Il Fosdem (Free and Open Source Software Developers’ European Meeting) è il più grande raduno di sviluppatori e sostenitori del software libero e open source al mondo.
Indice degli argomenti
Il Fosdem e la sua centralità nell’ecosistema open source
L’evento, che si tiene ogni anno a Bruxelles, in Belgio, presso l’Université Libre de Bruxelles (ULB), attira migliaia di partecipanti da tutto il mondo.
Il Fosdem 2025 si è svolto il 1° e 2 febbraio 2025, con un programma ricco di conferenze, meeting di sviluppatori sui più svariati argomenti attinenti al software open source, sessioni di presentazioni brevi e tavole rotonde.
Come ogni anno, ho partecipato come coordinatore del meeting sulla LibreOffice Technology, e come volontario presso lo stand LibreOffice.
Fosdem: l’atmosfera unica di un evento globale
Sintetizzare tutto un Fosdem in un unico articolo è un’impresa titanica, perché è praticamente impossibile trasferire lo spirito delle due giornate, quello che si vive partecipando – praticamente a tempo pieno e ritmo frenetico – agli appuntamenti che vanno dalla gigantesca bevuta del venerdì sera a base di birre belghe fino al momento in cui si smontano gli stand e si chiudono le conferenze alle 17 della domenica.
Cercherò di fare del mio meglio, fornendo un po’ di dati per dare un’idea delle dimensioni dell’evento, e una sintesi di alcune tra le conferenze più significative e dei meeting tecnici più importanti. La cosa migliore, sicuramente, è quella di fare un salto a Bruxelles nel 2026, e partecipare al Fosdem. Per chi vuole avere un ruolo nell’industria open source, è un appuntamento da non mancare.
Numeri e dimensioni del Fosdem 2025
Il Fosdem 2025 ha visto – non esiste registrazione – la partecipazione di quasi 9.000 persone, da tutti i continenti. I relatori alle conferenze e ai meeting – 1.055 eventi in due giorni, tutti nel campus dell’università – sono stati 1.118 (più di uno ogni 10 partecipanti era anche un relatore) su uno dei 78 percorsi paralleli sugli argomenti più diversi: tecnici, politici, legali e sociologici.
Tra i relatori principali ci sono stati Mitchell Baker (CEO di Mozilla Foundation), che ha parlato del ruolo del software open source in un mondo dominato – almeno a livello di media – dall’intelligenza artificiale, oltre a numerosi rappresentanti sia della Commissione Europea sia delle diverse Direzioni Generali, che hanno parlato dei diversi programmi UE legati al software open source.
Queste sessioni hanno posto le basi per le discussioni su temi chiave come l’intelligenza artificiale etica, la sicurezza informatica nel software open source, i modelli di governance e i progressi dell’hardware aperto. Molte sessioni principali includevano anche segmenti interattivi di domande e risposte, che permettevano al pubblico di interagire direttamente con i relatori, migliorando ulteriormente la natura collaborativa dell’evento.
Intelligenza artificiale e sicurezza informatica: i temi caldi
L’intelligenza artificiale, ovviamente, è stato uno dei temi dominanti, con diversi meeting dedicati all’esplorazione dei rapporti tra intelligenza artificiale e software open source. In particolare, si è parlato della crescita dei modelli di intelligenza artificiale open source, con sessioni sui problemi etici, le licenze e il ruolo dell’intelligenza artificiale nello sviluppo del software.
Un altro tema importante è stato quello della sicurezza, a valle dell’approvazione del Cyber Resilience Act, CRA, che ha scatenato discussioni sulle cose da fare e sulle best practice da rispettare entro il 2027, quando la legge entrerà in vigore. Ci sono già dei progetti in corso per la definizione degli standard di sicurezza, a cui partecipano le più importanti fondazioni europee nell’ambito del software open source.
Dal fediverso all’hardware open source
Il Fediverso, un insieme di social network decentralizzati e federati (come Mastodon e PeerTube), è stato un altro degli argomenti più discussi. Le sessioni si sono concentrate sulle sfide e le opportunità dei sistemi federati, con l’aumento del numero degli utenti che migrano a seguito delle preoccupazioni sulla gestione di piattaforme centralizzate come Twitter e Facebook.
Il Fosdem non è solo open source software ma anche open hardware, con una comunità diversa ma altrettanto dinamica, e in quest’ambito si è parlato in modo particolare dell’architettura del processore open source RISC-V, che sta guadagnando terreno come alternativa alle opzioni proprietarie di Intel e ARM, anche in ambito IoT e cloud computing.
Sovranità digitale europea e tensioni nella comunità
Infine, l’argomento principe – anche perché il Fosdem si svolge a poca distanza dagli uffici della Commissione Europea – è stato, come ormai da qualche anno, il ruolo delle soluzioni open source per la sovranità digitale. Un’area grigia, dove la volontà di alcuni politici illuminati soccombe davanti allo strapotere delle lobby messe in campo dalle Big Tech statunitensi (che rappresentano quasi il 100% della spesa, superiore a quella di qualsiasi altro settore industriale).
I rappresentanti dell’Osservatorio Open Source (OSOR) della Commissione Europea hanno discusso dei quadri politici che incoraggiano l’uso del software open source nelle infrastrutture IT del settore pubblico. E hanno parlato di come l’Europa potrebbe proteggere la propria sovranità digitale con l’adozione di standard aperti che proteggono le istituzioni e gli utenti da un controllo a distanza dei contenuti effettuato grazie a formati non standard e artificialmente complessi.
La protesta contro Jack Dorsey
Per concludere, per la prima volta nei 25 anni di storia l’evento ha registrato la protesta di un gruppo di partecipanti, che ha di fatto impedito il discorso di Jack Dorsey – fondatore di Twitter – esprimendo una forte preoccupazione per la potenziale influenza dei tycoon statunitensi sull’evento, e sulla trasformazione del software open source in software commerciale secondo la logica portata avanti dai venture capitalist nel corso degli ultimi anni.
Nel complesso, il Fosdem 2025 ha messo in evidenza il panorama dinamico e in evoluzione dello sviluppo open source, sottolineando sia i progressi tecnologici che l’impegno della comunità nei confronti dei suoi principi fondamentali.