L’uso dei media digitali tra i giovani è un tema importante per sociologi e psicologi. Internet, smartphone e social network influenzano molto come i giovani interagiscono e vivono.
Questa rivoluzione digitale porta opportunità ma anche rischi come la dipendenza dai dispositivi e problemi di salute. C’è anche un desiderio di più contatti umani autentici.
In questo rapporto spesso nocivo, gli adulti hanno un ruolo chiave nell’aiutare i giovani a usare le tecnologie in modo consapevole ed equilibrato.
L’uso intensivo dei media digitali tra i giovani: uno sguardo d’insieme
Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Scientifico della no-profit Social Warning-Movimento Etico Digitale” relativa al 2023. La ricerca ha coinvolto oltre 20mila studenti e 10mila genitori in tutta Italia, evidenziando alcune criticità legate all’uso intensivo dei media digitali tra i giovani italiani. I dati raccolti hanno evidenziato un quadro complesso delle abitudini online dei giovani, nonché delle sfide che questi affrontano nella gestione del tempo schermo e nel mantenimento di un equilibrio tra vita digitale e offline.
Dalla survey condotta su un campione di giovani italiani dagli 11 ai 18 anni emerge anche che la GenZ preferisce i rapporti di persona e le esperienze offline, per questo è fondamentale creare programmi educativi che prevedano un maggiore equilibrio digitale.
Tentativi di riduzione del tempo trascorso online: un’analisi
L’indagine ha rivelato che l’82% dei ragazzi trascorre oltre 5 ore al giorno online, con un’impressionante media di 3 mesi all’anno dedicati all’interazione con dispositivi digitali.Sebbene l’uso degli schermi sia ormai parte integrante della vita moderna, specialmente per scopi didattici, di intrattenimento e di socializzazione, un così elevato investimento di tempo in queste attività solleva questioni pertinenti all’equilibrio tra vita digitale e attività offline, come lo sport, la lettura e l’interazione sociale diretta.
Più della metà delle persone intervistate ha ammesso di aver cercato di diminuire il tempo trascorso navigando in rete, indicando una crescente preoccupazione per le implicazioni negative di un uso eccessivo dei dispositivi digitali.
Tuttavia, un notevole 30,1% dei giovani ha riconosciuto la necessità di moderare la propria presenza online senza tuttavia adottare misure concrete per cambiare. Questo fenomeno può riflettere la sfida nel rompere abitudini consolidate, a fronte di una consapevolezza critica degli impatti negativi. D’altra parte, il 14,8% che non percepisce la necessità di limitare l’uso di internet potrebbe riflettere situazioni diverse, che spaziano da un’abile regolamentazione del proprio tempo digitale fino alla mancanza di consapevolezza riguardo ai potenziali rischi.
L’ostacolo formativo che si delinea a partire da queste osservazioni è duplice: è essenziale, da una parte, incrementare la consapevolezza riguardo all’influenza esercitata dai dispositivi digitali sul nostro quotidiano, e dall’altra, è cruciale offrire ai più giovani alternative valide al loro utilizzo. Si tende a presumere erroneamente che la Generazione Z abbia familiarità con esperienze non digitali che erano comuni per gli adulti durante la loro gioventù. In aggiunta, i giovani spesso incontrano ostacoli nel tentativo di distaccarsi, anche temporaneamente, dall’ambiente digitale. Questo è quanto sottolineato da Davide Dal Maso, fondatore di Social Warning e del Movimento Etico Digitale, riconosciuto da Forbes tra i cinque italiani under 30 di maggior impatto nel campo dell’Educazione e componente della Digital Skills and Jobs Coalition presso la Commissione Europea.
