La scelta del Ministro è sbagliata sotto il profilo del metodo, perché ha ascoltato solo gli editori e non gli altri stakeholder (i produttori di tecnologie, i genitori, le associazioni dei consumatori, gli studenti).
Ed è sbagliata sotto il profilo del merito, perché non convince la sua spiegazione (le presunte “pericolosità” dei reader/tablet e la mancanza di dati scientifici sulla validità dello strumento a fini didattici).
Se in mezzo mondo si usano i reader/tablet a scuola, non si capisce perché in Italia sarebbero “non utili” pedagogicamente.
Rinviare la piena digitalizzazione della scuola significa rafforzare gli alibi dei “conservatori” e significa anche “deludere le aspettative” degli studenti e dei genitori che si immaginavano una scuola finalmente al passo coi tempi.