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Geopolitica del web: le nuove gerarchie del potere



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Internet influisce sull’equilibrio geopolitico globale, diventando un nuovo terreno di conquista. Le dinamiche della nuova era della geopolitica del web e le sfide che governi e attori politici devono affrontare. L’analisi di Antonio Deruda nel saggio “Geopolitica Digitale, la competizione globale per il controllo della Rete“

Pubblicato il 16 mag 2024

Antonio Deruda

Docente, analista e consulente, analista e consulente



geopolitica

Cloud, wireless, wi-fi. Quando pensiamo alla Rete ci immaginiamo un’entità eterea, onde che si trasmettono nello spazio, flussi di dati che viaggiano nei cieli. Non è così. Oltre il 95% delle comunicazioni online si muove attraverso un complesso sistema di cavi e di infrastrutture a essi collegate, come landing station, data center terrestri e sottomarini, ripetitori.

La Rete è molto più materiale di quello che immaginiamo, traccia rotte in fibra ottica sotto i mari, attribuisce valore strategico ai luoghi dove i cavi emergono, occupa spazi fisici con i suoi hub, ridefinisce le priorità di sicurezza nazionale, disegna le mappe di una vera e propria geopolitica digitale in grado di influenzare le scelte economiche e di politica estera degli Stati.

La geopolitica digitale: nuove rotte, nuovi attori

Il rapporto sempre più stretto fra tecnologie e politica ha trasformato questo sistema globale di Internet in uno scacchiere geopolitico nel quale ai tradizionali protagonisti – i governi – si sono affiancati nuovi attori capaci di condizionare le relazioni internazionali. Negli ultimi anni è stata demolita una delle caratteristiche distintive dello Stato moderno: il monopolio sulla sicurezza e sulla politica estera. Oggi la gestione di questi ambiti va inevitabilmente condivisa con le grandi aziende tecnologiche che dominano la Rete.

Accanto alla rappresentazione idealizzata di Internet come uno spazio universale e senza confini, si è affermata quella più realistica di un terreno di conquista dove governi e multinazionali piantano bandierine tramite la realizzazione e il controllo delle infrastrutture critiche per la trasmissione dei dati e dove si combattono nuovi conflitti ibridi sotto forma di attacchi cyber e sabotaggi di cavi.

Internet e infrastrutture critiche: un nuovo terreno di conquista

“Chi controlla i mari, controlla il mondo” è un vecchio adagio della geopolitica che possiamo oggi riconvertire in “Chi controlla Internet, controlla il mondo”. Una nuova competizione geopolitica dai contorni ancora in evoluzione, ma con una priorità molto chiara: primeggiare in un mondo dove la tecnologia determinerà sempre di più i rapporti di forza tra le nazioni.

La nuova geografia digitale modifica radicalmente quella tradizionale, mettendo in discussione i concetti cardine di centro e periferia. Oggi i gangli vitali dell’economia, della finanza e della politica mondiale risiedono in quei luoghi dove le connessioni sono più avanzate. Al contrario, diventano periferie quei territori che restano ai confini delle infrastrutture di Internet. La scelta su dove far passare un nuovo cavo sottomarino in fibra ottica o l’identificazione di un luogo dove costruire un’importante data center è una decisione strategica che può incidere sul futuro di intere aree del mondo. Popolazione, dimensione geografica, disponibilità di materie prime, potenza economica e apparati militari sono stati per secoli i fattori di forza principali delle potenze che si sono avvicendate nel panorama mondiale.

Geografia digitale e potere tecnologico: le nuove gerarchie del potere

Oggi si aggiunge un altro elemento: lo sviluppo tecnologico e digitale, che in pochi anni si è guadagnato un ruolo di rilievo nel determinare la nuova gerarchia del potere grazie a numeri in continua crescita. Secondo la Banca mondiale, l’economia digitale vale oltre il 15% dell’intero pil globale e negli ultimi quindici anni è cresciuta a un tasso due e volte mezzo superiore a quello del pil. Le persone connesse a Internet superano i 5 miliardi e in alcuni paesi la penetrazione della Rete è ormai al 99%.

Comprendere le dinamiche del potere tecnologico diventa per i governi fondamentale per ridefinire il proprio posizionamento internazionale, interloquire con i nuovi attori dell’innovazione e prepararsi ai conflitti ibridi che vedranno sempre di più la Rete protagonista.

Intelligenza artificiale, Internet of Things, supercomputer quantistici, 5G, realtà virtuale e metaverso sono alcune declinazioni dell’attuale fase di accelerazione tecnologica che sta rivoluzionando le nostre economie, le nostre società e le nostre vite. Ma sono anche gli elementi di una nuova geopolitica digitale fino a oggi caratterizzata dal monopolio americano e che sta lasciando il posto a un bipolarismo Stati Uniti-Cina destinato a dominare i prossimi decenni.

Il ruolo dei governi nella nuova era della geopolitica digitale

Porsi alla guida dei processi di innovazione e ridisegnare le mappe geografiche in una sorta di colonialismo 4.0 rientrano tra gli obiettivi primari delle strategie di lungo periodo delle due superpotenze. Entrambe hanno eletto lo spazio digitale come un nuovo campo di competizione tecnologica, geografica, economica e militare. Con la consapevolezza ben chiara che questi anni saranno decisivi per ridefinire gli assetti del futuro mondo iperconnesso.

Verso un futuro iperconnesso: le sfide della geopolitica digitale

La collocazione nello scacchiere globale di tutte le nazioni – Italia compresa – non può prescindere dalla consapevolezza che Internet e il controllo delle infrastrutture che ne sono alla base attraversano una fase di profonda evoluzione. Dopo terra, mare, cielo e spazio, oggi si è affermata una nuova dimensione geopolitica: la sfera digitale. E la competizione internazionale per il suo dominio è solo agli inizi.

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