Dipendenza digitale, salute e benessere relazionale: il peso dei dispositivi
Risulta particolarmente significativo osservare che una larga maggioranza di giovani, precisamente il 60,8%, ammette che un impiego smodato dei dispositivi digitali possa avere ripercussioni negative tanto sulla salute mentale quanto su quella fisica. Tuttavia, quando si tratta di sentirsi dipendenti da questi dispositivi, il 27% non si percepisce come tale, mentre una porzione significativa riconosce una certa dipendenza che va da moderata a leggera.
La consapevolezza della dipendenza, anche se percepita a livelli bassi o moderati, è un segnale importante che può stimolare riflessioni e discussioni sulla gestione del tempo schermo. Inoltre, la maggioranza dei giovani non ritiene che l’uso dei dispositivi digitali influenzi negativamente la propria vita sociale e solo il 2% percepisce un impatto grave sulla propria vita sociale. Queste informazioni rivelano che una considerevole parte dei giovani confida nella propria capacità di equilibrare l’utilizzo delle tecnologie digitali con la vita sociale.
Nonostante ciò, il fatto che esista ancora una quota che percepisce effetti negativi sottolinea l’importanza di instaurare un dialogo aperto e di mettere in campo iniziative formative volte a incentivare un approccio consapevole all’uso dei dispositivi digitali. È dovere degli adulti incoraggiare i giovani a coltivare una consapevolezza critica riguardo al loro Benessere Digitale, per potenziare la loro resilienza sociale e migliorare il loro stato di benessere generale.
La voglia crescente di relazioni faccia a faccia e Digital Detox
I dati raccolti dalla ricerca condotta hanno aperto anche una finestra sul cuore pulsante della comunicazione giovanile, evidenziando un equilibrio quasi perfetto tra il tradizionale faccia a faccia e il mondo digitale dei social media.
Nonostante la diffusa popolarità dei social media, esiste una marcata predilezione tra i giovani per le interazioni dirette e personali, con un significativo 47,4% che favorisce questo genere di contatti. D’altro canto, una percentuale quasi identica, il 46,7%, manifesta una preferenza per i social media, valorizzando la comodità e l’ampia rete di connessioni che la tecnologia permette. Questo evidenzia l’intreccio e l’equilibrio tra le dimensioni digitale e fisica nelle relazioni quotidiane dei giovani. L’indagine porta alla luce anche riflessioni peculiari osservando gruppi minoritari: il 5% dei giovani che appare disinteressato alla comunicazione con altri potrebbe indicare diverse ragioni, dal potenziale sovraccarico di informazioni al desiderio di privacy o di momento per la riflessione personale. Il 2% che si affida esclusivamente ai social media per comunicare sottolinea un’ulteriore caratteristica dell’epoca digitale in cui viviamo, rivelando come alcune persone possano sentirsi più a proprio agio o ritenersi più efficaci esprimendosi in ambienti virtuali.
Risulta particolarmente significativa la propensione dei giovani a desiderare momenti di convivialità lontani dal web, evidenziata dal fatto che l’87,5% si dichiara pronto a trascorrere una settimana disconnessi da internet se in compagnia di amici. Al contrario, una piccola parte, il 12,5%, ammette di non essere in grado di fare una pausa dal digitale anche in situazioni sociali, evidenziando il ruolo cruciale che la connessione online gioca nella vita di alcuni individui. La diffusione di tali atteggiamenti sottolinea l’importanza di intensificare gli sforzi nell’educazione digitale, per insegnare un uso più consapevole e equilibrato della tecnologia. In questo contesto, viene menzionata l’iniziativa di una campagna volta a stimolare un equilibrio maggiore tra le diverse sfere della vita quotidiana, senza specificare direttamente i suoi promotori o le citazioni precedentemente riportate, puntando sull’importanza di un dialogo aperto sull’uso della tecnologia e sulle strategie per mitigare la sua pervasività.
