Su TikTok i video tossici sui disturbi alimentari che inseguono i giovani sulla piattaforma sono dannosi. Non solo. Anche i ragazzi che vorrebbero guardare altri contenuti non riescono a ribellarsi ai diktat dell’algoritmo, come se fossero prigionieri di un incantesimo. Il social continua a riproporre gli stessi contenuti.
“I contenuti dei social media che ritraggono aspetti esteriori irrealistici ed irraggiungibili o che forniscono informazioni relativi ai cambiamenti della forma del corpo attraverso disturbi del comportamento alimentare”, commenta ad Agendadigitale.eu Rachel Rodgers, Professoressa Associata di Psicologia Applicata dell’NorthEastern University (Bouvé College of Health Science), “sono molto dannosi per gli utenti, e in particolar modo per i giovani”.
Tuttavia esistono buone pratiche per istruire l’algoritmo della piattaforma cinese, proprio per proteggere minori e utenti sensibili dai contenuti pericolosi per la loro salute. Ecco quali strategie adottare.
TikTok: La piaga dei video tossici sui disturbi alimentari
I teenager che soffrono o hanno sofferto di disturbi del comportamento alimentare, e magari hanno avviato un programma di recupero per uscire da queste problematiche gravemente dannose per la loro salute, non dovrebbero guardare su TikTok video sull’anoressia o sul dimagrimento eccessivo.
Se esposti a contenuti inadatti che invitano a seguire modelli irraggiungibili o tossici, potrebbero subire le dinamiche dell’algoritmo della piattaforma cinese, senza riuscire a sottrarvisi. I ragazzi stanno male e potrebbero rischiare ricadute, che potrebbero mettere in pericolo la loro salute e la loro stessa vita.
Inoltre, anche quando provano ad istruire l’algoritmo per non guardare più quei video inquietanti, continuano a subire il bombardamento dei contenuti inadatti. Gli adolescenti sembrano irretiti dall’incantesimo di una strega malefica a cui non riescono a sfuggire, imprigionati da logiche di profitto degli algoritmi dei social.
Il Wall Street Journal ha raccontato la storia di una ragazza americana quindicenne che in passato ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare. Ha configurato TikTok per evitare di guardare video che trattino questi argomenti. Ha bloccato gli account di certi creator. Segnala alla piattaforma chi promuove i video di disturbi di comportamenti di disordini alimentari. Seleziona l’espressione “non interessata” nelle categorie dei video che non vuole più vedere. Ma non basta.
Nonostante la modifica delle impostazioni, TikTok continua a mostrarle video su bulimia, anoressia, comportamenti di alimentazione incontrollata eccetera. Magari non mostra più i video che immortalano perdite di peso estreme, ma le suggerisce contenuti più subdoli di diete ed esercizi fisici per perdere peso. L’algoritmo la perseguita.
TikTok non fa niente dopo l’inchiesta sui video sui disturbi alimentari
A dicembre TikTok ha aggiornato l’algoritmo per evitare una concentrazione eccessiva su unico contenuto e dopo due mesi ha ampliato la messa al bando sui contenuti relativi ai disordini alimentari.
Sono trascorsi nove mesi dall’indagine del Wall Street Journal da cui emergeva che gli algoritmi di TikTok inondavano le pagine “Per te” (For You page) dei teenager con video che incoraggiano la perdita eccessiva di peso e i disordini alimentari. Video pericolosi di cui trabocca la piattaforma cinese di ByteDance.
La pagina Per te (in inglese For you) sembra aver subito cambiamenti per nascondere i video che promuovono i comportamenti di disordine alimentare e quelli estremi sulla perdita di peso eccessivo.
Tuttavia secondo gli esperti di salute mentale, è difficile per i teenager poter discernere. I ragazzi non sono in grado di capire la differenza fra i video relativi a una dieta equilibrata, in base alla piramide alimentare, dai video su diete squilibrate, inadeguate e pericolose per la salute. I più subdoli sono i video di coloro che mostrano cosa mangiano in un giorno e quante calorie assumono entro la fine della giornata: ma spesso il calcolo delle calorie è inferiore a ciò che la Food and Drug administration (Fda) raccomanda alle persone di consumare lungo l’arco delle 24 ore.
