la Giornata internazionale

Donne nella scienza: così scardiniamo i (troppi) stereotipi e pregiudizi

Patrocinata dall’Onu, la “Giornata Internazionale delle Donne e delle ragazze nella Scienza” prevede numerosi eventi che coinvolgeranno scienziate, ricercatrici e professioniste. Il punto sulle manifestazioni e sul vero significato di questa celebrazione

Pubblicato il 11 Feb 2022

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Group, Clusit, ENIA

donne 4.0

La “Giornata Internazionale delle Donne e delle ragazze nella Scienza”, patrocinata dallo ONU, si celebra ogni anno l’11 febbraio. Un momento di riflessione e, al contempo, uno stimolo alla comunità internazionale nel perseguire obiettivi di parità di genere in termini di opportunità educative, di formazione e di carriere scientifiche per le donne e le ragazze, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono.

Donne nella scienza: agenti di cambiamento

Ovvero, si tratta di riconoscere il ruolo delle donne e delle ragazze nella scienza, non solo come beneficiarie, ma anche come agenti di cambiamento, per accelerare i progressi verso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs).

Le donne nella tecnologia sono importanti: ce lo insegna la storia

Anche quest’anno sono numerosi gli eventi programmati in questa giornata che coinvolgeranno scienziate, ricercatrici e professioniste. Esse parleranno di come si sono conquistate il loro status attuale; offriranno uno spaccato dei progetti e degli esperimenti su cui stanno lavorando, spiegando le potenzialità di queste discipline; dimostreranno che le carriere STEM sono accessibili tanto alle ragazze quanto ai ragazzi.

Emergerà dalle varie testimonianza come, nei prossimi anni, l’obiettivo per le donne sarà quello di guadagnarsi ulteriori spazi confermando, non solo le grandi potenzialità del genere femminile nei diversi contesti professionali, ma dimostrando sempre di più come una caratteristica del genere femminile sia proprio quella di poter aspirare a delle posizioni lavorative in cui potranno dimostrare le loro peculiari capacità di gestione delle relazioni, di negoziazione, di pianificazione e programmazione.

Giornata internazionale delle donne nella scienza: la testimonianza di Titti Postiglione

Giornata internazionale delle donne nella scienza: la testimonianza di Titti Postiglione

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STEM, o meglio STEAM

L’acronimo STEM fa riferimento alle discipline scientifiche di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica che abilitano competenze sempre più richieste dal mercato del lavoro a fronte dell’accelerato processo di digitalizzazione ed innovazione in atto. Secondo un rapporto del 2020 dell’Osservatorio Talents Venture, insieme al progetto STEAMiamoci di Assolombarda, entro il 2024 le imprese avranno bisogno di circa 1,5 milioni di occupati in possesso di competenze digitali di base.

Nonostante i primi dati relativi alle iscrizioni universitarie delle studentesse italiane nel 2021 appaiano timidamente incoraggianti, come dimostrano in particolare le iscrizioni ai corsi di laurea STEM nella facoltà di ingegneria (+3,37%) e in quella di informatica (+16,36%), il numero delle studentesse rappresenta un sesto di quello dei colleghi maschi.

Tutti gli stereotipi e i pregiudizi da scardinare

Secondo Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, è quanto mai fondamentale e strategico avvicinare le ragazze alla scienza, scardinando quegli stereotipi e quei pregiudizi secondo i quali le materie scientifiche sarebbero troppo difficili e, per questo, non adatte al mondo femminile. In quest’ottica sono numerosi i progetti che stanno prendendo corpo, patrocinati da diverse associazioni quali STEAMiamoci di Assolombarda, Inclusione Donna, Donna 4.0, Woman in Technology, Women for Security e BrainCircle Italia Woman for Security, ecc. (solo per citarne alcune). Progetti che si prefiggono – attraverso incontri, seminari, percorsi ad hoc e laboratori- di incentivare le donne e le ragazze a scoprire le proprie potenzialità e acquisire gli skill tecnologici/digitali necessari per intraprendere il cammino professionale nelle materie STEM senza “sacrificare” le proprie caratteristiche femminili, ovvero: le capacità di perseverare nei propri obiettivi e di cogliere l’importanza del fattore umano nei diversi contesti della ricerca scientifica, valorizzando le caratteristiche e le peculiarità di ciascun individuo con cui si collabora nella gestione e realizzazione di progetti, rappresentano degli elementi veramente importanti.

