L’evoluzione tecnologica in atto impatta in vari ambiti della nostra vita quotidiana, tra cui anche, inevitabilmente, quello delle successioni. Oggi il patrimonio di ognuno di noi non è composto solo da beni materiali e da preziosi, ma anche dai beni immateriali e da beni cosiddetti digitali.
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Eredità digitale: definizione e contesto normativo
Ciò significa che si sfumano i confini di ciò che ordinariamente si considera eredità da devolvere ai nostri cari, arrivando a comprendere, in aggiunta agli immobili, ai conti bancari, ai preziosi contenuti nelle cassette di sicurezza, anche i beni digitali. Esiste infatti una vera e propria eredità digitale composta da dati, account e contenuti social, blog e tanto altro di cui è necessario preoccuparsi per tempo, anche perché il quadro giuridico in materia continua ad essere incerto e in costante evoluzione.
In Italia, così come in Europa, non esiste una legislazione specifica relativa all’eredità digitale. È presente un regolamento europeo che riguarda la protezione dei dati personali (il Regolamento generale sulla protezione dei dati del 2016) che si applica a qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile, ma non è applicabile alle persone defunte e delega ai singoli Stati la possibilità di stabilire norme specifiche.
Inoltre bisogna considerare che spesso le società che danno accesso a servizi, spazi e piattaforme sulla rete internet hanno la propria sede al di fuori del territorio dello Stato e dell’Europa. Ciò significa che, in assenza di disposizioni relative all’eredità digitale, si rischia di incorrere in costose e imprevedibili controversie internazionali per potersi appropriare dei beni digitali del caro defunto.
Soluzioni offerte dalle piattaforme per la gestione dell’eredità digitale
In alcuni casi sono le piattaforme stesse a offrire soluzioni per gli account social delle persone decedute, che possono essere la cancellazione automatica (possibilità prevista da Facebook, Instagram, Linkedin, Google, Yahoo, Paypal e Netflix), la trasformazione del profilo di un caro defunto in un account commemorativo (Facebook, Instagram e Linkedin) o la designazione di un contatto erede (Apple). Ma come scegliere l’alternativa che si preferisce per i propri account? In che modo assicurarsi che vengano rispettate le proprie volontà e che determinati beni digitali entrino in possesso del soggetto che noi abbiamo a tal fine designato?
I diritti sui dati personali dopo la morte secondo il Codice privacy
Il nostro Codice privacy stabilisce che i diritti riferiti ai dati personali di persone decedute possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato, in qualità di suo mandatario o per ragioni familiari meritevoli di protezione.
Stabilisce anche che l’esercizio di tali diritti non è ammesso nei casi in cui l’interessato lo abbia espressamente vietato con dichiarazione scritta presentata al titolare del trattamento o a quest’ultimo comunicata.
Strumenti legali per la tutela dell’eredità digitale
In questo scenario due sono le possibilità suggerite dal Notariato: è possibile stipulare un contratto di mandato post mortem exequendum, fattispecie ammessa dal nostro ordinamento, con il quale designare una persona di fiducia per gestire, dopo il decesso, dati e risorse digitali con valore affettivo, familiare e morale ma anche economico; oppure si può designare direttamente il beneficiario di tali risorse digitali tramite testamento, che rimane sempre lo strumento più idoneo per assegnare ai propri cari sia beni materiali di valore economico che, appunto, beni digitali il cui valore è essenzialmente morale e affettivo ma può ben essere anche economico.
Nel primo caso, si affideranno a una persona di fiducia le credenziali, con istruzioni chiare su cosa fare in caso di decesso. Ma occorre fare attenzione: le password non sono beni, non fanno quindi parte dell’eredità digitale e affidarle a qualcuno non significa attribuire automaticamente a quella persona anche le risorse cui esse danno accesso. Inoltre è importante aggiornare le istruzioni date ogni volta che si cambiano le password; come accade sovente, infatti, il problema principale risiede proprio nel recupero delle credenziali, magari perse o non condivise per tempo dal de cuius, impedendo così l’accesso ai suoi dati.
Il testamento come strumento per designare i beneficiari dell’eredità digitale
Nel secondo caso, attraverso il testamento, si designa direttamente il beneficiario dell’eredità digitale, fornendogli altresì le istruzioni di accesso.
A questo punto è bene dare una definizione chiara di ciò che rientra nel perimetro dell’eredità digitale: per sua natura, si compone di entità eterogenee, sia patrimoniali (cioè suscettibili di valutazione economica) che non patrimoniali (rispondenti quindi a interessi individuali, morali, affettivi e familiari) molte delle quali, tuttavia, a contenuto ibrido o comunque non individuabile a priori.
Si tratta di un insieme di risorse offline e online, a prescindere dal supporto di memorizzazione fisico (come un pc o uno smartphone) o virtuale (ad esempio un cloud) di memorizzazione. Della prima categoria fanno parte i file, i software e i documenti informatici creati o acquistati dalla persona defunta, ma anche nomi a dominio associati a siti internet. Quando si parla di risorse online invece ci si riferisce a tutte quelle risorse che si vengono a creare attraverso i vari tipi di account, siano essi di posta elettronica, di social network, account di natura finanziaria, di e-commerce o di pagamento elettronico. Anche le criptovalute fanno parte dell’eredità digitale, data la loro natura di beni digitali con valore economico.
Dalla successione restano invece esclusi i beni piratati, i contenuti concessi in licenza per cui si paga un canone, gli account di firma elettronica e quelli di identità digitale. Neanche i conti online fanno parte dell’eredità digitale, essendo delle semplici estensioni dei conti reali che seguono le ordinarie regole della successione mortis causa.
Il ruolo del notariato nella gestione dell’eredità digitale
Vista la velocità con cui la nostra vita e il nostro patrimonio vanno digitalizzandosi sempre di più e la conseguente necessità di preoccuparsene, il Consiglio Nazionale del Notariato ha pubblicato sul sito notariato.it un decalogo aggiornato in materia di eredità digitale, con l’intento di informare e sensibilizzare i cittadini. Il vademecum tiene conto delle più recenti novità normative e costituisce, insieme alle linee guida dedicate alla categoria e allo Studio n. 1_2023 DI “Eredità digitale: inquadramento generale”, il bagaglio informativo necessario per approcciare la materia, in aggiornamento e sostituzione dei materiali diffusi già nel 2012.