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Realtà virtuale e aumentata, che futuro ci attende: ecco le manovre delle big tech

L’Extended Reality, o realtà estesa, è la nuova corsa delle big tech: chi controllerà il settore si libererà dalla dipendenza dei produttori di smartphone per la distribuzione delle app. Le mosse di Meta, Google, Apple, Snap e le previsioni per i prossimi anni

Pubblicato il 06 Giu 2022

Maurizio Stochino

Consulente ICT - Esperto di Sicurezza Informatica

extended reality - metaverso

Quasi tutte le aziende tech stanno puntando sulla Extended Reality, la realtà estesa, che comprende sia la realtà virtuale, completamente immersiva (VR), sia la realtà aumentata (AR), in cui le immagini del computer sono sovrapposte alla visione “naturale” degli utenti.

I giganti della tecnologia presidiano principalmente due mercati: uno è quello dei visori, VR e AR, e l’altro riguarda gli occhiali AR di ultimissima generazione.

Metaverso, tutto l’hardware che serve per vivere in una realtà aumentata e alternativa

Meta, la società madre di Facebook, ha venduto circa 10 milioni di visori VR Quest 2 negli ultimi 18 mesi. Quest’anno arriverà Cambria, il visore avanzato di Mixed Reality.

Microsoft sta per lanciare sul mercato HoloLens 2, più costoso, e Apple è in procinto di svelare il suo primo casco AR e VR all’inizio del 2023. Si dice che abbia già un modello di prossima generazione in cantiere.

Google, invece, sta lavorando su un set di occhiali conosciuto come Iris. Anche le aziende tecnologie di secondo livello, da ByteDance a Sony e Snap, stanno vendendo o sviluppando i propri occhiali AR.

Secondo le previsioni Idc, saranno spediti quest’anno circa 16 milioni di visori per la realtà aumentata. Ma entro un decennio le vendite potrebbero addirittura raggiungere quelle degli smartphone. Hugo Swart di Qualcomm, che produce chip sia per i visori che per gli smartphone, dice che senza alcun dubbio questo progetto il vero e proprio futuro della tecnologia.

Extended Reality: la corsa alla prossima tech platform

Fino ad oggi Apple e Google si sono affermati come padroni nel mondo degli smartphone, tassando ogni acquisto sui loro app store e stabilendo regole sulla pubblicità, a spese degli affittuari come Facebook.

Chi si mette in gioco nel mercato della realtà estesa, si trova oggi ad acquisire una posizione di controllo della prossima grande piattaforma.

L’ultima, quella degli smartphone, mostra ormai segni di maturazione. Non a caso, le spedizioni in America sono scese a picco: da 176 milioni di unità vendute nel 2017 a 153 milioni nel 2021, secondo le statistiche di Idc.

I modelli pubblicitari offerti al momento da Facebook e Google sono sotto attacco dai sostenitori della privacy: in risposta Mark Zuckerberg, il capo di Meta, ha scommesso il futuro della sua azienda sul “metaverso”.

Il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha detto che la realtà estesa sarà una delle tre tecnologie che modelleranno il futuro, insieme all’intelligenza artificiale e al quantum computing.

Sundar Pichai, che ha lo stesso ruolo in Alphabet, la società madre di Google, ha detto l’anno scorso che l’Ar potrebbe essere una grande area di investimento per l’azienda.

I fondi di venture-capital hanno iniettato quasi 2 miliardi di euro nella realtà aumentata nell’ultimo trimestre del 2021: un record, secondo la società di dati Crunchbase.

Un’altra statistica ci dice che circa il 90% dei caschi venduti al momento sono VR e non AR.