Ne consegue che sarebbe più opportuno parlare di STEAM, inserendo la lettera “A” – equivalente ad “Art” – ad indicare la necessità di un approccio multi-interdisciplinare che comprenda tutte le caratteristiche umane – umanistiche, artistiche e scientifiche -in modo da liberare le “emozioni aristoteliche” che sono alla base del percorso verso la conoscenza e, al contempo, generare un effetto di potenziamento sulla creatività che rende il nostro pensiero più flessibile e meno stereotipato.

Non solo “a” come “Art” – aggiungo – ma anche “Armonia”: “Uno il tutto”, dentro e fuori di noi donne, quale condizione per acquisire quella forma mentis che permette di dare voce alle molteplici sfumature” femminili” che ci distinguono e continuare, nel tempo, il processo innovazione armonica personale e professionale per essere parte di questa società sempre più tecnologica e digitalizzata, facendo leva sulle nostre capacità, acquisendo di volta in volta gli skill necessari e liberando maggiormente quell’energia che è dentro di noi.

Il progetto Emotions

In quest’ottica è nato anche il progetto innovativo ed itinerante Emotions, ideato e organizzato da Viviana Kasam, Presidente di BrainCircleItalia per rompere il soffitto di cristallo che ancora si frappone alla visibilità femminile, creando un evento internazionale che si prefigge di valorizzare le donne nella scienza e abbattere tanti pregiudizi sul tema. Il prossimo marzo 2022 si svolgerà l’evento a Milano, in cui si parlerà di robotica, intelligenza artificiale, realtà virtuale e, appunto emozioni.

Le emozioni sono state a lungo interpretate come “esternazioni” in grado di travolgere gli animi, specie quelli delle donne, contrapponendole alla più affidabile e mascolina razionalità. Oggi invece, grazie alle neuroscienze, stiamo scoprendo non solo come le emozioni “dipendano” dalla mente e dalla razionalità, (nascono infatti nel cervello) piuttosto che contrapporsi ad essa, ma anche come esse rivestano un ruolo di grandissima importanza sia nell’evoluzione, sia nei processi formativi e cognitivi. Di fatto, senza emozioni, la ragione non funzionerebbe e, non a caso, oggi si parla di “intelligenza emotiva” come di uno strumento fondamentale al pari dell’intelligenza razionale – tradizionalmente attribuita al pensiero maschile – evidenziando come lo scenario in cui stiamo vivendo presuppone un necessario rapporto tra creatività ed emozioni dato che l’intelligenza emotiva nelle nostre vite è sempre più riconosciuta come parte integrante del pensiero logico e non in contrapposizione.

Si tratta di abbracciare le discipline scientifiche, creando occasioni di meraviglia in ogni contesto della nostra vita, a partire dalla scuola, muovendosi verso il mondo lavorativo e quello della scienza; emozionarsi ed emozionare, attraverso la conoscenza che, a sua volta, apre le porte all’innovazione ed al progresso attraverso la ricerca.

Conclusioni

In questa giornata dobbiamo ricordare che noi donne non dobbiamo smettere di metterci in discussione e di imparare con serietà, tenacia e professionalità a proseguire in questo cammino insieme, per farci ascoltare con autorevolezza e maturata assertività.

La nostra vita è un percorso di apprendimento sine die e, a tal proposito, ricordiamoci quanto affermava il sociologo e scrittore statunitense Alvin Toffer, ovvero “La conoscenza, non la forza-lavoro né il possesso delle materie prime, è destinata a diventare la più importante risorsa economica nelle società avanzate”…“Gli analfabeti del futuro non saranno quelli che non sanno leggere o scrivere, ma quelli che non sanno imparare, disimparare, e imparare di nuovo”; inoltre, come era solita dire il premio Nobel Rita Levi Montalcini: “Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che le usano entrambi….

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