I rischi legati ai video sui disordini alimentari
Se certi video possono aiutare chi ha bisogno di perdere peso, corrono invece il rischio di essere pericolosi per chi vuole emulare le restrizioni alimentari, alimentando il filone dei comportamenti di disordine della nutrizione.
Alcune volte è utile vedere video di guarigione per chi ha sofferto di comportamento alimentare disfunzionale o si preoccupava troppo per il peso e aveva un’alterata percezione della propria immagine corporea.
Ma, nella maggior parte dei casi, anche i video di recovery possono innescare insane competizioni nel campo dei disordini alimentari. Soprattutto risultano pericolosi quei video che presentano le foto del prima (quando hanno raggiunto l’apice della magrezza) e dopo (nella fase di recupero). Questi video inducono i teenager – che hanno sofferto di analoghi disturbi – a pensare di non essere mai riusciti a raggiungere quel livello di magrezza, quell’estrema perdita di peso. Arrivano perfino a mettere in dubbio di essere stati malati come le persone immortalate nel video.
Come i giovani bypassano i blocchi
Dunque TikTok permette i “recovery video”, ma allo stesso tempo ha ammesso le restrizioni per bloccare altri contenuti pericolosi. Dunque, questi video rimangono sulla piattaforma. Apparentemente non violano le linee guida di TikTok, ma fluttuano in un’area grigia, disponibili anche a chi cerca di bypassare i blocchi, cercando sul motore di ricerca Google l’hashtag #anorexic abbinato a TikTok.
Il social ha risolto questo problema, ma altri giovani utenti, secondo l’Eating Disorders Association (Eda), hanno imparato ad aggirare anche questi blocchi, cercando hashtag contenenti refusi, pur di trovare i video relativi ai disordini e perseverare nei propri comportamenti disfunzionali.
Gli esperti di salute mentale spiegano che non ci sarà mai uno spazio online veramente sicuro per chi soffre di disturbi mentali o di disordini alimentari. Inoltre mettono in guardia dalla pervasiva cultura della dieta che spopola online e offline, per cui non si è mai abbastanza magri, perfetti (e forse patinati) per il mondo reale.
Non basta neanche effettuare l’unfollowing dagli account pro diete estreme e seguire i content creator del body positive, mettere i Like ai loro video, per istruire l’algoritmo a vedere solo i contenuti adatti. Infatti la piattaforma non sembra ascoltare il grido di aiuto che proviene da teenager, genitori e psicologi. Purtroppo su TikTok c’è ancora molta strada da fare.
Rachel Rodgers: i video su TikTok rafforzano la centralità dell’apparenza
Alla piattaforma è iscritto un miliardo di utenti, di cui due terzi dei teenager americani, secondo il Pew Research Center. Ecco quanti ragazzi sono potenzialmente esposti a quei contenuti video tossici, dedicati a disturbi mentali e alimentari, che mettono in allarme psicologi e famiglie. A spiegarci i motivi di queste giuste preoccupazioni sull’impatto di TikTok e dei suoi video tossici sui teenager è Rachel Rodgers, associata di Psicologia alla Northeastern University, che abbiamo contattato e ha risposto alle nostre domande per posta elettronica,
“Sappiamo che i contenuti basati sulle foto sono più dannosi dei contenuti solamente testuali. Ad oggi è inferiore la ricerca condotta sui video. Tuttavia la ricerca esistente suggerisce che i video sono altrettanto dannosi, se non di più”, mette in guardia Rachel Rodgers.
“Questo genere di contenuti è dannoso dal momento che rafforza la centralità dell’aspetto esteriore e promuove l’inseguimento di standard esteriori irragionevoli. In questo modo, l’esposizione ripetuta a contenuti focalizzati sull’apparenza esteriore può generare preoccupazione sull’immagine corporea, disordini alimentari, depressione, ansietà ed altre problematiche di salute mentale“, evidenzia la professoressa americana.
