I casi assange e gracis

Giornalismo indipendente o fake news? Quanto è difficile orientarsi nell’informazione online

Due storie molto diverse, quelle di Julian Assange e Matteo Gracis, ma che ci spingono a riflettere sulle contraddizioni, le manipolazioni e le insidie dell’informazione (e della disinformazione) online. Ecco perché

Pubblicato il 09 Set 2022

Massimo Borgobello

Avvocato a Udine, co-founder dello Studio Legale Associato BCBLaw, PHD e DPO Certificato 11697:2017

fake news

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha conferito una tessera onoraria a Julian Assange il 6 luglio 2022.

Difficilmente la tessera postuma conferita dall’Ordine italiano potrà cambiare il quadro giuridico alla base della condanna, ma il gesto pare comunque significativo.

Nel frattempo, però, Matteo Gracis, fondatore del sito d’informazione l’indipendente.online, il 26 luglio 2022 segnala, sulla propria pagina Facebook, di essere stato sottoposto a procedimento disciplinare proprio dall’ordine dei Giornalisti.

Due storie completamente diverse, così come quella di Google costretta in California a esibire documenti inerenti alla manipolazione del motore di ricerca tramite algoritmi, ma che ci permettono di riflettere sulle difficoltà di orientarsi nel mondo delle informazioni online e sui media tradizionali. Vediamo perché.

Disinformazione, ma cos’è esattamente? Strumenti, strategie, obiettivi

La tessera onoraria dell’Ordine dei giornalisti a Julian Assange

L’iniziativa, lodevole di assegnare una tessera onoraria dell’ordine a Julian Assange, secondo quanto si legge sul sito dell’ordine è finalizzata “a continuare a illuminare e tenere viva e vigile l’attenzione su un’oscura vicenda che coinvolge tutti coloro che hanno a cuore la democrazia, la verità e il diritto di informare correttamente”.

Le ragioni del conferimento della tessera onoraria sono, a detta del Consiglio Nazionale, da ricercare nel fatto che la vicenda di Julian Assange costituisce “un gravissimo attentato contro la libertà di informazione nel mondo, davanti al quale non si può tacere” (sito odg.com).

Non solo: secondo il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti “non è possibile ed è intollerabile trattare come un criminale, un giornalista che ha contribuito alla diffusione della verità, mettendo a disposizione dell’opinione pubblica informazioni senza scopo di lucro. Numerose sentenze della Corte Europea dei diritti dell’uomo hanno ribadito che la libertà non può subire restringimenti quando si esercita, per rendere noti alla comunità internazionale, non solo fatti di interesse pubblico ma crimini contro l’umanità”.

Uno degli elementi che hanno portato alla condanna di Assange, peraltro, era il fatto che non fosse iscritto ad alcun ordine dei giornalisti.

Il caso di Matteo Gracis

Veniamo ora alla vicenda di Matteo Gracis.

Questo il testo del post pubblicato sulla sua pagina Facebook: “Alcuni giorni fa ho inviato all’Ordine dei Giornalisti i chiarimenti che mi erano stati chiesti a fronte di alcune segnalazioni ricevute sul mio conto e che l’Ordine stesso aveva deciso di accogliere. Ora stanno valutando un’azione disciplinare nei miei confronti o magari anche l’espulsione. Nel frattempo, ho già preso una decisione a riguardo, indipendentemente da quanto mi verrà comunicato dall’Ordine. Renderò tutto pubblico al momento opportuno. Quello che posso dire ora è che quando presi questo tesserino, 14 anni fa, ero incredibilmente orgoglioso e onorato. Oggi quasi mi vergogno di far parte di questa categoria. E se posso ancora camminare a testa alta, essere fiero del mio lavoro e continuare a svolgerlo con grande passione, non è certo perché faccio parte di un ordine ma tutt’altro: è proprio perché ho sempre parlato e scritto senza filtri, senza interessi economici, senza padroni e senza timori. Ma soprattutto senza dover per forza di cose stare sempre all’interno di quegli odiosi confini dettati dal perbenismo, dall’omertà e da sto gran cazzo di politicamente corretto”.

Leggendo gli articoli pubblicati sull’indipendente.online, francamente, non pare di leggere notizie fale o manipolate.

Non sembra neanche che la testata abbia preso delle micidiali topiche come Open di Enrico Mentana o che il direttore responsabile abbia subito plurime condanne in sede penale per diffamazione come il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.

Gli Ordini professionali, che negli ultimi due anni hanno visto erodere ulteriormente la già scarsissima credibilità i cui godevano, dovrebbero valutare con attenzione la coerenza delle proprie scelte e delle proprie azioni.

Inaccessibili gli atti relativi alla gestione delle frontiere e dell’immigrazione

Sempre l’indipendente.online riporta, il 25 luglio 2022, la notizia dell’adozione, nel marzo 2022, di un decreto del ministro dell’interno che “sigilla” tutti gli atti relativi “attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale ed alle relazioni internazionali”.

La notizia è stata resa pubblica il 21 luglio 2022 da Altraeconomia, che si è vista rigettare l’istanza di accesso agli atti relativa alle spese sostenute per la fornitura di attrezzature e materiali alla Libia.

Di fatto, tutte le attività di Frontex e del Ministero dell’interno in materia di immigrazione via mare sono state secretate con atto amministrativo.

Dire che l’immigrazione sia un tema esplosivo, specie nel contesto della campagna elettorale, è un eufemismo; che vi sia un atto regolamentare che vieta il diritto di accesso (previsto per legge) è già una notizia…preoccupante.

Google condannata in California a esibire documenti sulla manipolazione algoritmica

Rumble, principale concorrente di Youtube, piattaforma di caricamento di contenuti video di proprietà di Google inc., ha ottenuto da una Corte federale della California una sentenza storica.

Google, infatti, è stata condannata all’esibizione di una vasta gamma di documenti inerenti alla manipolazione del motore di ricerca tramite algoritmi.

Rumble è una piattaforma che ha visto aumentare in modo significativo il proprio numero di utenti nel contesto delle elezioni presidenziali USA del 2020: in quel contesto, sono state moltissime le segnalazioni di censura di contenuti da parte delle Big Tech, soprattutto sul fronte dei sostenitori di Donald Trump.

Al di là del merito della vicenda elettorale, pare ormai assodato che strumenti di manipolazione dei contenuti social – da Cambridge Analytica alle polemiche sugli account falsi su Twitter e Facebook – siano impiegati massivamente nel contesto delle elezioni politiche, statunitensi e non.

Conclusioni

Giornalismo indipendente o fake news? Informazione mainstream o manipolazione di massa?

Questi sono solo due dei poli gravitazionali che scombussolano gli aghi delle bussole di chi cerca di orientarsi nel mondo delle informazioni online e sui media tradizionali.

Approfondimento, senso critico e tanto studio sono i soli centri gravitazionali permanenti che possono essere invocati in questo immenso mare.

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