L’auto a guida autonoma figura come un veicolo in cui il guidatore “essere umano” viene sostituito da una serie di dispositivi tecnologici di ultima generazione che si rapportano e interagiscono (in maniera più o meno efficace) con il mondo circostante.
Ciò che fino a qualche anno fa veniva considerata come una sorta di “oggetto da film”, negli ultimi mesi ha subito una considerevole accelerazione verso una “normalizzazione” del nuovo corso tecnologico.
Non senza problemi. Uno di questi riguarda la possibilità di “etichettare” questi veicoli o apporvi una targa esplicativa.
Auto a guida autonoma, ma quando arrivano? Ecco perché andiamo nella direzione sbagliata
La questione di conoscere chi è o non è alla guida
Ad inizio aprile scorso, infatti, negli USA è diventato virale un video[1] girato a San Francisco (California) che mostrava un agente di polizia, in servizio notturno, fermare un’auto che non aveva i fari accesi. Ma non si trattava di un’auto “normale”: infatti, non vi era nessuno all’interno. L’auto della compagnia statunitense Cruise (General Motors) era a guida autonoma, capace di muoversi in totale indipendenza nel traffico cittadino della metropoli statunitense.
E se la confusione dell’agente di polizia può essere comprensibile, bisogna considerare che man mano che questi veicoli diventano più comuni sulle strade, la questione di essere a conoscenza di chi è alla guida (anche da remoto), comprese le relative responsabilità, diventa sempre più seria.
Nei prossimi mesi, con la celere evoluzione del settore, sarà più facile per le auto a guida autonoma nascondersi alla vista degli utenti (pedoni e automobilisti, in maniera indifferente). I sensori lidar sul tetto dei veicoli, che permettono di mappare lo spazio che circonda l’auto a guida autonoma, diventeranno probabilmente più piccoli e mimetizzati.
Basti pensare al sofisticato sistema “Drive Pilot” di Mercedes[2], con i suoi sensori lidar che alloggiano nella griglia anteriore dell’auto (e, quindi, indistinguibili a occhio nudo). Ma è normale che ciò accada? E, soprattutto, è normale abituarsi a questa “mimetizzazione”?
Etichettatura auto a guida autonoma: cos’è e argomenti a favore
Nell’ambito del progetto britannico “Driverless Futures” della University College London[3], si è recentemente conclusa una grande e completa indagine sull’atteggiamento dei cittadini inglesi nei confronti dei veicoli a guida autonoma, comprese le regole da adottare “su strada”.
Su un campione di quasi cinquemila cittadini, l’ottantasette percento ha affermato che deve essere chiaro agli utenti della strada se un veicolo è a guida autonoma o meno. In linea di principio, gli esseri umani dovrebbero sapere se e quando stanno interagendo con dei robot, magari con un’etichetta (“label”), o una targa esplicativa. E, sempre in linea di principio, i robot non dovrebbero essere progettati in modo ingannevole e/o al fine di sfruttare gli utenti della strada.
Se le auto a guida autonoma, che girano tranquillamente per le strade cittadine, sono in fase di sperimentazione, gli altri utenti della strada – pedoni e guidatori “umani” – potrebbero essere considerati soggetti dell’esperimento (e, teoricamente, dovrebbero prestare una sorta di consenso informato).
Un’altra argomentazione a favore dell’etichettatura di “carattere pratico”, è che è più sicuro per gli utenti della strada essere a conoscenza di avere a che fare con un veicolo “non guidato da un automobilista esperto”.
Etichettatura auto a guida autonoma: gli argomenti contro
Ma ci sono anche argomenti contro l’etichettatura. Un’etichetta potrebbe essere vista come una manleva (scarico di responsabilità) dei costruttori, implicando che tali responsabilità siano addossate alla comunità o allo Stato. E si potrebbe sostenere – sempre come tesi negativa – che una nuova etichetta, senza un senso ben chiaro, possa aggiungere solo confusione su strade già piene di “distrazioni”.