“Inoltre, i contenuti focalizzati su diete ed esercizi”,continua Rachel Rodgers, “spesso contribuiscono a modellare comportamenti insani che sono estremamente dannosi a lungo termine e possono esacerbare o far precipitare casi di disordine alimentari in individui vulnerabili”.
“I giovani sono particolarmente vulnerabili a questi effetti poiché possiedono competenze inferiori in ambito di alfabetizzazione ai social media. Una minore literacy significa che sono meno capaci di vedere i contenuti dei social media come ‘esibiti’ decifrando l’intento che sta dietro i post. Inoltre, la gioventù rappresenta un gruppo ad elevato rischio sui temi relativi al body image e all’alimentazione, a causa di due motivazioni: è una fase della vita in via di sviluppo ed è composta dai più alti consumatori di contenuti di social media”, conclude Rodgers.
Il combinato disposto di queste due concause fa sì che l’esposizione dei giovani su TikTok a video tossici sui disturbi dei comportamenti alimentari sia davvero un rischio da non sottovalutare.
TikTok non è un social media in senso stretto
Presenta una natura ibrida: in parte segue i gusti degli utenti e in parte lo crea. Tuttavia sulla piattaforma cinese la presenza di giovani e giovanissimi utenti supera l’80%, per questo motivo.
Mentre le persone dicono di controllare Facebook, Snap, Instagram, Twitter, non riescono a fare altrettanto su TikTok. Non controllano il social network, ma lo subiscono passivamente.
Inoltre i Content creator e gli utenti hanno adottato modi per evadere le misure di TikTok, secondo Within Health, online provider di trattamenti contro i disturbi da disordini alimentari.
“Gli utenti guardano TikTok”, secondo Khartoon Weiss, capo dell’agenzia globale di TikTok, che definisce l’applicazione come intrattenimento e non come social che facilita la creazione di “interazioni sociali e relazioni personali”.l social dei ragazzini”, invece TikTok è pieno di adulti, anche famosi che si filmano mente svolgono attività non consigliabili.
TikTok non è pensato né è stato progettato per offrire spazi in cui le persone possono interagire con amici e familiari. La piattaforma di intrattenimento P2P (peer-to-peer, in cui gli utenti sono tutti sullo stesso livello e creano contenuti per altri utenti) offre strumenti per creare video.
Tuttavia la sua finalità risiede nell’algoritmo che presenta la pagina “Per Te”, facilitando un feed che massimizza l’esposizione di contenuti potenzialmente virali, e li presenta a un pubblico sconosciuto, dove è possibile solo una forma di comunicazione unidirezionale.
Di social, TikTok ha i contenuti generati dagli utenti, ma non permette di bloccare quelli che parlano di autolesionismo, suicidio eccetera. Il recommendation algorithm potrebbe indirizzare gli utenti a guardare i video in un simile “range of topics”, attingendo da una gamma di argomenti analoghi.
Roberto Esposito (DeRev): Come funziona l’algoritmo di TikTok e come uscire dalla Filter Bubble
“Lo scopo dei social media”, spiega Roberto Esposito, Ceo di DeRev, “è quello di ‘trattenere’ gli utenti sulla piattaforma per più tempo possibile e lo fanno proponendo loro un intrattenimento quanto più personalizzato possibile basato sull’analisi delle loro precedenti reazioni ai contenuti”.
“Significa che un social media deve costantemente proporre contenuti digitali che interessano di più il singolo utente e la conseguenza di questo funzionamento degli algoritmi sono le cosiddette ‘bolle’: se un utente presta più attenzione a un argomento, riceverà quasi soltanto i contenuti su quel tema,
proposti proprio per rafforzare le sue convinzioni, non smentirle e per trattenere l’utente nella Filter Bubble (mantenendolo nella sua
comfort zone, per fidelizzarlo, ndr) e dunque portarlo a trascorrere
più tempo possibile sulla piattaforma social”.
“L’algoritmo di TikTok, rispetto agli altri social media, è ancora molto acerbo. Le altre piattaforme infatti sono più datate e hanno avuto a disposizione molti più anni per maturare ed evolvere. Anche la base utenti, in molti casi molto più ampia, offre da un lato più contenuti (sia in termini quantitativi che di varietà) e dall’altro più dati che si traducono in più opportunità per affinare l’algoritmo”, continua Esposito.