I social più utilizzati dai giovani: una panoramica
I risultati dell’indagine hanno rivelato le preferenze attuali dei giovani riguardo l’utilizzo dei social network più diffusi. Instagram, con una percentuale del 76,9%, TikTok con il 67,3%, e YouTube con il 73,1%, si confermano come le piattaforme più frequentate dagli studenti italiani tra i 12 e i 18 anni, sottolineando una tendenza alla ricerca di spazi per l’espressione personale e il consumo di contenuti che supera la mera comunicazione verbale. WhatsApp si distingue per la sua funzionalità nell’ambito della comunicazione diretta e immediata, raggiungendo una notevole quota del 90,4% tra i giovani che lo adoperano quotidianamente per scambi interpersonali. Allo stesso tempo, l’uso di piattaforme come Discord, al 16,6%, Snapchat al 31,2%, e Telegram al 17,5%, riflette una tendenza verso ambienti più intimi e specializzati, nei quali le comunità basate su interessi comuni assumono un’importanza cruciale.
Twitch, con una quota del 15%, e X (precedentemente noto come Twitter), con il 9,8%, si distinguono per il loro approccio di nicchia, indicando la presenza di un pubblico mirato particolarmente attratto dai contenuti in diretta e dalle discussioni su argomenti di attualità.
Facebook registra un utilizzo del 7,5%, confermando il suo progressivo declino tra i giovani, i quali tendono a lasciare questa piattaforma, percepita come un ambiente più affine agli adulti. L’utilizzo marginale di LinkedIn, al 2,1%, si allinea alle aspettative, data la minore età degli intervistati e la natura prettamente professionale del social network. Nonostante ciò, la scarsa attenzione verso LinkedIn da parte dei giovani in età più avanzata si rivela un’opportunità non sfruttata: un utilizzo mirato e precoce di questa piattaforma potrebbe infatti rappresentare per i giovani italiani un importante trampolino di lancio nel mondo del lavoro, potenziando le loro opportunità sia sul piano nazionale che internazionale.
Il ruolo degli adulti nella gestione dell’uso dei dispositivi
Ma che ruolo hanno gli adulti nella gestione dell’uso dei dispositivi dei loro figli? Il 66,9% dei partecipanti a un recente studio non segue regole sull’uso dei social network, evidenziando un aumento di un punto percentuale rispetto all’anno precedente, mentre solo un terzo, il 33,1%, ha indicato l’esistenza di qualche forma di controllo. Queste regole di controllo si dividono in cinque grandi categorie: il 40% riguarda limiti sugli orari e la durata dell’uso dei dispositivi, il 25% si focalizza su restrizioni specifiche per certi social network o applicazioni come Instagram, TikTok, o WhatsApp. Circa il 15% delle norme è incentrato su questioni di privacy, sicurezza e contenuti appropriati, un altro 10% descrive il monitoraggio diretto dei dispositivi da parte dei genitori, usando strumenti di controllo parentale o verifiche periodiche delle attività online. Infine, un 10% delle regole enfatizza l’importanza di un utilizzo consapevole e responsabile dei dispositivi e dei social media, ad esempio non usarli durante i pasti o lo studio.
L’elevata percentuale di giovani che navigano in rete senza regole sottolinea l’urgente necessità di intraprendere nuove strade nell’educazione digitale, non solo rivolta ai giovani ma anche ai loro genitori, sostenendo l’importanza di un dialogo aperto e di modelli di comportamento credibili. L’approccio educativo non dovrebbe limitarsi alla mera imposizione di divieti, ma mirare a sviluppare una maggiore consapevolezza e responsabilità nell’uso del digitale. Affrontare questa sfida richiede la figura dell’adulto come modello di riferimento dialogante e affidabile, capace di guidare i giovani verso un rapporto equilibrato e consapevole con la tecnologia.
Conclusioni
In conclusione, i dati raccolti hanno messo in luce la complessità delle relazioni tra i giovani e la tecnologia, sottolineando l’importanza di promuovere un utilizzo consapevole e responsabile dei dispositivi digitali, nonché di favorire il mantenimento di un equilibrio tra vita digitale e offline.