I videogiochi parlano da sempre, anche in maniera leggera e non impegnata o schierata, di guerra e conflitto. Battaglie fantasy o combattute su carri armati, il medium inscena “war games” fin dalla sua concezione.
Pertanto, è davvero difficile scandalizzarsi quando sviluppatori tedeschi pubblicano un gioco chiamato “Death from Above”, in cui il giocatore è chiamato a lanciare attacchi con droni, la nuova frontiera bellica.
Ma soprattutto, non sorprende quando avviene in un periodo critico della storia europea e del vicino oriente, con fantomatiche “operazioni militari speciali” lanciate dalla Russia ai danni del territorio ucraino. O almeno, non dovrebbe sorprendere. Ecco come il mondo del gaming è scesa in campo per supportare la causa ucraina.
Death from Above: la questione della guerra nei videogame
Nel titolo disponibile su Steam in early access dallo scorso 25 maggio, non ci
sono ambiguità. Infatti è tutto molto chiaro e alla luce del sole. La stessa descrizione del gioco si traduce così: “In Death from Above siete un ucraino, un solitario operatore di droni militari impegnato a combattere contro le forze di occupazione russe. Nascosto dietro il fronte nemico, comandate un super drone per cercare e distruggere carri armati, riprendere torri di comunicazione e beni sottratti, combattendo per un futuro migliore. Slava Ukraini!”.
Questo approccio così diretto ha generato una frattura nel pubblico. Per alcuni si tratta di un approccio satirico. Per altri si tratta di un gioco propagandistico. La compagnia tedesca che ha sviluppato il prodotto, Rockodile Games, ha sede a Monaco di Baviera, ben al di fuori quindi dalla zona d’influenza russa e lontana anche dalle vicende della stessa Ucraina.
Alcuni potrebbero dunque chiedersi perché esporsi in questo modo e se non si tratti di un tentativo di racimolare consensi che si traducano in maggiori vendite.
Non è assolutamente da escludere, anche ascoltando lo stesso CEO della compagnia,
Hendrik Lesser. Intervistato, ha chiaramente e candidamente sostenuto che si trattasse di un gioco con fini propagandistici, semplice da giocare e che presentasse una chiara posizione politica.
Risulta interessante notare a tal proposito come alla prima presentazione del gioco non vi fosse alcun riferimento politico. Questi sembra siano stati introdotti quando è entrato in gioco anche l’editore Lesser Evil. Quest’ultimo ha pubblicato il gioco su PC e avrà sicuramente invitato a un “rebranding” per cavalcare l’onda del momento. Ed ecco che quando il drone è in volo, rilascia una scia con i colori della bandiera dell’Ucraina, mentre i carri armati da bombardare presentano la classica “Z” della frase “za pobedu” e la “V” di “vostok”, entrambe divenute simboli di nazionalismo russo e quindi chiaramente identificabili come bersagli nemici.
Lesser ha spiegato come il gioco faccia parte di un sistema di propaganda a favore
dell’Ucraina, chiamato NAFO, acronimo che sta per “North Atlantic Fella Organisation”.
Una campagna social che punta a ridicolizzare l’invasione russa, mostrandola per quello che è: un’aggressione che ha causato e continua a causare morti. Death from Above aspira a essere un prodotto irriverente. E, sebbene non possa essere paragonato a un’opera d’arte come Il Grande Dittatore di Chaplin (che per inciso, è stato tirato in ballo in maniera un po’ goffa dallo stesso Lesser), riesce comunque a conquistare le simpatie dei giocatori.
Lo scopo finale, almeno stando ai comunicati ufficiali e ciò che possiamo trovare sulla
pagina Steam ufficiale, è la raccolta fondi per enti di beneficenza che operano in Ucraina.
Una parte dei proventi, pari al 30% in fase iniziale, dovrebbe essere destinata a queste
ultime. La compagnia ha inoltre sottolineato come, dopo aver recuperato i costi di sviluppo, la percentuale di donazioni dovrebbe salire al 70%.