“In generale, l’algoritmo funziona così: crea un profilo dell’utente, targettizzandone gli interessi, in base alle sue caratteristiche, dal genere alla fascia d’età, dalla professione o il corso di studi alle passioni e gli interessi, ma anche quali utenti segue e chi sono i suoi follower – quindi anche gli interessi incrociati -, i Like che mette, i post/video che guarda e con i quali interagisce”, sottolinea Esposito.
Ma le interazioni non sono tutte uguali. “Ogni forma d’interazione con un contenuto per l’algoritmo ha infatti un punteggio diverso perché ha un peso differente. Per esempio, se un utente guarda un video, l’algoritmo misura la percentuale di durata della visualizzazione: se lo guarda per pochi secondi, il peso è scarso (catalizza un interesse modesto), ma se la visualizzazione raggiunge il 25% o si prolunga oltre, il peso del contenuto sale; se l’interazione si limita a un Like, è debole; se commentiamo, condividiamo o addirittura salviamo fra i Preferiti un post o un video, l’algoritmo interpreta che l’interazione è molto più forte. Ciò fa sì che l’algoritmo profili l’utente per proporgli contenuti digitali mirati ai quali è veramente interessato”.
“Ora l’algoritmo di TikTok, essendo ancora acerbo sotto questo punto di vista, è anche facilmente manipolabile, sia in positivo che in negativo. Invece gli algoritmi di Facebook e Instagram combinano tantissime variabili, per estrarre dall’analisi dei dati i veri interessi dell’utente, e proporgli di conseguenza i contenuti in base al profilo estrapolato”.
“Un algoritmo più affinato e un bacino più ampio (sia di utenti che dei contenuti generati da loro) rendono più equilibrata e bilanciata l’esperienza degli utenti sui social media ‘più maturi’. Su Instagram, anche se sono appassionato di calcio, non vedrò nove video su dieci legati al pallone e ai campionati, ma una percentuale inferiore, lasciando spazio anche ad altri argomenti”.
TikTok invece non gode ancora di queste caratteristiche. “L’algoritmo
raccoglie meno dati, quindi ha meno parametri su cui lavorare. Dunque, se un utente è appassionato (o lo è stato in passato) a un argomento, l’algoritmo finisce per bombardarlo letteralmente solo di quei contenuti, operando solo su quella verticale”.
“La prima arma che un utente ha per difendersi da queste dinamiche è la consapevolezza: avere una corretta educazione digitale, per migliorare l’awareness su come l’algoritmo lavora. Dunque la consapevolezza fa sì che l’utente sappia che sulla piattaforma non ci sono solo i contenuti ‘Per te’, ma milioni di altri a cui non accede perché filtrati dall’algoritmo. Per uscire dalla Filter bubble, bisogna evitare di lasciare all’algoritmo la decisione di proporre i contenuti, ma andare a cercarli: come facciamo su YouTube, dove usiamo il motore di ricerca interno e non guardiamo solo il video in homepage proposto dalla piattaforma”.
“Usare gli hashtag e cercare gli argomenti è infatti la seconda arma difesa che l’utente ha per uscire dalla bolla. Su TikTok è infatti possibile scegliere gli argomenti e i contenuti da guardare. Oltre ai video che propone di default, la piattaforma ha categorie interne con i video di tendenza del giorno o quelli in ambito musicale, dunque permette di scegliere fra una sorta di ‘canali tematici’ da esplorare e selezionare”, conclude il Ceo di DeRev.
Conclusioni
I video sui disturbi alimentari sono molto dannosi per i minori e in particolare per gli adolescenti. Per evitare che TikTok li sottoponga alla loro visione bisogna sia educare i ragazzi a usare i social media con consapevolezza e che ad adottare strategie per difendersi dai contenuti pericolosi. La piattaforma cinese deve però implementare policy, non più facilmente aggirabili, per evitare di bombardare i giovani di video tossici. Il problema emerso è grave e richiede tutta l’attenzione necessaria, da parte degli adulti, per prendere gli opportuni provvedimenti.