FORUM PA Puglia

Digital First: così l’innovazione crea idee e valore per il territorio

L’esperienza della Puglia dimostra che il territorio, se adeguatamente motivato, riesce a partecipare con protagonismo alla trasformazione digitale, contribuendo ad un cambiamento che è soprattutto di tipo culturale

Pubblicato il 08 Mag 2017

Marco Di Ciano

Responsabile Ricerca e Innovazione InnovaPuglia

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Il 47% della popolazione dell’Unione Europea ha scarse abilità con il digitale, mentre nel prossimo futuro, il 90% dei posti di lavoro richiederà un certo livello di competenze digitali (Dati Commissione Europea – Digital Single Market). Stiamo andando infatti verso economie e società digitali e la prosperità futura dipenderà in larga misura da come avremo affrontato questa transizione. In un mondo in cui l’informazione è destinata a crescere al pari di un fenomeno entropico e dove l’uomo è sempre più inconsciamente prosumer di conoscenza attraverso il suo inesorabile processo di produzione (producer) e consumo (consumer) di dati, i soggetti pubblici istituzionali sono chiamati ad accomodarsi in regia senza timore di cedere potere.

Essere registi del cambiamento per un’amministrazione vuol dire cominciare a i) identificare le aree di domanda pubblica di innovazione, ii) creare “alleanze” con gli innovatori in un modello a quadrupla elica (ricerca, industria, cittadini e PA), iii) favorire sinergie e convergenze nelle politiche di innovazione. In questo percorso le istituzioni pubbliche devono accettare di perdere un po’ del potere che deriva dal gestire da soli taluni processi, imparando ad intercettare e coinvolgere soggetti terzi interessati e mettendo a punto strumenti utili per orientarne e sostenerne l’azione. Il territorio (Fab Labs, Distretti, Laboratori Pubblico Privati, Reference Site, etc.), se adeguatamente motivato, riesce a partecipare con protagonismo contribuendo ad un cambiamento che è soprattutto di tipo culturale.

Günther H. Oettinger, Commissario per l’Economia e la Società Digitale, ha dichiarato di recente che “L’Europa dispone di punti di forza su cui far leva, ma deve ancora lavorare molto, in particolare per assicurarsi che le industrie si adeguino e i cittadini sfruttino appieno il potenziale dei nuovi servizi e beni digitali. Prepararsi a vivere in una società digitale implica saper trovare un equilibrio tra gli interessi dei consumatori e quelli dell’industria in un processo di orchestrazione nel quale la regia è saldamente in mano al soggetto pubblico istituzionale.

Come è stato ribadito anche nel corso di FORUM PA Puglia, organizzato da Regione Puglia e FPA il 4 e 5 maggio a Bari, l’innovazione nel settore pubblico può essere definita come il processo di generazione di nuove idee, di implementazione e realizzazione delle stesse per creare valore nella società sia attraverso processi o servizi totalmente nuovi che mediante incrementi migliorativi.

Per andare in questa direzione vanno certamente sostenuti gli investimenti materiali in tecnologia favorendo innovazioni disruptive principalmente nel modo in cui i servizi vengono poi offerti, ma va posta particolare attenzione a quelli immateriali favorendo il dispiegamento di piattaforme abilitanti per la pubblicazione e condivisione di elementi e componenti dei sevizi digitali (API economy) e incoraggiando la crescita delle comunità che innovano dal basso (Living Labs) o aggregano le azioni su appalti innovativi e pre-commerciali (Buyers Groups)

Tutto ciò perché la trasformazione digitale funziona se è digital by default con servizi pensati e fatti nascere già digitali, non servizi standard trasformati in digitale o peggio ancora carta convertita in pdf, once only per cui i diversi sistemi digitali devono lavorare in modo interoperabile, e le imprese e i cittadini avere la possibilità di comunicare i dati una sola volta alle amministrazioni pubbliche, senza che queste ultime debbano richiedere ripetutamente la medesima informazione ogni qualvolta è possibile riutilizzarla in quanto già in loro possesso, open e quindi trasparente per favorire l’accesso non tanto allo strumento in se, ma accesso come partecipazione, intesa come valore, diritto, e anche, dovere, inalienabile che ha ogni cittadino di esercitare le proprie prerogative politiche e sociali.

Se è vero che la terra era la materia prima dell’era agricola, il ferro quella dell’era industriale e i dati la materia prima oggi dell’era dell’informazione, questi ultimi e l’ecosistema digitale che li attraversa vanno curati con attenzione per riuscire a lasciarci alle spalle come fatto per la Cold War Guerra fredda qualche decennio fa la ben più subdola e insidiosa Code War Guerra dei codici del nostro millennio.

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