I chatbot che utilizzano l’intelligenza artificiale fanno ormai parte del nostro quotidiano. Quando abbiamo a che fare, nostro malgrado, ad esempio, con un servizio clienti, è difficile che il nostro interlocutore sia una persona in carne e ossa al/dal quale chiediamo e riceviamo informazioni. I pericoli però sono tanti, denunciati da più parti, persino dal fondatore di OpenAI, e ideatore di ChatGPT, in veste ufficiale al Senato americano. Ci sono campi, tuttavia, nei quali i rischi sono ben maggiori, come quando si ha a che fare con la salute delle persone, soprattutto se adolescenti.
caso tessa
Disturbi alimentari: troppo pericoloso il chatbot con intelligenza artificiale
Tessa, un chatbot creato da alcune tra le migliori Università USA, avrebbe dovuto limitarsi a fornire risposte già scritte a domande sui problemi dell’immagine corporea per aiutare a prevenire i disturbi alimentari. Ma così non è andata. Vediamo perché è un caso emblematico dei rischi dell’IA generativa
avvocato, Co.re.com. Calabria

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