Gli infermieri si sono ritagliati, con competenza e tenacia, il ruolo di “principale alleato del cittadino” anche in ambito digitale, dopo averlo conquistato “sul campo” già nel mondo reale, trattandosi di una delle professioni che quotidianamente entra di più in contatto con i pazienti e con le loro famiglie.
Facciamo allora un rapido excursus per capire come si è evoluta nel tempo la divulgazione delle tematiche sanitarie: dalla Tv ai social.
Coronavirus: la storia dell’infermiera che si commuove per la pizza (video)
Indice degli argomenti
Da Medicina 33 al “dottor Google”
In principio era Medicina 33. Il contenitore ideato da Luciano Onder (che ancora oggi viene definito sul sito della Rai come uno spazio dedicato alle “ultime notizie sulla divulgazione medica ed approfondimenti con interviste agli esperti del settore”) ha rappresentato il principale punto di riferimento giornaliero per comunicare novità in ambito sanitario e per proporre a un pubblico generalista consigli e prescrizioni su un corretto e sano stile di vita.
Poi sono arrivati gli inserti “Salute” dei principali quotidiani nazionali.
Quindi, ecco il web e il famigerato “dottor Google” , con i suoi pregi e i suoi difetti (anche lo storico medico di famiglia ne ha, del resto).
L’avanzata dei social, divenuti ormai il vero portale di ingresso al web contemporaneo, ha ulteriormente scardinato e destrutturato il settore della divulgazione sanitaria e scientifica.
Categorie di professionisti che mai erano stati interpellati dai media mainstream in passato hanno trovato – grazie a piccoli investimenti e tanta originalità – una propria strada per accreditarsi, ciascuno nel proprio campo, come affidabili creatori di contenuti, figure utili per “prendere di petto” argomenti anch’essi fino ad allora bistrattati da tv e giornali, che eppure incrociano le nostre vite molto più frequentemente di un trapianto di cornea o dell’innesto di un cuore artificiale, per i quali il medico specialista resta il dominus incontrastato e incontrastabile per dire “l’ultima parola”, qualsiasi sia il mezzo di comunicazione a disposizione.
Gli infermieri sui social, oltre la retorica
In particolare gli infermieri – dopo la retorica da Covid che li ha voluti angeli, eroi, soldati al fronte, sempre rappresentati con tute e maschere, o al massimo in un momento di relax improvvisato negli spogliatoi – hanno sempre più creduto in questa nuova modalità di interazione per porsi come mai era avvenuto prima nel ruolo di divulgatori, adottando (e questa è la principale novità) il punto di vista del paziente e del cittadino, ovvero di un utente che cerca sul web informazioni chiare, esaustive e verificate.
I numeri testimoniano che ci hanno visto giusto: c’erano e ci sono effettivamente tante domande senza risposta e manca talvolta l’approccio giusto, user friendly, per affrontare determinati temi di salute che toccano da vicino la popolazione.
La FNOPI, la Federazione nazionale che rappresenta gli oltre 460mila infermieri iscritti all’Albo, non ha mai sottovalutato questa tendenza e già dal 2020, in piena pandemia, ha iniziato a usare TikTok, che allora muoveva i primi passi in Italia, per proporre a una platea più giovane e meno ingessata dei contenuti di educazione sanitaria in modo leggero ma scientificamente validato.
Di cosa parlano gli infermieri sui social
Una scommessa prontamente valorizzata dall’associazione PA SOCIAL, alla quale l’Ordine degli infermieri ha aderito con entusiasmo. Uno dei video di esordio – un semplice filtro vero/falso applicato alle domande che nella primavera del 2020 tutti si facevano rispetto alle modalità di trasmissione di un coronavirus – totalizzò in pochi giorni 127mila visualizzazioni dal nulla. Da allora, gli iscritti alla FNOPI hanno dispensato con regolarità informazioni e indicazioni su argomenti sempre più specifici, che un professionista sanitario “maneggia” tutti i giorni: dalle malattie sessualmente trasmissibili alle scale di valutazione del dolore; da come riconoscere un infarto del miocardio alla spiegazione di cosa sia una emogasanalisi arteriosa e quando farla.
Anche quotidiani online tra i più letti in ambito sanitario, come Sanità Informazione, hanno esordito di recente con rubriche di educazione sanitaria interamente gestite da infermieri. È il caso di Salute in capsule.
Tornando ai social veri e propri, sono Instagram e TikTok le piattaforme più usate dei professionisti infermieri per interfacciarsi direttamente con i cittadini, che sembrano apprezzare.
Il profilo “Be_Nurse_”sta rapidamente crescendo e propone, con frequenza regolare, infografiche molto dettagliate e d’impatto, sulle materie più delicate oggetto della carriera universitaria in Scienze infermieristiche. Il motto della pagina è “l’informazione non è un’opzione” e si rivolge principalmente agli studenti alle prese con test di ammissione, esami e concorsi.
Discorso diverso per “Pillole.di.infermieristica” , community gestita dall’infermiere Mattia Romani che, con una certa disinvoltura anche su TikTok, “ci mette la faccia” e spiega a colleghi e a cittadini il significato preciso di termini tecnici, approfondendo con successive infografiche alcune patologie specifiche. Si va dalle semplici medicazioni ai farmaci antitumorali, con uno stile sempre diretto ed efficace.
C’è infine chi affianca all’attività social anche una specifica App, pensata apposta per avere a portata di smartphone tutte le informazioni necessarie per parlare in modo appropriato di questioni di salute. È il caso di “Nurselifeapp”, una vera e propria guida al mondo degli infermieri, come la definiscono i creatori stessi, che strizzano l’occhio anche al mercato internazionale e ai tanti professionisti sanitari che si confrontano con un’esperienza di lavoro all’estero.