Da quando Meta ha acquistato l’azienda Oculus per circa 2 miliardi di euro nel 2014, ha catturato il mercato, con l’80% dei volumi delle vendite VR nel 2021. Il visore di realtà aumentata Quest 2 offre un’esperienza convincente (anche se un po’ nauseante) senza bisogno di un computer: aiutato dal lockdown e dal prezzo di circa 299 euro, è stato un successo fin dal lancio nel 2020. Lo scorso Natale, la app per smartphone di Quest è stata la più scaricata in America.

I rivali più piccoli, come l’azienda elettronica di Taiwan HTC, sanno benissimo di essere stati superati di gran lunga. Pico, un produttore di cuffie di proprietà di ByteDance, proprietario cinese di TikTok, sta facendo bene nel suo mercato nazionale, dove Meta è vietato.

La strategia VR di Meta, invece, ruota ancora tutta intorno agli annunci. Infatti, secondo la società di analisti Omdia, sta vendendo caschi di realtà aumentata molto velocemente per costruire un pubblico per gli inserzionisti.

Meta ha già sperimentato gli annunci pubblicitari: Cambria, un visore più costoso che combina uno schermo simile a quello dei VR con telecamere montate frontalmente per visualizzare filmati del mondo esterno, permetterà l’installazione di telecamere sui volti degli utenti. Ne deriverà la cattura di espressioni facciali in forma virtuale, così come il monitoraggio degli annunci sui cui gli occhi si soffermano maggiormente. Inoltre, Meta sta anche monetizzando il suo app store per offrire ampia scelta agli utenti che decidono di affacciarsi al metaverso.

Secondo Omdia, nei prossimi anni il mercato dei contenuti disponibili per il casco VR supererà di gran lunga quello dell’hardware.

Uno dei motivi per cui Zuckerberg ha lanciato la nuova piattaforma Meta, che comprende un app store, è liberarsi dalla dipendenza dei produttori di smartphone nella distribuzione delle applicazioni. Ormai l’azienda è diventata essa stessa padrona di un ambiente digitale e ha il potere di tassare le ricerche nel Quest-store allo stesso modo in cui Apple e Google prendono una parte delle vendite di app per gli smartphone.

Extended Reality: mercato e potenzialità degli occhiali AR

Mentre Meta continua ad aumentare i suoi sforzi nello sviluppo della realtà virtuale, altri stanno sperimentando la tecnologia più complessa della realtà aumentata, che ti porta in un altro luogo in pochi e semplici passaggi a differenza della VR, a quanto afferma Evan Spiegel, capo di Snap.

La sua app di social media Snapchat ha da tempo fornito filtri Ar per i telefoni, permettendo agli utenti di trasformarsi in personaggi dei cartoni animati o di provare virtualmente prodotti come vestiti e il make-up con l’aiuto della fotocamera del loro dispositivo.

Snap sta ora giocando con l’hardware, costruendo un prototipo di AR Spectacles, che è stato distribuito a poche centinaia di sviluppatori di software.

Gli occhiali Specs con i loro 134 grammi assomigliano a grossi occhiali da sole: il loro lato negativo è una durata della batteria di 30 minuti e la tendenza a surriscaldarsi.

I limiti riguardano anche la tecnologia ottica, con il campo visivo solo al centro della lente. Snap sta mettendo in commercio un dispositivo così elaborato per scoprire ulteriori utilizzi della realtà aumentata.

Per ora, gli occhiali AR sono davvero una nicchia: il costo è molto elevato e le loro prestazioni risultano traballanti, anche se Idc prevede spedizioni industriali di circa 1,4 milioni di unità quest’anno.

Il più venduto nel 2021 è stato HoloLens 2 di Microsoft, un dispositivo da 3.500 euro usato da grandi clienti tra cui le forze armate americane, il cui ordine per 100.000 pezzi ha provocato lamentele da parte dello staff di Microsoft che “non ha firmato per sviluppare armi”.

Magic Leap, una startup in Florida, lancerà la seconda generazione dei suoi occhiali AR, con un campo visivo più ampio, a settembre. Si rivolge a industrie come l’assistenza sanitaria e produzione, piuttosto che ai consumatori.

