ospita annualmente l’AI for Good Global Summit, un evento organizzato dall’ITU-Unione Internazionale delle Telecomunicazioni- in collaborazione con il governo confereale e 40 agenzie gemelle dell’ONU, la cui missione principale è quella di accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile anche attraverso le applicazioni di intelligenza artificiale, ragionando su stato dell’arte ed evoluzione della governance dell’IA, standard di sicurezza o scalabilità delle soluzioni di IA.
A queste infrastrutture e reti di democrazia vanno ad aggiungersi un insieme di altri fattori politici ed economici che permettono a questa nazione di candidarsi come hub naturale della sede di un CERN per l’IA, non europeo, ma di riferimento mondiale, potendo confidare su una base di ricerca applicata e innovazione algoritmica indirizzata a settori pioneristici, su una scala di investimenti privati, prima ancora che pubblici, superiore a quella di ogni altro Stato membro, e su una governance di cooperazione distribuita coerente che come paese cantonale,
I requisiti per un cern dell’IA e le debolezze europee
Secondo uno studio Center for Future generation del 2024, gli elementi necessari per un CERN per l’IA sono, testualmente:
- Percorsi multipli verso un’IA affidabile
- Calcolo competitivo
- Leadership di livello mondiale
- Sicurezza multilivello
- Governance agile e democratica
- Coinvolgimento del settore privato
- Centri di talento e calcolo
- Partnership internazionali
- Condivisione dei benefici
Parallelamente, l’analisi del background del vecchio continente ci porta a mettere in rilievo alcuni punti di debolezza di tutto l’ecosistema. All’Europa mancano i finanziamenti e le risorse computazionali necessarie per addestrare e migliorare qualsiasi modello di IA e far progredire la ricerca sui modelli avanzati di uso generale come gli agenti autonomi, pronti ad automatizzare qualsiasi attività ad alta intensità di manodopera. I modelli di frontiera richiedono la centralizzazione. C’è un grande divario da colmare con gli USA e con la Cina: un gap di hardware, tradotto in disponibilità di cluster di GPU, data center e supercomputer con fonti energetiche pari a 1-5 GW. Gli investimenti nell’IA factories non sono sufficienti a far rientrare il vecchio continente nella competizione globale. A queste debolezze deve aggiungersi una carente capacità attrattiva dell’ecosistema europeo sui giovani talenti, in particolare del settore pubblico accademico, la frammentazione degli investimenti, la scarsa interoperabilità dei vari hub di eccellenza, l’avversione al rischio di mercato delle imprese.
Strategie europee per l’IA: tra ambizioni e limiti strutturali
L’AI Action Plan “partorito” dalla Commissione europea in questi giorni è un buon presupposto per superare questi ostacoli: i milestone 13 fabbriche di IA, 5 gigafactory, mobilitazione di 20 miliardi con l’iniziativa Invest IA, non sono accompagnati da linee operative sulla costruzione e gestione della potenza computazionale, sul reclutamento internazionale o mobilità Schengen dei talenti. Strategie e leggi non creano quella concentrazione necessaria per esplorare nuovi paradigmi di ricerca sull’IA, semmai provano a governarli, una volta palesati altrove. E poi abbiamo un problema economico sulla scelta della lingua con cui scalare i modelli di IA avanzati, implementati in inglese, per tradurli in prodotti/servizi che devono penetrare 27 mercati nazionali.
Il piano svizzero per un CERN globale dell’intelligenza artificiale
Pensare alla Svizzera come hub naturale di un CERN per l’IA, ripercorrendo le ragioni che spinsero i policy maker dei dodici paesi fondatori, può rimettere al centro della competizione globale tecnologica non solo l’Europa ma anche l’istituzione pubblica.
C’è un background tecno-politico su cui il paese d’oltralpe può fare leva per la sua candidatura: pianificare e mettere in opera i principali asset richiesti per l’istituzione di una Organizzazione europea di Ricerca Avanzata sull’IA, significa dare forza alla propria identità di nazione neutrale verso il contesto geopolitico internazionale; accelerare la circolarità dei finanziamenti del settore privato verso la creazione di nuovi beni di interesse pubblico, indirizzare l’interoperabilità tra le diverse reti scientifiche già operanti verso una cultura di affidabilità e robustezza dell’IA di livello globale.
Entrando nel dettaglio delle caratterizzazioni infrastrutturali e progettuali, il tallone di Achille della confederazione è la bilancia energetica, in un paese con 1500 laghi, con il 62% prodotto da centrali idroelettriche, il 70% dell’energia è importato. Di converso, il consumo procapite scende significativamente dal 1990, questo faciliterebbe la transizione dall’impiego per servizi tradizionali -casa e trasporti- a quello per alimentare le infrastrutture tecnologiche. Il sistema formativo è altamente qualificato e logisticamente competitivo.
Sono invece punti sfidanti aperti e per i quali va approntato un Piano di Azione: la potenza di calcolo, la leadership su paradigmi di ricerca alternativi a quelli delle big tech americane; la governance pubblica. E’ possibile disegnarne il processo partendo dalle “rotte” scientifiche di Jurgen Schmidhuber; costruire l’infrastrutturra computazionale in prossimità di un lago, e non solo per il panorama, che coordini gli altri hub di calcolo europei, convogliare in un ambiente open source giovani talenti; applicare, con innovazioni sulla gestione sia dei dati generati dall’organizzazione che sulla distribuzione dei benefici delle applicazioni, il metodo delle agenzie ONU per la sua governance.
L’eredità di Dalle Molle per un futuro europeo dell’IA
In questa nuova Europa, sarebbe di aiuto una estensione del pensiero umanistico di Angelo Dalle Molle e la sua operatività industriale, per dare forza e accelerare il progetto un CERN per l’IA, e anche uno scatto di orgoglio di questo paese, l’Italia, che nel genio non si riconosce più.