Freedom of information act

Foia: cosa ci piace e cosa ci lascia perplessi

Il decreto approvato dal governo accoglie i principali punti richiesti anche dal Parlamento e dalla società civile. Un passo importante che apre le porte al diritto di accesso civico generalizzato. Ma è solo l’inizio. Ne parleremo a Forumpa 2016 con tutti i protagonisti, il 26 maggio

Pubblicato il 20 Mag 2016

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UN FOIA PER L’ITALIA, A FORUMPA 2016 IL 26 MAGGIO (15-18)

Il testo del decreto sulla trasparenza, approvato dal governo il 16 maggio, non è ancora pubblicato sul sito del governo, ma la versione pubblicata da alcune testate è plausibile sia quella definitiva.

Possiamo quindi provare a commentarla, innanzitutto dal punto di vista del tema dell’accesso civico alle informazioni, ai dati e ai documenti (in cui si introducono i principi del Freedom of Information Act) e nel confronto con la versione preliminare approvata alla fine di gennaio.

Innanzitutto, vengono recepiti gran parte dei punti che segnavano il discrimine tra un “vero FOIA” e un decreto sostanzialmente inutilizzabile (che abbiamo definito “punti irrinunciabili” come coalizione Foia4Italy), e in particolare

  • l’eliminazione del “silenzio-diniego”, che sollevava le amministrazioni dal motivare una mancata risposta, la riduzione e la razionalizzazione delle eccezioni. Adesso il rigetto deve essere sempre motivato;
  • la gratuità del servizio, che viene adesso affermata (a meno dei costi eventuali di riproduzione su supporti materiali);
  • la previsione di un ricorso stragiudiziale, per evitare la necessità del ricorso al TAR, che viene adesso assicurata tramite il riesame che può essere richiesto al responsabile per la trasparenza;
  • l’eliminazione dell’obbligo per i richiedenti di identificare “chiaramente” i documenti oggetto dell’istanza di accesso, e che di fatto rendeva impossibile la compilazione “esaustiva” della richiesta;
  • la previsione della definizione di linee guida operative, affidate ad ANAC, per l’interpretazione delle materie di esclusione e che dovranno orientare le amministrazioni in un’omogenea e rigorosa applicazione delle nuove norme.

È una sostanziale revisione della prima versione del decreto e un importante risultato ottenuto anche grazie all’iniziativa della società civile di cui le 82mila firme consegnate il 29 aprile alla ministra Madia sono state un’evidenza significativa. È un passo sostanziale verso un vero FOIA, soprattutto se verranno risolti positivamente, nei sei mesi che ci separano dall’attuazione, i nodi relativi alle esclusioni e la mancanza di chiare sanzioni per i dinieghi illegittimi.

Lascia però perplessi la scelta di non confermare tutti gli obblighi di pubblicazione presenti nella legge 33/2013 (eliminando ad esempio l’obbligo di pubblicazione dei dati relativi ai bandi di concorso già svolti), e certamente merita attenzione la variazione per cui è richiesta la pubblicazione del riferimento alle banche dati e non ai singoli dati, variazione che non deve penalizzare il cittadino nella comprensione dei dati pubblicati, principio tra l’altro più volte espresso nel decreto.

Sarebbe stata, inoltre, una novità utile e positiva l’istituzione di un osservatorio sull’accesso all’informazione (richiesto durante le audizioni alla Camera) con la presenza di rappresentanti delle amministrazioni e della società civile, in modo da monitorare sistematicamente l’effettiva applicazione della nuova normativa e proporre eventuali correttivi. Ma questo monitoraggio civico ci aspettiamo sia assicurato comunque

Adesso si avvia la fase più delicata, dell’attuazione, e su questo ci si aspetta che si concretizzi quanto il Ministro Marianna Madia ci ha assicurato nell’incontro del 29 aprile, avuto come Foia4Italy, e che quindi le associazioni della società civile saranno coinvolte

  • in tutte le fasi di attuazione e monitoraggio del decreto, a partire dalle linee guida affidate ad ANAC, poiché, ora che anche in Italia avremo un Freedom of Information Act, occorrerà farlo funzionare e farne capire le enormi potenzialità agli italiani, anche riportando l’attenzione governativa sul tema delle competenze digitali;
  • a partire dall’esperienza di questo decreto, e quindi anche delle lezioni apprese su questa prima parte del percorso, per l’avvio di un’attività di definizione di un processo partecipativo che valga da qui in avanti per il Foia ma che sia da riferimento per i decreti legislativi della riforma della PA, nuovo CAD incluso

E il primo, importante passo, nella direzione giusta, è stato fatto.

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