La rivitalizzazione dei borghi e (più in generale) delle aree interne ha assunto nei contenuti dei programmi strutturali, e più recentemente in quelli del PNRR[1], un ruolo centrale. Complice anche la pandemia, che ha innescato nelle popolazioni una tendenza ad allontanarsi dalle città verso le aree meno antropizzate e identificabili con le aree interne ed i borghi.
Inoltre, in tali realtà si registra un fenomeno interessante rappresentato dalle iniziative promosse dagli Enti locali che, pur di liberarsi di immobili vuoti, fatiscenti e pericolosi li “cedono a un euro” purché gli acquirenti effettuino gli interventi finalizzati al ripristino e alla messa in sicurezza.
Sono aspetti da non sottovalutare e che vanno nella direzione della “attenzione” della società contemporanea verso i borghi.
Ma questa ritrovata vitalità dei borghi va accompagnata con un importante lavoro sulle infrastrutture, non solo digitali e viarie – seppure fondamentali – ma anche su progetti innovativi per l’instradamento intelligente di merci in ambito urbano ed extraurbano che si configuri quale alternativa ai processi tradizionali di logistica.
Ma andiamo per gradi.
Superare il digital divide dei borghi
I borghi devono essere fortemente interconnessi affinché sia garantita la ricezione di beni e servizi uguale nella qualità e nei tempi delle grandi città e metropoli. Si tratta quindi di rafforzare la rete infrastrutturale e ovviare all’isolamento contrastando, conseguentemente, il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali e aumentando la qualità della vita e l’accessibilità ai servizi. Per fare ciò bisogna, quindi, superare il digital divide e garantire l’introduzione di funzionalità innovative (smart cities, reti IoT, reti 5G, etc.).
Le funzionalità innovative appena descritte, pur essenziali, non garantiscono totalmente dall’isolamento. A tali funzioni bisogna aggiungere il sistema di trasporto delle merci che continua a essere centrale in quanto rappresenta la completa possibilità di correlazione con il resto del territorio. Il sistema di trasporto delle merci (che non può avvenire con il 5G) è, pertanto, una rete infrastrutturale che in questo tempo (a.d. 2021), della riduzione delle emissioni e dei ministeri della transizione ecologica e dei trasporti sostenibili non può che essere sostenibile.
Bisogna, quindi, pensare a un sistema innovativo.
Non solo. L’idea deve essere in linea con le attuali politiche locali (Piano Urbano delle Mobilità) ed europee (White Paper of Transport 2011 – ETP ALICE 2030), e deve essere inquadrato in un trasporto merci più sicuro ed efficiente e dal minor impatto ambientale, rappresentando una valida alternativa al trasporto su gomma.
Il livello della tecnologia attuale in fase di avanzata sperimentazione in Italia (e che spera nell’attuazione), è in grado di supportare efficacemente la realizzazione di una rete di distribuzione all’interno di tubazioni di medie dimensioni in grado di trasportare merci utilizzando parte di infrastrutture già esistenti.
Inviare e ricevere merci in pochi istanti
Si può immaginare che i borghi possano ricevere e inviare merci/prodotti in pochi istanti ovunque nella penisola italiana. Una tale possibilità rinvigorirebbe in maniere significativa il tessuto economico di tali insediamenti abitativi, storicamente fondato sulla realizzazione di prodotti ottenuti da lavorazioni artigianali, di alta qualità e su piccola scala. Tali realtà produttive risultano attualmente in via di estinzione a causa della concorrenza delle grandi aziende figlie della globalizzazione, e rappresentano un patrimonio da tutelare e promuovere con idee efficaci e innovative.
La crescita esplosiva del fenomeno eCommerce, la distribuzione delle merci al dettaglio ha ulteriormente aggravato l’impatto della logistica, il footprint, sull’ambiente e in generale sulla sostenibilità. La domanda di merci eCommerce è comunemente caratterizzata da una richiesta di approvvigionamento continua, specialmente in luoghi con scarsa capacità di immagazzinamento. Le dimensioni delle spedizioni sono in genere ridotte, e allo stesso tempo c’è la necessità di avere un breve tempo di attesa tra la richiesta e la disponibilità della merce.
In termini generali il problema della logistica in Italia, non può che essere affrontato in logica di sistema dove le infrastrutture sono gli elementi fondanti su cui costruire una intelligenza logistica diffusa indispensabile a una crescita duratura ed equilibrata del Paese. L’impatto ambientale derivante dal trasporto delle merci è notevole sia in termini di inquinamento atmosferico, acustico sia per quanto riguarda il degradamento delle strutture (sede stradale, viadotti, esposizione degli edifici storici a vibrazioni e inquinamento, ecc.) e la sicurezza (relativa sia alle persone che alle merci).
I costi di gestione delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto in generale rappresentano una voce di spesa imponente sia in ambito pubblico che in ambito privato tale da giustificare la ricerca di soluzioni innovative che possano proporre soluzioni alternative e concorrenziali rispetto ai sistemi tradizionali di trasporto.
Il progetto
L’idea-progetto[2] intende riproporre in chiave moderna e innovativa il trasporto di oggetti all’interno di tubi (evoluzione della posta pneumatica). Il progetto si prefigge di studiare l’implementazione di una sorta di «Physical Internet»: una rete fisica in cui le merci vengono spedite, trasportate e recapitate in tempo reale all’interno di capsule instradate attraverso condotti tubolari. Il punto di forza del progetto è rappresentato dall’alta capacità di trasporto (superiore sia al trasporto su gomma che su ferrovia) grazie all’assenza di aria e a sistemi di sospensione magnetica frictionless, che permettono alle capsule di raggiungere velocità di 1.500 km/h – 2.000 km/h e una capacità di trasporto fino a una tonnellata per secondo. In poche parole, le merci potrebbero viaggiare su un tubo del diametro di un metro (posto, ad esempio, tra l’autostrada A1 e la linea ferroviaria) da Milano a Roma in max. 19 minuti! Inoltre, il motore sincrono lineare può recuperare in fase di decelerazione fino al 70% dell’energia spesa in accelerazione; ne consegue una sensibile riduzione del consumo di energia stimabile in circa il 40% rispetto al trasporto su strada. Viste le sue caratteristiche intrinseche, il sistema si presenta, rispetto ai sistemi tradizionali, più sostenibile in termini ambientali in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera, dell’inquinamento acustico e del traffico di superficie.
La prossimità di borghi e piccoli centri abitati a stazioni ferroviarie secondarie consentirebbe di affiancare il sistema proposto all’infrastruttura esistente connettendo potenzialmente il resto della rete paneuropea per il trasporto merci leggere. Infatti, appositi centri di interscambio modale potrebbero essere realizzati in adiacenza alle stazioni così da muovere le merci con sistemi di last-mile delivery (droni, auto elettriche).
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- Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. ↑
- L’idea che si richiama è in parte il progetto “Pipenet” brevettato dal Centro Universitario di Ricerca sull’inquinamento da agenti fisici “Mauro Felli” di Perugia responsabile scientifico professor Franco Cotana, e immaginato per coprire distanze di centinaia di Km in pochi minuti (per es. Roma – Milano in 19 minuti). ↑