I contenuti online si tingono sempre più di violenza dando luogo non solo a fenomeni di hating, ma anche a una potente radicalizzazione sociale, con effetti pericolosi per la società. Nel corso degli ultimi anni, in gran parte dell’Unione Europea si è registrato un aumento del trend sia in termini di violenza nei confronti dei civili che di adesione a diverse forme di estremismo ideologico.
I nuovi terrorismi: come combatterli
Sebbene il terrorismo di stampo religioso rimanga predominante, i dati citati nell’ultima relazione annuale di Europol testimoniano infatti – per il terzo anno consecutivo – un aumento di atti terroristici ed arresti legati a gruppi separatisti e nazionalisti. Allo stesso tempo, il rapporto mostra una crescita di attacchi da parte di “lupi solitari” nei confronti di civili e il sempre più frequente uso di armi non sofisticate, quali coltelli ed ordigni esplosivi improvvisati.
Ne deriva dunque una necessaria riflessione sui diversi meccanismi impiegati per adescare i soggetti più suscettibili e convincerli a sostenere tali ideologie estremiste. Chi sono i soggetti su cui la propaganda estremista ha un’influenza maggiore? Come si possono destrutturare queste narrative rendendole meno appetibili alle categorie più esposte? A queste domande cerca di rispondere il progetto Cicero (CounternarratIve Campaign for prEventing RadicalisatiOn), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma ISF (Internal Security Fund).
Iniziato nel febbraio 2019 e coordinato dall’Università degli Studi di Torino, il progetto coinvolge 10 partners da 3 paesi europei (Italia, Belgio e Spagna). Tra le aziende italiane coinvolte troviamo anche Zanasi & Partners, che ho fondato; società italiana di ricerca e consulenza in materia di Sicurezza e Difesa.
Da un lato il progetto Cicero si concentra sullo sviluppo e l’implementazione di una campagna di comunicazione di contro-narrative volta a prevenire la radicalizzazione di stampo politico e religioso; dall’altro, l’obiettivo è quello di valutare l’efficacia di tale campagna attraverso l’implementazione di una metodologia ad hoc, che consiste nella definizione di metriche per misurare il livello di attenzione e coinvolgimento del target di riferimento.
Ciò che contraddistingue Cicero dalle precedenti campagne è la sua implementazione su due livelli. In primo luogo, il consorzio parte da un’analisi preliminare delle target audiences e delle narrative esistenti per elaborare la strategia di comunicazione e identificare i mezzi più adatti per veicolarla. A tal fine, il progetto si pone come obiettivo la creazione e diffusione di contenuti testuali e multimediali (immagini, audio, video), sia tramite social network che tramite l’acquisto di spazi pubblicitari su media tradizionali (TV, radio, giornali). Al tempo stesso, il progetto mira a responsabilizzare ulteriormente professionisti ed organizzazioni della società civile, realizzando workshop che coinvolgeranno vari attori a livello europeo – tra cui RAN (Radicalisation Awareness Network) e CSEP (Civil Society Empowerment Programme) – per aumentare, in base alle indicazioni emerse dalla campagna, le loro capacità di identificare e fronteggiare il fenomeno della radicalizzazione.
La produzione e disseminazione di contenuti è stata principalmente pensata per coinvolgere il pubblico più giovane, tendenzialmente più sensibile alle narrative estremiste. La promozione dei contenuti in più lingue è dettato dalla volontà di raggiungere una vasta gamma di individui, anche tramite il coinvolgimento di figure chiave, tra cui i cosiddetti “young ambassadors” – che fungono da collante tra campagna e target audiences – e le “celebrities”, personalità note già impegnate nel sociale che pubblicizzeranno la campagna sui social, dove sono molto seguite tra i giovani. Così facendo, intendiamo instillare valori quali empatia, altruismo, parità di genere e rispetto delle diversità in coloro i quali, per diversi motivi, sono attratti dalle narrative estremiste. Verrà inoltre implementato un forum di discussione e interazione per dar voce alle preoccupazioni condivise dalle nuove generazioni. Riteniamo che la prevenzione di qualsiasi tipo di estremismo sia fondamentale per il mantenimento della sicurezza a livello europeo.