Si tratta sicuramente di un bel gesto, non completamente disinteressato, ma
che permette anche ai videogiocatori di schierarsi senza dover per forza arruolarsi in un corpo mercenario e imbracciare un fucile. Una soluzione per fare la differenza, quindi, alla portata di tutti.
Escapismo, sofferenza e speranza
Sembra relativamente semplice sviluppare un videogioco da una posizione di relativa sicurezza, mentre tutto si ribalta e cambia aspetto quando lo sviluppatore di un gioco è realmente chiuso in un rifugio mentre tutt’attorno continuano a cadere bombe.
Questo è il caso di Dariia Selishcheva, sviluppatrice di “What’s up in a Kharkiv bomb
shelter?” disponibile sulla piattaforma itch.io. Lavorare al gioco, secondo la stessa
sviluppatrice, l’ha aiutata a sfuggire al pensiero ossessivo di cosa stesse accadendo in quegli istanti, pur essendo fisicamente seduta nel rifugio di Kharkov.
Il gioco presenta una grafica semplice e si concentra sull’esperienza testuale, di interazione con altri personaggi che si ritrovano nel rifugio e che condividono brandelli di vita. Il giocatore è uno spettatore, proprio come lo è stata la stessa Dariia e lo scopo del titolo è dare una prospettiva sulla realtà di eventi di questo tipo, catturando frammenti di esistenza all’interno di uno spazio ristretto e in cui ci si ritrova a coesistere.
Sempre su itch.io è disponibile anche un altro titolo sviluppato da ucraini, chiamato
“Ukrainian Farmy”. Il team ha sottolineato come il 24 febbraio 2022 si siano svegliato con i suoni dei missili russi, spingendoli a un senso d’urgenza per mettere al sicuro la propria famiglia. Alcuni si sono dedicati alla protezione delle proprie case, unendosi alle forze armate ucraine, mentre altri hanno aiutati i civili. Loro hanno deciso di fare ciò che conoscono: sviluppare un gioco.
Nasce così Ukrainian Farmy, dove il giocatore interpreta contadini ucraini che, con i loro trattori, sottraggono armi ai russi sul campo di battaglia. L’idea è stata concepita sull’onda dei tantissimi video virali che hanno invaso YouTube, TikTok e altri social media. Questi vedono i contadini ucraini impegnati a rimuovere mine con trattori e usarli persino per trainare carri armati russi abbandonati.
Come è facile dedurre, i soldi guadagnati tramite il gioco saranno destinati alle associazioni non governative in Ucraina, a sostegno del Paese intero.
Non tutti i giochi sviluppati a fini propagandistici sono però così ben studiati e coinvolgenti.
Rientra nella categoria meno seria e un po’ da “shovelware” inizio anni 2000 “Sunflower
Slap”, anche conosciuto come “Slaputin”. Lo scopo in questo caso è semplicemente schiaffeggiare un Putin tridimensionale con dei girasoli, simbolo nazionale ucraino.
Senz’altro divertente per qualche minuto, ma che lascia poco spazio alla riflessione.
Supportare la causa ucraina con il gaming
Questi sono solo alcuni dei giochi che hanno attirato maggiormente l’attenzione per alcune caratteristiche più o meno irriverenti.
In realtà, per supportare l’Ucraina nella sua resistenza i videogiocatori possono scegliere tra tantissimi giochi sviluppati in loco.
Per far sì che gli utenti abbiano un modo di identificare i team di sviluppo ucraini in
maniera più semplice, la piattaforma Steam ha lanciato nel 2022 la pagina Ukrainian
Games, ricca di tantissimi prodotti validi come la serie S.T.A.L.K.E.R. gi GSC Game World e le avventure di Sherlock Holmes di Frogwares.
Per ulteriori informazioni è possibile anche visitare la pagina Games for Ukraine, dove si può donare direttamente ma anche vedere quanto le singole compagnie di gaming hanno donato per la causa. Tra i più attivi in tal senso troviamo Riot Games (League of Legends, Valorant), con oltre 5 milioni di https://www.g4u.dev/dollari, seguiti da Embracer Group, Supercell e Moon Active.