Nonostante il dominio della VR nel settore dei visori, l’AR suscita più entusiasmo per una possibile adozione di massa. Anche con l’incessante promozione di Meta di concerti virtuali, riunioni in ufficio e altro, poche persone usano la VR per qualcosa di diverso dal gioco: il 90% dei 2 miliardi di euro spesi in contenuti VR l’anno scorso sono andati in giochi, secondo Omdia.

Per ora il capo della Apple, Tim Cook, ha esplicitamente dichiarato di non apprezzare la tendenza di VR ad isolare l’utente: secondo lui vi sono delle lacune da colmare, mentre l’AR è considerata molto più promettente. Apple ha mostrato in particolare poco interesse per il metaverso immersivo che eccita il signor Zuckerberg.

Il prossimo dispositivo di Apple sarà sicuramente un piccolo assaggio dell’esperienza AR: gli occhiali sono nella fase iniziale di sviluppo. Pare che questi primi prodotti siano rivolti a designer e altri professionisti creativi, un po’ come i computer Macintosh di fascia alta.

Tuttavia, l’ingresso dell’azienda nell’industria potrebbe rivelarsi uno spartiacque, per la capacità di Apple di guidare l’adozione nel mercato. Le statistiche di Idc prevedono che nel 2026, circa 20 milioni di paia di occhiali AR potrebbero essere spediti in tutto il mondo, rendendoli circa due volte più popolari degli occhiali VR che sono presenti oggi sul mercato.

Conclusioni

Nei prossimi anni saranno veramente tante le novità che vedremo comparire sul mercato e il dominio sarà diviso tra le più grandi case di tecnologia del mondo: sarà senza alcun dubbio una nuova pagina di storia da scrivere.

La domanda più frequente è se i caschi per la realtà aumentata possano andare oltre i gamer e i professionisti e diventare una vera e propria piattaforma tecnologica, piuttosto che un semplice accessorio da utilizzare di tanto in tanto.

Le attrezzature AR e VR disponibili oggi hanno punti deboli molto specifici, come dice anche Tony Fadell, ex dirigente Apple che ha contribuito allo sviluppo degli IPhone. Fadell aggiunge che nel prossimo futuro i caschi per la realtà aumentata potranno essere come gli orologi intelligenti, popolari ma non rivoluzionari come uno smartphone. Inoltre, secondo lui questo non accadrà per almeno i prossimi cinque anni.

Spiegel concorda sul fatto che i caschi non sostituiranno completamente i telefoni, proprio come i telefoni non hanno fatto fuori i computer con desktop. Ma sottolinea che l’informatica negli ultimi anni è diventata molto più personale, perché si è passati da un computer fisso ad avere un vero e proprio prodotto completo nel palmo della propria mano e con delle dimensioni di gran lunga ridotte.

Spiegel crede che il prossimo passo sia un’informatica sovrapposta al mondo che ci circonda. Il desktop computing riguardava principalmente l’elaborazione delle informazioni, e gli smartphone riguardavano principalmente la comunicazione. La prossima era dell’informatica, suggerisce, sarà “esperienziale”.

In questo nuovo scenario, i caschi per la realtà aumentata potrebbero essere parte di un ecosistema di tecnologia molto ampio che attira l’attenzione di molti consumatori, lontano dai classici smartphone che hanno dominato la scena nell’ultimo decennio e mezzo.

Con orologi intelligenti, auricolari per la realtà aumentata e occhiali AR, il telefono potrebbe diventare il back office del personal computing piuttosto che la sua interfaccia primaria. Shmulik pensa che con questi nuovi gadget un giorno potremmo addirittura dimenticarci di possedere un telefono nelle nostre tasche.

I caschi VR e AR sono la vera rivoluzione, ma occorrerà ancora un po’ di tempo per vedere il massimo sviluppo di queste nuove tecnologie.

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