Si parla tantissimo di Mooc negli Usa: Massive open online courses. Nessuno ha le idee chiare ma, da americani, vogliono sperimentare. Prima che il fenomeno arrivi da noi- come sempre accade, con le cose americane, alcuni mesi o anni dopo- è bene prepararci.
E sapere per prima cosa che la tecnologia è matura a differenza di anni fa, quando i tentativi sono falliti. Ma bisogna capire chi fa che cosa e per chi. Per sperimentare, per raggiungere disabili, autodidatti? O magari per creare nuovi modelli didattici? Il rischio è che da noi, con i tempi che corrono, i corsi online vengano visti solo come una misura per tagliare i costi. Ma sarebbe catostrofico. Università è un luogo dove fare ricerca. Anche un luogo civico. Non è solo mettere bit in testa alle persone…
(De Martin sta scrivendo un libro su questi temi, Università, democrazia e internet, di prossima uscita)