Inoltre, da un punto di vista scientifico, le etichette influiscono anche sulla raccolta dei dati. Se un’auto a guida autonoma sta “imparando a guidare” e gli utenti della strada ne sono a conoscenza, comportandosi di conseguenza, tale “know-how” potrebbe alterare i dati raccolti (al pari di ciò che succede quando l’Intelligenza Artificiale “impara” da dati errati, con inevitabili pregiudizi).
Paradossalmente, non contrassegnare od etichettare un veicolo a guida autonoma potrebbe essere più sicuro per gli utenti della strada. A conti fatti, gli argomenti a favore dell’etichettatura, almeno nel breve periodo, sono più convincenti.
Auto a guida autonoma: la differenza con la guida umana
E questo dibattito non riguarda solo le auto a guida autonoma. Siamo dinanzi ad una questione che va al cuore della problematica, ossia di come le nuove tecnologie debbano essere regolamentate.
Gli sviluppatori, che spesso e volentieri dipingono le nuove tecnologie emergenti come dirompenti e in grado di cambiare il mondo, non le dipingono quasi mai come problematiche. Almeno fino a quando le autorità di regolamentazione di questo o quel settore “bussano alla porta”. Le nuove tecnologie non si “inseriscono” semplicemente nel mondo attuale: esse rimodellano il mondo. E se si vuole che apportino dei benefici, è bene affrontare sin da subito i relativi rischi.
Per comprendere e gestire meglio la diffusione delle auto a guida autonoma, è necessario sfatare il mito che tali macchine possano guidare come gli esseri umani. Infatti, lo fanno meglio (in modo più efficiente e senza distrazioni).
Gli esseri umani guidano conversando con gli altri, interagendo con l’ambiente circostante e tenendo d’occhio una miriade di variabili. Quando si guida, infatti, si è ben consci che gli altri utenti della strada non sono oggetti passivi da evitare, ma agenti attivi con cui dobbiamo interagire e che speriamo condividano la nostra comprensione del codice della strada.
Le auto a guida autonoma, invece, affrontano la strada in modo completamente diverso e nella maggior parte dei casi agiscono in base ad una combinazione di mappe digitali ad alta definizione, GPS e sensori lidar.
Il problema del controllo sugli attraversamenti pedonali
Uno sviluppatore della tecnologia in esame potrebbe sostenere che ciò che conta è il comportamento del veicolo su strada; tuttavia, gli utenti della medesima strada vogliono sapere chi o cosa ha il controllo di quel veicolo.
Questo aspetto diventa particolarmente importante in situazioni come gli attraversamenti pedonali, che spesso si basano su una comunicazione bidirezionale: un pedone può stabilire un contatto visivo con il conducente per assicurarsi di essere stato visto, così come il conducente può rassicurare il pedone facendogli cenno di attraversare. In assenza di tali segnali, potrebbe essere necessario “riprogettare” queste interazioni.
I semafori, invece, sono dei segnali (relativamente) più affidabili per un’auto a guida autonoma, poiché ne possono ridurre l’incertezza con una tempistica migliore. È chiaro che quando da pedoni attraversiamo una strada o da automobilisti affrontiamo una via tortuosa con un altro automobilista che viene da direzione opposta, dobbiamo sapere con chi abbiamo a che fare. Queste interazioni funzionano perché abbiamo un senso condiviso di aspettative e di responsabilità reciproche.
Conclusioni
Etichette chiare e standardizzate sarebbero un primo passo per riconoscere che ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo sulla strada. Anche se la tecnologia è ancora agli albori, la chiarezza e la trasparenza sono un obbligo non differibile per il prossimo futuro.[4]
____________________________________________________________________________________________
- Driverless car pulled over by police in San Francisco. United Press International. https://www.upi.com/Odd_News/2022/04/12/San-Francisco-driverless-car-pulled-over/1971649789278/ ↑
- Drive Pilot By MB: How Does It Work? CBT. https://carbiketech.com/drive-pilot/ ↑
- UK public want self-driving cars to be labelled. University College London. https://www.ucl.ac.uk/news/2022/may/uk-public-want-self-driving-cars-be-labelled ↑
- “It will soon be easy for self-driving cars to hide in plain sight. We shouldn’t let them”, Technology Review, https://www.technologyreview.com/2022/05/14/1052250/labeling-self-driving-cars/ ↑