Transizione digitale

Facilitare gli investimenti e bloccare la fuga dei cervelli: le priorità dei giovani innovatori per lo sviluppo

Le startup italiane crescono e assumono ma il Paese sconta ancora un divario importante su digitalizzazione e investimenti: sono alcuni dei dati dell’Osservatorio ANGI su innovazione e sviluppo presentati al Young Innovators Business Forum. I dettagli e il ruolo del PNRR

Pubblicato il 08 Ago 2022

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori

digitalizzazione - webfare

In Italia è difficile investire per la tassazione, la burocrazia e la lentezza della giustizia, che assieme alla mancanza di meritocrazia sono anche la causa della fuga dei cervelli all’estero. Lo ha affermato l’economista Carlo Cottarelli al Young Innovators Business Forum, promosso dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano.

Il Pnrr fa qualcosa per affrontare questi problemi, ora si tratta di fare bene. In Italia abbiamo un divario abbastanza grosso sulla digitalizzazione, che il Pnrr cerca di colmare. Ma se digitalizziamo, soprattutto la pubblica amministrazione, dobbiamo pensare anche a rivedere i processi, per sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione stessa.

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Parlando di lavoro e impresa, risulta pertanto necessario evitare che i giovani vadano via dall’Italia. Se si pensa che nei 10 anni prima del Covid 250mila giovani se ne sono andati, con lo status attuale, in assenza di programmi strutturali per disincentivare il fenomeno, la situazione non potrà migliorare molto.

Esistono politiche per facilitare il rientro dall’estero, ma hanno un impatto abbastanza modesto. Risulta pertanto doveroso fare in modo che l’Italia diventi un Paese dove si lavori meglio, si punti sul merito e si facilitino gli investimenti.

Da un punto di vista burocratico, significa avere una pubblica amministrazione che capisca che favorire un investimento in una certa area è qualcosa di positivo per l’intera comunità. Il Pnrr su questo tema potrà essere una svolta fondamentale in ottica di innovazione e digitalizzazione per il Paese.

I dati dell’Osservatorio ANGI Ricerche su come e dove innovare

A fare luce su sviluppo e crescita economica, l’indagine demoscopica condotta da ANGI Ricerche in collaborazione con Lab21.01. La ricerca è stata presentata nel corso dello Young Business Forum dal coordinatore Roberto Baldassari, direttore del Comitato Scientifico dell’ANGI.

I numeri hanno evidenziato come gli elementi fondanti dell’innovazione per le imprese siano:

  • 34,8% investimenti in strumenti, macchinari e tecnologie all’avanguardia;
  • 28,4% un gruppo dirigenziale giovane;
  • 17,4% la conoscenza degli strumenti digitali;
  • 9,4% la presenza sui Social Network;
  • 4,8% la presenza di molti giovani tra i dipendenti;
  • 3,1% la capacità di usare in modo nuovo vecchi strumenti, macchinari e tecnologie;
  • 2,1 % l’apertura a nuove forme di commercio e di contatto col cliente finale.

Sono stati individuati come elementi fondanti della trasformazione tecnologica e digitale del Paese:

  • 24,1% politiche per l’arresto e il rientro dei “cervelli italiani in fuga”;
  • 21,2% aumento del livello di competitività economica;
  • 20% investimenti pubblici e privati in Alta Formazione digitale italiana rispetto ai paesi EU;
  • 19,2% aumento di incentivi strutturali per rinnovare;
  • 15,5% diminuzione del Digital Divide.

Le startup italiane crescono e assumono

Molte sono le startup attive in Italia che hanno raccolto nell’ultimo periodo ingenti capitali, a sostegno del fatto che l’innovazione e lo sviluppo delle nuove tecnologie prosegue con forza.

Nel 2021, infatti, i dati evidenziano come il 78,5 % delle aziende, oggetto del campione, ha assunto nuove risorse, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2020, quando la quota di aziende che aveva assunto nuove risorse aveva raggiunto il 70%.

Altro dato interessante è che circa un terzo (31%) delle aziende che ha effettuato nuove assunzioni, ha registrato una crescita dell’organico pari o superiore al 50%.

Nel complesso, i dati che emergono confermano come le startup continuino a creare non solo occupazione, ma anche posti di lavoro di qualità.

L’appello dei giovani innovatori italiani

Occorre ripartire dalle nuove tecnologie e da un patto tra tutti i protagonisti per il rilancio dell’economia, con i giovani imprenditori che devono agire per essere reali innovatori.

Essere innovatori vuol dire pensare fuori dagli schemi, valorizzare i progetti, promuovere il talento.

La necessità di innovare il sistema gestionale e amministrativo e l’obiettivo di imprimere una forte accelerazione alla modernizzazione del Paese, trovano soluzioni nelle proposte concrete e razionali che giovani preparati e propositivi possono consegnare a imprese e amministratori, con la consapevolezza che ogni cambiamento va accompagnato da politiche che non lascino indietro nessuno.

Questo l’appello rivolto dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori alle istituzioni italiane ed europee.

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