Ero a conoscenza che a breve sarebbe uscita, da parte del MISE, la “Call per Esperti” per la “Istituzione di un Gruppo di alto livello per l’elaborazione della Strategia nazionale” dell’Intelligenza Artificiale.
Ho letto con trepidazione il documento “Avviso-manifestazione-interesse-ia-2018-ultima-versione.pdf” e mi sono bloccato a pagina 4, al paragrafo che ricordava che “Ai componenti del Gruppo non spetta alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza né rimborsi per spese di missione. Il Gruppo opera senza oneri a carico della finanza pubblica.”
Mi si sono accavallati i pensieri e sono balzati in primo piano alcuni noti incarichi assegnati a titolo gratuito: da Francesco Caio (Commissario Agid) a Diego Piacentini (Team Trasformazione Digitale); ho ripercorso i successi di quelle storie (!!!) e l’efficacia delle loro azioni (!!!).
Metrica economica e valorizzazione delle competenze
Ora, la metrica economica non è effettivamente l’unica e, a parer mio, neanche la più importante: da sempre sono un fan della valorizzazione delle competenze.
Da (ex) attivista del M5S ho sempre vissuto quella che viene chiamata la “Reciprocità Coraggiosa”: metti a disposizione (del Movimento) parte della tua vita, le tue competenze, a prescindere da cosa l’altra parte ti restituisca. Questa gratuità, nell’ottica di costruire insieme qualcosa, ha sempre pagato.
Questo è il motore che muove le mille idee che entrano in Rousseau e (alcune) si trasformano in Proposta di Legge e le mille iniziative che alimentano i MeetUp e i Gruppi di Lavoro.
Perchè un normale cittadino partecipa attivamente alla stesura di una proposta di legge discussa in Rete?
Perchè tiene alla cosa pubblica, al bene comune; è convinto che il suo piccolo contributo, insieme a quello di altri come lui, permetta il realizzarsi di un tassello del bene comune, proprio come lui vorrebbe.
Quindi, cos’è che mi ha bloccato nella lettura del documento?
Cosa c’è di differente in questo caso, allora?
Un obiettivo molto alto
Dalla sola lettura dei documenti della Call di ricerca dei 30 esperti, il MISE si è posto un obiettivo molto alto.
Creare un ecosistema di differenti stakeholder con i quali definire un Piano Strategico che vede l’Intelligenza Artificiale come tecnologia abilitante nel processo di Trasformazione Digitale, per arrivare infine all’impostazione di un nuovo Modello di Sviluppo Economico:
- dieci esponenti del mondo imprenditoriale o delle associazioni di categoria di riferimento che operano in ambito IA;
- dieci esponenti di organismi e centri di ricerca, del mondo accademico o think-tank;
- dieci esponenti delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dei consumatori o, in generale, della società civile.
Le regole di ingaggio
In un ecosistema devono essere chiare le regole di ingaggio, le relazioni tra le differenti realtà partecipanti e si deve creare un equilibrio tra domanda e offerta che renda tutti soddisfatti (win win) e motivati nel far parte di una rete complessa.
Deve essere chiaro il modello di Open Innovation sottostante e la Government dell’ecosistema creato.
Perchè io imprenditore decido di dedicare alla (altissima) causa tempo e denaro (treno, vitto e alloggio su Roma) per sei mesi?
Perchè io ricercatore, docente, sindacalista, libero professionista?
Se le regole di ingaggio non sono chiare, se il modello di Open Innovation e la Government non sono condivisi, si rischia di trovarsi seduti al tavolo chi ha più disponibilità economiche, chi ha più tempo da dedicare, chi ha una bassa motivazione ma gli hanno detto di andare in rappresentanza di …
Un po’ come avviene alle riunioni condominiali.
Inoltre, le competenze legate all’AI si trovano, con più probabilità, in StartUp (Innovative) o in realtà giovani che, con più probabilità, gravitano intorno agli incubatori certificati MISE, agli acceleratori d’impresa, agli Innovation Hub, ai Competence Center, alle Università … senza dimenticarsi dell’AgiD e delle competenze già presenti nei ministeri stessi.
Immaginate che compito arduo interpretare le tendenze di mercato, le evoluzioni tecnologiche e scientifiche e sintetizzarle in un Piano Strategico che permetta un nuovo Sviluppo Economico.
La Merkel ha chiamato, anni fa, Jeremy Rifkin per disegnare il Piano Industry 4.0; Piano Strategico reso poi operativo grazie a un tavolo congiunto dove erano sedute le grandi realtà tedesche della manifattura (Mercedes, BMW, Bosch, …).
Piano che prevedeva la re-ingegnerizzazione delle tre Infrastrutture (Comunicazioni, Energia e Trasporti), portanti di qualsiasi economia, con l’introduzione dell’IoT Internet of Things.
Obiettivi condivisi
Se immaginiamo di creare un Piano Strategico partecipato (questo è quello che ho capito dalla call), devono essere chiare le regole di ingaggio degli stakeholder e deve essere condiviso l’obiettivo. Immaginare che 30 esperti riescano gratuitamente (anzi sulle spese) nell’obiettivo è debole e poco credibile.
Chiudo immaginando una proposta rillanciando l’hashtag #iocosafarei
I 30 esperti devono presentare un Piano Operativo per:
- Progettare le regole per creare un ecosistema che includa le competenze, ovunque esse si trovino: liberi professionisti, imprenditori, incubatori certificati MISE, acceleratori d’impresa, Innovation Hub, Competence Center, Università, AgiD, Banche, Venture Capital, Associazioni di Categoria, …).
- Creato l’Ecosistema, farlo lavorare nella redazione del Piano Strategico.
- Sintetizzare il lavoro dell’ecosistema nel PSIA – Piano Strategico Intelligenza Artificiale definendone i tempi, le risorse, gli attori, le responsabilità affinchè porti lo Sviluppo Economico atteso.
Per tutte queste attività sono necessari non meno di 6 mesi di lavoro full time, opportunamente retribuito.
Per questo mi sono bloccato a pagina 4 …