Quando si visualizzano contenuti condivisi sui media online, è sempre utile essere consapevoli di alcuni principi di base di verifica dei fatti per ridurre il rischio di finire vittima di fake news. In un mondo sempre più connesso e caratterizzato da un naturale aumento della disinformazione è quindi importante conoscere e applicare delle semplici regole per mitigare i rischi presenti sul web e per valutare l’attendibilità delle informazioni presenti sui social media.
Il fact-checking alla portata di tutti
Tra le attività, generiche ed eseguibili da quasi tutti gli utenti di internet, che riguardano il fact-checking rientrano innanzi tutto la consultazione di elenchi di siti già noti per la pubblicazione di notizie false, cioè dei veri e propri database sui principali indirizzi fornitori di fake news. Si riporta, a titolo di esempio, “False, Misleading, Clickbait-y, and/or Satirical “News” Sources” una lunga lista, che include anche suggerimenti per analizzare le fonti, realizzata dalla Melissa Zimdars, Professoressa di Comunicazione e Media presso il Merrimack College di Boston o Snopes‘ Field Guide to Fake News Sites and Hoax Purveyors. Svolgere una simile azione permette però di individuare esclusivamente i siti che notoriamente diffondono contenuti inattendibili. Ciò non toglie che le notizie false possono apparire o essere condivise nuovamente su siti notoriamente più affidabili o sui social media, rendendone ancor più complessa la verifica.
In sostanza, i fattori da tenere in considerazione per valutare l’attendibilità di una informazione sono la verifica del sito che l’ha riportata e dell’autore, delle fonti a supporto della notizia e della data di diffusione della stessa.
Esistono infatti delle vere e proprie checklist contenenti criteri di valutazione utili per giudicare una notizia. Il test CRAAP (Currency, Relevance, Authority, Accuracy, Purpose), ad esempio, presenta una lista di domande per aiutare l’utente nella verifica di una informazione online.
Un secondo test, analogo al CRAAP, è il PROVEN (Purpose, Relevance, Objectivity, Verifiability, Expertise, Newness) progettato per aiutare gli utenti a determinare se le fonti di informazione utilizzate siano o meno credibili.
Come orientarsi nella disinformazione social
Le attività e gli strumenti appena descritti possono risultare molto utili ma possono essere impiegati esclusivamente se l’utente è a conoscenza della fonte. Diventa più complesso effettuare fact-checking riguardo le informazioni presenti sui social media. Eppure, è ugualmente possibile attuare dei piccoli accorgimenti per verificare se i post, gli articoli e le dichiarazioni pubblicati in un social media siano corretti. È possibile, infatti, individuare alcuni principi di base del fact-checking che possono essere applicati a qualsiasi informazione postata nella rete.
L’originalità del contenuto
Un primo fattore da tenere a mente è l’originalità del contenuto condiviso sui social. È molto probabile che i post contenenti fake news siano accompagnati da immagini o video fuorvianti, estrapolati dal contesto o semplicemente falsi. A tale riguardo è possibile utilizzare delle semplici piattaforme di ricerca di immagini per comprendere se queste siano state impiegate in precedenza online. Sempre riguardo a contenuti quali immagini e video, che risultano i contenuti più incisivi presenti sui social media, bisogna considerare sia la piattaforma sulla quale è avvenuta la condivisione che l’utenza che l’ha effettuata mediante le checklist descritte in precedenza. Esistono infatti utenze che vengono impiegate esclusivamente per condividere fake news su piattaforme che spesso si mostrano conniventi con la diffusione di notizie false.
Verificare la veridicità di foto e video
Oltre alle attività appena descritte, di semplice realizzazione, è possibile svolgere una serie di azioni più complesse. Ad esempio, cercare di comprendere dove è stata scattata una foto o registrato un video può rappresentare un ottimo modo per verificare la veridicità delle informazioni. Dopo la geolocalizzazione, è tecnicamente possibile risalire anche alla cronolocalizzazione per determinare l’ora in cui un evento è accaduto. Come molto spesso accade, infatti, le foto e i video a sostegno delle fake news sono stati ripresi in un momento precedente, anche di molti mesi, rispetto a quanto dichiarato nei social media. Tale discrepanza temporale potrebbe essere sufficiente a dimostrare la falsità di una notizia, o quanto meno l’imprecisione.
Chi è l’autore della condivisione
Infine, ma non meno importante, è sempre necessario tenere a mente chi è l’autore della condivisione sul social media al fine di comprendere quale potrebbe essere la sua motivazione. Gli utenti sono soliti condividere media online per le ragioni più disparate, dalla promozione del proprio punto di vista politico o personale fino alla consapevole diffusione di fake news.
Un’indagine approfondita su una foto, un video o semplicemente un post condiviso sui social può richiedere, nei casi più complessi, anche diversi mesi di ricerche. Se è vero che casi di questo genere sono estremamente rari in quanto non è facile realizzare fake news così complesse, è vero anche che l’utente medio non ha i mezzi e il tempo per condurre una ricerca approfondita in tal senso. In aggiunta, bisogna considerare che una risposta binaria riguardo la veridicità di una fonte o di una notizia non è sempre raggiungibile. Nonostante ciò, l’uso delle tecniche appena descritte è un buon punto di partenza per l’utente e gli consente di non cadere vittima della disinformazione nella maggior parte dei casi.
Prestare la massima attenzione ai dettagli
In ultima analisi, risulta di vitale importanza prestare la massima attenzione ai dettagli. Nello specifico può risultare utile osservare se su un sito o su un post condiviso sono presenti informazioni incongruenti rispetto all’evento descritto, un falso logo di fact-checking, nonché se sono presenti numerosi errori di ortografia. Per quanto banale come indizio, gli errori ortografici sono, molto spesso, sintomo di fake news di provenienza estera che sono state tradotte o adattate ad un nuovo contesto linguistico; lo stesso identico meccanismo viene infatti impiegato per la redazione delle mail di phishing.
L’attenzione ai dettagli potrebbe quindi risultare la vera arma per combattere le fake news online. In ogni caso, se con i vari strumenti descritti si dovesse incappare in siti o post contenenti fake news, è buona norma effettuare una segnalazione all’apposito servizio, ormai presente in ogni social media.
Infatti, se è vero che la proliferazione delle fake news è aumentata negli ultimi anni e sembra destinata a crescere ancora, è vero anche che tale fenomeno ha portato ad un aumento esponenziale di siti di fact-checking e debunking, cioè quei siti che si occupano di smentire le notizie false fornendo una descrizione circostanziata e reale di quanto accaduto.