25 aprile online

Festa della liberazione, gli archivi online per (ri)costruire una memoria condivisa

Il 25 aprile dovrebbe essere una festa di memoria condivisa, ma da moltissimi anni la polarizzazione politica ne ha fatto la festa dei vincitori sui vinti. Basta una scorsa ai materiali contenuti nei siti storici per capire che così non era in origine e così non deve essere: lì c’è storia condivisa, non di parte

Pubblicato il 25 Apr 2022

Massimo Borgobello

Avvocato a Udine, co-founder dello Studio Legale Associato BCBLaw, PHD e DPO Certificato 11697:2017

festa liberazione 25_aprile_0

Oggi 25 aprile, festa della Liberazione dal fascismo. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) ha un vasto archivio online sui fatti che portarono alla liberazione e sulle persone che hanno combattuto la guerra partigiana di liberazione. Ma è bene sapere che non è il solo archivio disponibile…

 

L’archivio dell’ANPI

Sul sito www.anpi.it, alla Sezione “Storia”, è possibile consultare un vastissimo archivio online sulla guerra di liberazione dell’Italia.

I Diari del 25 Aprile - La storia siamo noi (1 di 4)

I Diari del 25 Aprile - La storia siamo noi (1 di 4)

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“Donne e uomini della Resistenza” “Luoghi di memoria e di resistenza” e “Storie della Resistenza italiana” sono sezioni che contengono un mare magnum di informazioni e documenti.

Nella Sezione “Donne e uomini della Resistenza” si possono leggere le storie di 3160 persone che si sono battute nella lotta partigiana.

L’archivio è consultabile per Zona, per Decorazione e per Status; quest’ultima sottosezione indica i caduti, i deportati, i religiosi e i perseguitati razziali, solo per citare alcune delle classificazioni presenti.

Tra le moltissime storie – brevemente – raccontate negli archivi, spiccano nomi noti come quelli di Giuseppe Saragat o Oscar Luigi Scalfaro, accanto a quelli di ragazzi giovanissimi morti combattendo, fucilati o deportati.

Come Maria Peressin, classe 1922, staffetta partigiana di Cividale del Friuli, fucilata nel 1944, o Albino Abico, classe 1919, “trucidato” a Milano nel 1944 o, ancora, Giuliano Benassi, classe 1924, di Carpi, deportato e ucciso nel lager di Oelsen nel 1944, solo per citarne tre.

Nella Sezione “Luoghi di memoria e di resistenza” si possono trovare indicazioni utili sui musei tematici, con una guida ai musei sulla Resistenza e sulla Liberazione molto approfondita.

La sezione “Storie della Resistenza italiana”, invece, riporta una corposa serie di studi, che coprono il periodo che va dall’inizio della resistenza all’Amnistia del 1946, fino all’indicazione delle città decorate.

Altri archivi sulla liberazione

Dal 15 dicembre 2020 è consultabile online il portale “I Partigiani d’Italia – Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza”.

Il progetto è nato nel 2017 “la Direzione Generale Archivi ha assegnato all’Istituto Centrale per gli Archivi (Icar) un finanziamento al fine di avviare un progetto per rendere accessibile ai ricercatori e ad un ampio pubblico le schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate nel Fondo “Ricompart” presso l’Archivio Centrale dello Stato. Sulla base di tale finanziamento l’Icar ha elaborato, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore (Sns), un progetto per la realizzazione di una banca dati nazionale di tali schedari, che rappresenta il principale obiettivo dell’Accordo di cooperazione tra il MiBACT-Icar e la Scuola Normale Superiore, sottoscritto il 12 luglio 2017 con una durata di 18 mesi”.

L’archivio, vastissimo, conserva la documentazione prodotta dalle Commissioni istituite nell’immediato dopoguerra (1945 e 1948) e dalla Commissione unica nazionale istituita nel 1968 per il riconoscimento delle qualifiche previste dal decreto luogotenenziale 21 agosto 1945, n. 518.

Conclusioni

Il 25 Aprile dovrebbe essere una festa di memoria condivisa, ma da moltissimi anni la polarizzazione politica ne ha fatto la festa dei vincitori sui vinti.

Basta una scorsa ai materiali contenuti nei siti storici per capire che così non era in origine e così non deve essere: lì c’è storia condivisa, non di parte.

Certamente, negli anni, l’aver messo “sotto il tappeto” la polvere – aver cioè negato o messo in ombra – fatti atroci commessi da alcuni partigiani ha determinato una polarizzazione per cui ogni parte politica ha i propri martiri da piangere i propri colpevoli da additare.

Questo però non deve sviare l’attenzione: per capire noi stessi dobbiamo anche conoscere i passaggi più importanti della nostra Storia, cercando di comprendere – soprattutto – le posizioni e le storie più distanti dal nostro modo di vedere.

Piuttosto che Bella Ciao in versione remix, quindi, per il 25 Aprile proviamo  ad ascoltare le voci di chi ha testimoniato, da combattente o da martire la liberazione dell’Italia; quelle voci che ancora ci parlano attraverso archivi ormai facilmente accessibili.

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