neurodiritti

“Dream engineering”, la pubblicità invaderà i nostri sogni? A che punto siamo

La manipolazione dei sogni è una realtà destinata a inondarci a brevissimo, ma – mentre il Cile si appresta a proteggere legalmente i neurodiritti dei cittadini – nessun segnale arriva da Ue e Italia. Rischiamo di “svegliarci” quando sarà ormai troppo tardi

Pubblicato il 30 Ago 2021

Diego Dimalta

Studio Legale Dimalta e Associati

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Una tecnologia capace di estrarre e di inserire informazioni dalla mente. Avete capito bene, non si tratta della trama di un film di Christopher Nolan ma di un problema con cui a brevissimo dovremmo fare i conti.

Secondo la rivista Science, marchi come Xbox, Coors e Burger King stanno già oggi collaborando con ricercatori al fine di riuscire a invadere il mondo dei sogni con messaggi pubblicitari. Si parla di “targeted dream incubation” e in tal senso è pioneristica l’esperienza organizzata dalla Coors, produttrice di birra, che già nel 2021 ha provato il primo e più grande esperimento di massa volto a incidere sui sogni di milioni di persone. Ne parla anche Forbes dove si spiega che, secondo la società, l’idea è che guardare un determinato video di 91 secondi un paio di volte prima di dormire, possa incidere sui sogni delle persone, facendo loro immaginare di essere nel bel mezzo dello scenario visto nelle pubblicità della birra Coors. Questo, secondo l’azienda, porterà, al momento del risveglio, ad avere un irrefrenabile voglia di birra, ma non una qualunque, la birra Coors.

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Esiste anche un video, dietro le quinte, descritto come “l’incubatore dei sogni” dove Deirdre Barrett, assistente professore di psicologia presso il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Harvard e autrice di libri come Pandemic Dreams dell’anno scorso afferma: “Quando Coors mi ha contattato per la prima volta, volevano sapere se sarebbe stato possibile incubare un annuncio in un sogno […] Ho detto loro che c’è un modo se hai soggetti cooperativi per fare l’incubazione dei sogni e influenzare il loro contenuto onirico”.

Gli studi

La domanda è: ma queste trovate funzionano? Hanno fondamento scientifico? Secondo MIT la risposta è affermativa.

Ad esempio, un paper del 2020 intitolato “Dream engineering: Simulating worlds through sensory stimulation” ha concluso che “quasi tutti gli stimoli sensoriali hanno il potenziale per modulare l’esperienza nel sonno“.

Il documento, come riporta anche Forbes, racconta decenni di ricerche sull’uso di influenze come la sete (un rapporto del 1968 ha rilevato che “coloro che sognavano di dissetarsi bevevano meno da svegli di quelli che sognavano di avere sete”) e odori (secondo uno studio del 2009, “le emozioni erano più positivo nel caso del profumo di rosa, negativo in quello delle uova marce”).

Interessante osservare come le FAQ per quell’ultimo progetto includono la domanda “può questa tecnologia essere usata per il controllo mentale malvagio/autoritario?” a cui viene fornita la seguente risposta: “Questa domanda è apprezzata, così come qualsiasi altra questione etica che potremmo trascurare. Ma in questo momento no. Questa tecnologia è agli stadi iniziali, con molto perfezionamento ancora necessario […]”. In tal senso è importante evidenziare che gli studi del MIT sono stati effettuati su soggetti non completamente addormentati (e non completamente svegli), il che li rende molto meno vulnerabili. Sono consapevoli di essere in una stanza degli esperimenti, anche se quella consapevolezza va e viene. La maggior parte, ma non tutti, afferma il MIT “ricorda ciò che hanno detto durante l’esperimento. Ma in modo critico, abbiamo avuto persone che si sono svegliate con la forza quando hanno fatto un sogno abbastanza strano da non volere che noi sperimentatori lo sentissimo. Le persone stanno monitorando il loro ambiente e sono consapevoli della loro discesa nel sonno, limitando la capacità di inserire idee che le persone non vogliono inserire o estraendo idee che non vogliono estratte”.

Insomma, già dalla lettura di questa singola FAQ emerge chiaramente la pericolosità di una simile tecnologia. Soprattutto è sin da qui chiaro come sioa già oggi possibile inserire ed estrarre idee nell’inconscio di una persona. A poco valgono quindi le rassicurazioni, perché una simile arma, in mani sbagliate, apre a scenari critici di ogni tipo: dall’ipnosi, alla mutazione delle persone nel loro intimo, sino alla totale perdita di comprensione di cosa sia reale e cosa invece no, proprio come accade nel film Inception di Christopher Nolan.

Il problema privacy

Parlare di un problema privacy in questo caso è quasi riduttivo. Le fondamenta di una persona sono dati personali, certo, ma sono anche qualcosa di più. Chiamiamola anima, chiamiamola indole o semplicemente personalità. Poter estrarre ricordi e informazioni a una persona incosciente, pone la vicenda su un piano che evidenzia i limiti intrinsechi del GDPR o di altre simili normative, pensate per situazioni tipiche di persone coscienti. Vediamo così che i nostri strumenti risultano utili come legnetti appuntiti in una guerra dove gli altri usano i laser, sempre per restare nel regno della fantascienza. In quest’ottica deve prestarsi molta attenzione a ciò che sta accadendo proprio ora in Cile, ove le parti sociali sono chiamate a riscrivere la costituzione, una costituzione in cui, tra l’altro sarà menzionato il divieto di agire sui sogni delle persone.

Parallelamente, sempre in Cile, è stata presentata anche una legge ordinaria in cui disciplinare sin da oggi quest’evenienza.

In un articolo di Viola Stefanello, si legge che l’obiettivo del Cile è quello di diventare il primo stato al mondo a proteggere legalmente i neuro diritti dei cittadini. Ma come? Trattando i dati neurali come una nuova categoria di dati, ulteriori rispetto a quelli personali e a quelli sensibili, trattandoli alla stregua del tessuto organico, ritenuto anche in Italia un qualcosa su cui le persone godono di un diritto indisponibile.

Conclusioni

Stupisce quindi la lungimiranza di un paese come il Cile ma, soprattutto, stupisce come nonostante la tecnologia sia ormai in fase molto avanzata, ancora poche persone ne parlino. Il riferimento non è tanto all’Italia, dove siamo ancora fermi ai dibattiti del tipo “la privacy è solo un intoppo burocratico” che molta presa fanno su chi crede che la terra sia piatta, ma dall’ Europa, sempre all’avanguardia su simili pericoli, ci si aspetterebbe forse una presa di posizione. Del resto, la manipolazione dei sogni è una realtà destinata a inondarci a brevissimo, ignorarla ora non ci permetterà di contrastarla adeguatamente quando sarà ormai troppo tardi.

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