nuove procedure

DL rilancio e concorsi PA digitalizzati: l’importanza delle soft skills e come misurarle

Rinnovare il contesto normativo e adeguarlo ai tempi e agli strumenti moderni, può dare il via ad una rivoluzione a lungo termine delle procedure concorsuali. Ma rimane necessaria la vigilanza delle prove e la misurazione delle soft skills

Pubblicato il 11 Giu 2020

Stefano Bazzini

Presidente Selexi

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Tra le novità introdotte dal decreto Rilancio, vanno segnalati gli importanti cambiamenti nelle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici che dovranno essere riorganizzati al fine di garantire la massima sicurezza ai candidati. Le disposizioni contenute nel Decreto sono, infatti, volte a consentire la ripresa delle attività concorsuali per l’accesso al pubblico impiego tenendo conto della necessità di rispettare le misure di distanziamento sociale che accompagneranno tutte le attività del Paese per un lungo periodo.

Le misure previste si applicano dalla data di entrata in vigore del decreto e fino al 31 dicembre 2020.

Le novità per le procedure concorsuali

I concorsi pubblici verranno accelerati e semplificati. Non solo, i requisiti di partecipazione verranno riformulati e le prove dislocate. Verranno sperimentate nuove modalità di svolgimento dei concorsi per consentire un inserimento più veloce e semplificato di nuove risorse nella Pubblica Amministrazione evitando affollamenti di persone.

Nel dettaglio si parla di:

– esami più rapidi;

– requisiti più specifici per limitare il numero di candidati ammessi ai test di accesso;

prove preselettive decentrate in grado di individuare competenze trasversali, utili anche per il lavoro nella Pubblica Amministrazione;

intera selezione svolta con l’ausilio di strumenti informatici.

Le sedi di svolgimento delle prove concorsuali saranno individuate sulla base delle provenienza geografica dei candidati. Sarà plausibile pensare che le prove scritte saranno computer based, ossia svolte mediante l’ausilio di un PC (o di un Tablet) già presente in sede, mentre le prove orali potranno essere svolte in videoconferenza, attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e telematici, adottando soluzioni tecniche in grado di garantire l’identificazione dei partecipanti, la sicurezza e la tracciabilità delle comunicazioni.

Anche la domanda di partecipazione ai futuri concorsi sarà esclusivamente in via telematica, mediante la piattaforma digitale messa a disposizione dalla amministrazione banditrice.
La domanda di partecipazione potrà essere presentata entro 15 giorni (e non più 30) dalla pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale.

Ogni comunicazione concernente il concorso, compreso il calendario delle relative prove e del loro esito, sarà effettuata attraverso la predetta piattaforma. Data e luogo di svolgimento delle prove saranno resi disponibili sulla piattaforma digitale con accesso da remoto attraverso l’identificazione del candidato, almeno dieci giorni prima della data stabilita per lo svolgimento delle stesse. Il candidato dovrà essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui intestato e registrarsi nella piattaforma attraverso il Sistema pubblico di identità digitale (SPID).

Gli effetti a lungo termine delle nuove misure

Pur se la disciplina è incentrata sul futuro immediato, con l’obiettivo di riorganizzare la pubblica amministrazione per rilanciare il Paese dopo due mesi di lock down, è verosimile che i suoi effetti perdurino sulla programmazione a lungo termine.

In effetti, le pubbliche amministrazioni dovranno affrontare notevoli sforzi per modellare preesistenti processi e procedure concorsuali introducendo nuovi strumenti digitali, adeguando il Paese ai migliori standard organizzativi internazionali.

Le prove realizzate tramite il canale digitale hanno il pregio di essere oggettive, di garantire che il loro esito rispecchi effettivamente la preparazione dei candidati. Ampliare lo spettro di competenze su cui costruire processi di selezione migliori è la sfida da affrontare nel prossimo futuro.

La rivoluzione può iniziare proprio da qui: non più la moltitudine di candidati necessariamente tutti insieme, nello stesso posto e alla stessa ora, ma ciascuno nella sede più vicina alla propria residenza, nel giorno e orario previsto entro un molteplice numero di sessioni, utile a gestire pochi candidati per volta, garantendo prove diverse ma bilanciate e pari opportunità nelle condizioni di espletamento.

Da questo modello discendono benefici per tutti i soggetti coinvolti in un concorso pubblico: primi fra tutti i candidati, in particolare coloro i quali abitano più lontano e con minore disponibilità economica, che in un contesto dall’esito incerto almeno non devono sobbarcarsi i costi delle trasferte; gli Enti della Pubblica Amministrazione, che invece di mobilitare ingenti risorse per l’affitto di grandi sedi e per la gestione di migliaia di persone contemporaneamente, potrebbero invece dedicare la loro attenzione all’efficientamento tecnologico dei processi di selezione e recruitment dei loro talenti.

Le difficoltà maggiori per l’implementazione di queste soluzioni risiedono da un lato nel quadro normativo che disciplina l’ambito dei concorsi, con rigidità e vincoli che non sono mai stati adeguati alle risorse tecnologiche disponibili dall’altro nella carenza di sedi adeguate e con un numero di postazioni sufficiente a gestire i concorsi a più elevata partecipazione.

A Milano, cinque anni fa, è stato realizzato il più grande test center europeo dotato di oltre quattrocento postazioni nell’ambito di un network di centri esami su scala mondiale, al fine di erogare test a distanza Selexi in qualsiasi stato del mondo. L’analisi dei risultati è praticamente immediata e automatizzata.
Sono già migliaia le procedure di selezione esaminate, divise principalmente in concorsi pubblici indetti da Pubbliche Amministrazioni e in test di ammissione universitari, per i Corsi di Laurea di prestigiosi Atenei italiani.

Se i test oggettivi sono il miglior metodo per realizzare una pre-selezione che consenta il superamento a chi abbia i requisiti minimi, vi sono sicuramente metodi più approfonditi ed efficaci per valutare e selezionare i candidati migliori, i talenti.

Uno di questi consiste nella misurazione delle soft skills, o competenze trasversali, come proposto dal Ministro della Funzione Pubblica.

Parliamo della capacità di essere empatici, di cooperare, di essere coinvolgenti e di possedere l’attitudine al problem solving. Ad esempio, alla conoscenza della lingua italiana riteniamo che gli insegnanti debbano necessariamente affiancare la capacità di essere empatici, di cooperare, di essere coinvolgenti e di possedere l’attitudine al problem solving.

Ad esempio Selexi ha di recente investito nella piattaforma per la formazione e l’orientamento online Mito, in collaborazione con Giorgio Sangiorgi, professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni.

La batteria di prove, organizzata sulla base delle richieste dell’ente, prevede in maniera riservata e flessibile la somministrazione on line di questionari, in grado di valutare le soft skills del candidato come la flessibilità, formabilità, stile di problem solving, propensione al cambiamento, leadership.

Con un investimento pubblico e consistente in questa direzione si potrebbe realizzare un modello di cui tutta la PA potrebbe giovarsi, con ampie economie di scala.

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