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Investimenti cross border, per la crescita delle PMI: le misure in Italia ed Europa

Sono diverse le iniziative pubbliche e private per agevolare circolazione di capitali e investimenti cross border nelle PMI e creare valore per tutta la filiera dell’innovazione: dall’agevolazione delle IPO alla definizione di un complesso di norme in materia di contratti di liquidità. Ecco come si muove l’Italia e la Ue

Pubblicato il 12 Giu 2018

Luigi Amati

Presidente di BAE

Paolo Anselmo

Presidente Associazione IBAN

Investimenti ed Angel Investor: come attrarli in fase di mercato in calo

In un’intervista di qualche settimana fa il fondatore di iGenius, Uljan Sharka, che con crystal.io, il primo advisor virtuale di data intelligence, ha ricevuto il più importante investimento seed in Italia – se non al mondo – da parte di soli business angel (7 milioni di dollari), suggeriva ai colleghi neo imprenditori di “agire come startup ma pensare sempre come grande impresa”. Aggiungendo di “non iniziare senza un piano solido e internazionale sin dal primo giorno”. In un mondo sempre più liquido e connesso si deve guardare all’estero sin dall’ideazione del progetto. O per lo meno all’Europa, non sufficientemente valorizzata come naturale mercato comune e alleato nella crescita e sviluppo di aziende nazionali.

Sono numerose le iniziative pubbliche e private fatte per agevolare la circolazione di capitali e investimenti in piccole e medie imprese, le PMI. Recentemente, la Commissione ha proposto nuove norme per agevolare l’accesso delle PMI al finanziamento tramite i mercati pubblici (all’interno del progetto della Commissione per l’Unione dei mercati dei capitali) L’obiettivo sarà quello di snellire le procedure burocratiche per le piccole e medie imprese che vogliono essere quotate ed emettere titoli sui mercati di crescita per le PMI (una nuova categoria di sedi di negoziazione dedicata ai piccoli emittenti), nonché favorire la liquidità delle loro azioni.

Agevolare l’ingresso in Borsa delle PMI

Abbiamo segnalato già più volte la necessità di incentivare le exit in modo da re-immettere in circolazione capitale fresco per finanziare nuove aziende. E sicuramente agevolare le quotazioni in borsa è una valida iniziativa. Anche perché il numero attuale di offerte pubbliche iniziali emesse dalle PMI è dimezzato rispetto al 2006-2007.

La proposta, infatti, dovrebbe incrementare il numero di offerte pubbliche iniziali (IPO) presentate dalle PMI e consentire alle società quotate sui mercati pubblici di attirare una più ampia gamma di investitori. Una maggiore liquidità del mercato faciliterebbe la negoziazione delle azioni delle PMI grazie a un numero più consistente di acquirenti e venditori, agevolando così l’accesso delle imprese al finanziamento. Al tempo stesso, per chi investe nelle PMI sarà più semplice convertire gli investimenti in liquidità, il che, in definitiva, contribuirà anche alla creazione di posti di lavoro e alla crescita nell’Ue.

Le misure dell’Italia per promuovere gli investimenti

Da questo punto di vista l’Italia è stata antesignana: già nella Legge di Bilancio 2018 era previsto un credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione in Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2020, con una misura di complessivi 80 milioni di euro nel triennio 2019-2021, per un importo massimo di 500.000 euro ad azienda. Vedremo solamente nei prossimi anni se questo tipo di misure riuscirà ad avere un impatto sull’economia reale. Resta comunque un importante segnale l’intero pacchetto di incentivi “Finanza per la crescita” che tra le altre cose prevede misure per agevolare l’accesso delle imprese alla finanza, promuovere un ambiente più favorevole agli investimenti produttivi e incentivare la capitalizzazione delle imprese.

Contratti di liquidità e rilancio delle IPO nella Ue

Tra le principali proposte di modifica della normativa sulla quotazione delle PMI, è presente anche la definizione di un complesso di norme in materia di contratti di liquidità comune ai mercati di crescita per le PMI in tutti gli Stati membri, che si applicherebbe parallelamente alle norme nazionali. Per “contratti di liquidità” si intendono gli accordi tra un emittente e un intermediario finanziario (una banca o un’impresa di investimento) in virtù dei quali l’intermediario finanziario procede alla compravendita di azioni per conto dell’emittente. Così facendo, l’intermediario migliora la liquidità delle azioni.

Altra cosa apprezzabile è la modalità, oltremodo condivisa con tutti gli stakeholder: la proposta è frutto di un intenso lavoro preparatorio, inclusa una consultazione pubblica tenutasi tra dicembre 2017 e febbraio 2018. Tiene inoltre conto dei risultati dell’invito a presentare contributi sul quadro normativo dell’UE per i servizi finanziari. Quelle presentate oggi sono le prime di una serie di misure (il cosiddetto “pacchetto per la quotazione delle PMI”) intese a favorire il rilancio delle offerte pubbliche iniziali da parte delle PMI nell’Unione Europea. In particolare, l’iniziativa prevede l’avvio di uno studio sui servizi di ricerca in relazione alle PMI e una riflessione sul ruolo del supporto finanziario pubblico.

ESIL e l’attesa per l’unicorno europeo

Dal canto loro anche Francia e la Germania stanno spingendo per un’iniziativa a livello UE per finanziare l’innovazione e la ricerca nei progetti di startup tecnologiche in tutta la Comunità, in modo che l’Europa possa competere in modo più efficace contro la Cina e gli Stati Uniti. E magari creare quel “Amazon” europeo (inteso comune unicorno) che stiamo ancora aspettando.

Un’altra iniziativa interessante, perché di sistema, è ESIL (Early Stage Investing Launchpad), coordinata da META con la collaborazione di BAE – Business Angels Europe, Europe, CrowdfundingNetwork (ECN), European Business and Innovation Centre Network (EBN), GoBeyond, BPI France e LINC Scotland. E di cui fa parte anche l’Associazione IBAN. ESIL è una comunità paneuropea che mira a migliorare e ampliare il mercato degli investimenti angel, stimolare le opportunità di investimento transfrontaliere, trovare nuovi accordi, collegare le reti più rilevanti e creare un programma di formazione su misura per gli ecosistemi locali.

Creare opportunità per tutta la filiera

Oltre al rafforzamento dei network, BAE sta anche attivamente lavorando alla creazione di un fondo di co-investimento europeo che veda coinvolti i migliori network di Business Angels Europei, sia come fornitori di deal flow che come co-investitori capaci soprattutto a livello nazionale di aiutare la penetrazione delle startup in un mercato europeo ancora troppo frammentato.

Insomma, l’obiettivo è creare occasioni e opportunità per tutta la filiera dell’innovazione, dai responsabili delle politiche comunitarie, all’angel investor e venture capital, a startup e imprese innovative. Una sorta di piattaforma di matchmaking, eventi di pitching online, webinar e formazione.

Bisogna mettere a fattore comune – a livello europeo – le competenze condivise e fare sistema, lavorando tutti insieme per far crescere nel continente il numero di investimenti seed anche transfrontalieri.

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