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Fondi europei per l’Agenda, spesa a 1 miliardo di euro. Ma ora sfida governance

Il digitale è presente in modo trasversale in quasi tutti gli obiettivi e fondi della programmazione Ue. A ottobre i progetti selezionati e avviati dai programmi europei ammontavano già a quasi 1 miliardo di euro. I fondi sono determinanti ma servono modelli di governance condivisi a livello locale e sovra-regionali

Pubblicato il 05 Dic 2017

Giorgio Martini

Staff Agenda Digitale (OT2) – Agenzia Coesione Territoriale

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L’attuazione dell’Agenda Digitale in Italia è il frutto di politiche complesse, che coinvolgono le amministrazioni centrali, le regioni e una moltitudine di soggetti pubblici e privati a vari livelli di governo. E fin qui niente di nuovo. Meno noto può risultare il contributo determinante dei Fondi Europei, e in particolare dei fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) non solo nel finanziamento delle tante azioni e progetti in corso, ma anche nell’impostazione generale degli obiettivi e nella governance delle tante amministrazioni che contribuiscono a realizzarli.

Nel periodo di programmazione comunitaria 2014-2020, all’Agenda Digitale è dedicato uno specifico Obiettivo Tematico che da solo in Italia vale circa 3 miliardi e 200 milioni di euro. Questo ammontare finanziario proviene da vari fondi: il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo nazionale che co-finanzia la politica europea di coesione. Sono fondi che rispondono agli obiettivi europei della “Digital Agenda for Europe”, uno dei capisaldi della strategia Europa 2020, come l’utilizzo delle infrastrutture e dei servizi digitali da parte delle famiglie, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche.

Ma non solo, in realtà il tema del digitale è presente in modo trasversale in quasi tutti gli obiettivi – e relativi fondi – della programmazione 2014-2020. Per esempio, la strategia nazionale per la “specializzazione intelligente” in ambito ricerca e innovazione, prevede una specifica area tematica su Agenda Digitale e Smart Communities. In tema competitività, ci sono importanti misure che contribuiscono al piano Industria 4.0 per trasformare i processi produttivi delle aziende tramite le ICT. Anche il Fondo Sociale Europeo ha un ruolo molto importante, ad esempio sugli obiettivi tematici relativi all’istruzione, all’inclusione e all’occupazione, che prevedono azioni specifiche per il digitale. Da non dimenticare è anche il tema del rafforzamento capacità amministrativa – cruciale per far funzionare le politiche.

In particolare, per quanto riguarda l’Obiettivo Tematico 2 specificatamente dedicato all’Agenda Digitale, circa 1 miliardo e 800 milioni euro sono dedicati alla banda ultralarga (BUL), grazie anche al FESR e al FEASR. Il PON Imprese e Competitività, i Programmi Regionali e i Programmi di Sviluppo Rurale contribuiscono alla realizzazione di un “Grande Progetto” a regia nazionale, con obiettivi comuni su tutto il territorio italiano che permetteranno di raggiungere i target fissati al 2020 dall’Agenda Digitale Europea per la copertura a 30Mbps. Contando anche il contributo di tutte le altre risorse nazionali e regionali, il grande progetto BUL vale circa 3 miliardi di euro.

E poi ci sono i servizi digitali delle pubbliche amministrazioni, da sviluppare anche in ambito urbano, che valgono circa un miliardo. Si tratta di soluzioni tecnologiche di nuova generazione per la digitalizzazione e innovazione dei processi interni, per l’erogazione di servizi di e-government a cittadini e imprese e per l’interoperabilità e l’apertura delle banche dati pubbliche. Nella programmazione 2014-2020, per la prima volta, è stata data molta importanza strategica al lato della domanda di ICT, tramite lo sviluppo, ad esempio, di applicazioni e strumenti per l’open government e per l’inclusione digitale.

A ottobre 2017 i progetti selezionati e avviati dai programmi europei su Agenda Digitale ammontavano già a quasi un miliardo di euro, pari al 36,8% del totale delle risorse programmate.

Di questi progetti, già alcuni esempi risultano particolarmente significativi. Il primo è lo stesso Grande Progetto BUL, che è un modello per come le istituzioni nazionali possano a coordinarsi e collaborare efficacemente con le regioni e meriterebbe un approfondimento a sé.

Sul lato servizi digitali, il progetto Italia Login dell’AGID è finanziato dal PON Governance e capacità istituzionale, uno dei programmi nazionali gestiti dall’Agenzia per la Coesione Territoriale. Grazie al questo progetto, cittadini e imprese potranno usufruire di un unico punto di accesso a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione.

In ambito urbano, il PON Città Metropolitane finanzia lo sviluppo di soluzioni digitali in campo sociale, cruscotti digitali, anche basati sull’analisi dei big data, che permettono di analizzare la tipologia di utenze per offrire servizi mirati e personalizzati. Un altro esempio è l’applicazione di tecnologie dell’Internet of Things per il supporto alla programmazione delle politiche urbane.

In tema di open government, sempre il PON Governance finanzia l’iniziativa OpenCoesione, il portale nazionale che pubblica informazioni aggiornate sulle centinaia di migliaia di progetti finanziati dalle politiche di coesione, a partire dalla precedente programmazione 2007-13, un modo per permettere ai cittadini di monitorare l’attuazione delle politiche pubbliche.

Accanto alle tante opportunità offerte da questi finanziamenti, non mancano però le sfide per sfruttarli al meglio. Sfide che però non dipendono quasi mai dalla disponibilità finanziaria. Piuttosto, le difficoltà, ma allo stesso anche le opportunità, nascono dal garantire una efficace governance tra i vari livelli amministrativi, dal livello nazionale fino a quello comunale. Da una parte c’è l’opportunità di creare le condizioni per un coordinamento strategico basato sulle indicazioni della Strategia Nazionale Banda Ultralarga e della Strategia nazionale per la Crescita Digitale. Un modo per remare tutti nella stessa direzione.

Dall’altra parte c’è un tema di coordinamento operativo, ad esempio tra le azioni programmate nell’ambito dei programmi europei e le azioni previste dal Piano Triennale dell’AGID, attraverso l’individuazione di soluzioni che riescano a coniugare quanto previsto dal Piano e quanto previsto nei programmi europei in fase di attuazione.  In questo senso è sempre più importante mettere in campo modelli di governance condivisi a livello locale e sovra-regionale, tanto più alla luce delle indicazioni dello stesso Piano Triennale AgID e più in generale delle piattaforme digitali nazionali. Sono temi su cui l’Agenzia per la Coesione Territoriale sta focalizzando le proprie energie, per accompagnare e supportare l’attuazione dell’Agenda Digitale individuando nuove modalità di confronto e collaborazione con le Regioni.

Insomma, le opportunità e le risorse non mancano per garantire territori e città a prova di futuro. Questo è il nostro obiettivo

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