L’Accademia delle arti e nuove tecnologie di Roma (AANT) ha ospitato di recente un workshop di 8 ore tenuto da Pier Luigi Capucci e Derrick de Kerckhove con l’obiettivo di mettere a confronto le idee di futuro proprie della generazione Z (gli studenti dell’Accademia) e quelle, invece, proposte da ChatGpt e Gemini.
La visione del futuro da parte dei giovani, da docente prima ancora che da ricercatrice, mi è sempre stata particolarmente a cuore. Ne ho scritto anche per Agendadigitale e parlato in un TedX nello stesso periodo.
La situazione da allora è parzialmente cambiata, ovviamente, soprattutto perché, nei mesi a venire, abbiamo dovuto affrontare una pandemia e almeno due guerre di portata internazionale, quindi, mentre il pessimismo permane e aumenta, a cambiare sono gli stati d’animo che esso genera: moltissima ansia e senso di fragilità in più, inevitabile difficoltà di gestione emotiva dei rapporti e della propria identità.
L’ansia dei giovani verso il futuro
Lo studio europeo “The Movers of Tomorrow” realizzato dalla Fondazione Allianz nel 2023 in collaborazione con l’Istituto SINUS, condotta su 10.000 giovani dai 18 ai 19 anni (312 domande e 2,6 milioni di risposte) svela, infatti, una visione dei giovani europei caratterizzata da un’ansia profonda. La maggior parte di loro si aspetta che la società diventi più ingiusta, insicura e divisa nei prossimi 10 anni. L’80% del campione si chiede apertamente se la loro generazione potrà mai avere figli, o se sia giusto averne. A tal proposito, secondo il rapporto Coop 2023, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani, il 51% dei giovani italiani tra i 20 e i 40 anni non vuole diventare genitore, mentre un ulteriore 28% lo vorrebbe, ma prevede che non sarà possibile.
I giovani italiani più sfiduciati di quelli europei
Se confrontiamo i risultati dei giovani italiani dello studio dell’Istituto SINUS rispetto ai coetanei europei notiamo che essi sono molto meno ottimisti sul proprio futuro (50% contro il 62% della media degli altri paesi), e sul futuro del proprio Paese (26% contro il 36%). I due terzi degli intervistati italiani vedono il loro Paese diviso e solo il 33% ha fiducia nel governo nazionale per quanto riguarda le questioni sociali e ambientali. In generale, emerge dalla ricerca una generazione che si sente parcheggiata, in sala d’attesa nei confronti del futuro, che vorrebbe impegnarsi per definirlo e che riconosce il proprio ruolo nel farlo, ma che non sente di avere gli strumenti adatti per poterlo fare, né economicamente, né politicamente, né socialmente.
Cinque parole centrali per il futuro: giovani e IA a confronto
Riflettendo su questi temi, seguendo la scia di un progetto nato nel 2012 “Fivewordsforthefuture” in cui, in un sito dedicato, il professor Capucci raccoglie una serie di interviste di 5 minuti ad artisti e studiosi sulla loro idea di futuro, durante il workshop di AANT, è stato chiesto agli studenti (oltre 70) divisi in gruppi, di fare lo stesso. Individuare, cioè, 5 parole ritenute centrali per il prossimo futuro e motivarle. Due gruppi hanno lavorato solo son l’IA e hanno restituito agli altri le 5 parole individuate e argomentate da ChatGpt e Gemini.
La metodologia seguita dagli studenti per la gestione dei gruppi è stata quella degli Atelier di intelligenza connettiva che il professor de Kerckhove gestisce ormai da molti anni in modo proficuo. Si tratta di laboratori collaborativi e competitivi insieme in cui, oltre alla parte di ricerca individuale e di gruppo, è prevista una parte di collaborazione tra i gruppi di lavoro durante la fase di lavoro, ai fini dell’esposizione dei risultati finali.
È stato interessante notare come la proiezione al futuro da parte delle “intelligenze umane” degli studenti di diverse discipline del design (comunicazione, interior, product, game, video) si sia soprattutto concentrata sulla ricerca di topic che prevedessero il loro ruolo personale nella gestione delle previsioni, mentre questo non sia avvenuto in nessun modo quando sono stata interpellate le intelligenze artificiali.
I temi indicati dai ragazzi
Temi come l’integrità, l’etica, l’interazione, la convergenza, la sinestesia, la formazione, l’empowerment rientrano appunto in questa dimensione che parte dal soggetto, dalle proprie potenzialità ed evoluzioni corporee per coinvolgere l’ambiente circostante in un’ottica di adattamento reciproco. I cambiamenti subiti dalla nostra dimensione corporea, sempre più estesa, portano i giovani a pensarsi sempre più aperti, e quindi sempre più inclusivi. Allo stesso modo concetti come la comunità e la gestione della dematerializzazione del sé. Anche queste rientrano nel desiderio, da parte dei giovani, di trovare un nuovo paradigma collaborativo, in vista di una identità in continuo mutamento e la cessione delle proprie esperienze individuali al servizio di espressioni sempre più collettive.
Le parole chiave indicate dalle IA
Una differenza sostanziale con le parole chiave indicate dalle intelligenze artificiali che, da un lato hanno ipotizzato dei campi di intervento legati al superamento delle limitazione delle risorse a cui il nostro pianeta va incontro, indicando ad esempio come centrali per il futuro la cosmocolonizzazione, la sostenibilità galattica, l’intelligenza interstellare e l’interconnessione quantità. Dall’altro non fanno che scattare una fotografia del presente senza comprendere come potrebbe evolvere, indicando temi come la sostenibilità, la personalizzazione e l’intelligenza, come temi che saranno sempre più indagati. Niente di nuovo, né di particolarmente interessante aggiungerei.
Due visioni opposte a confronto
Il futuro per i nostri studenti è distopico, ma non ci esclude come protagonisti del cambiamento, quindi è anche nostro amico; il futuro per dei sistemi basati su banche dati orientate al passato, è incerto ma da aggredire per non esserne esclusi, quindi è anche nostro nemico. Due visioni molto differenti e che tradiscono, a mio avviso, l’importanza del pensiero naturale e il coinvolgimento dell’esperienza (corporea e ambientale) per la sua formazione. Perché se è vero che in tema di previsioni, non ci può essere una unica via da seguire, personalmente, non ho nessun dubbio da quale parte stare.
Approfondimenti
Back to the future: i giovani visti da una Xennial | Gianna Angelini | TEDxMacerata, https://youtu.be/GeNriDEp9O0?si=3-IggFE1-SbEe