AI conversazionali

Google Bard, cos’è e a cosa serve la nuova IA rivale di ChatGpt



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Google Bard fa leva sui grandi modelli linguistici di Big G per interagire con il web. È da considerare un rivale di GPT-4, modello che riesce a superare per capacità e prestazioni, e sta suscitando molta curiosità. Ci sono, tuttavia, delle differenze sostanziali tra Bard e il più noto e blasonato ChatGPT

Aggiornato il 5 giu 2023

Giuditta Mosca

Giornalista, esperta di tecnologia



google bard
(Immagine: https://blog.google)

C’è un nuovo astro nel firmamento delle AI conversazionali, che si arricchisce di Google Bard, un modello linguistico che ricalca le potenzialità offerte dai suoi simili, a cominciare dall’ormai sdoganato ChatGPT che, essendo integrato nel motore di ricerca Bing di Microsoft, si sta affermando nell’uso quotidiano.

La letteratura di settore parla di una guerra tra Google Bard e modelli simili, cosa questa che ha certamente un fondamento. Più probabilmente, però, si tratta di una lotta senza soluzione, perché i progressi compiuti da un’AI generativa contribuiranno in breve tempo a fare crescere le altre, in un perpetuo scambio di botta e risposta che contribuirà, nel complesso, a fare evolvere tutti gli strumenti conversazionali e generativi offerti dai diversi player.

Cos’è Google Bard

Google Bard è un modello linguistico basato su LaMDA e su PaLM2 che supera le capacità di GPT-4. Essendo stato rilasciato a marzo del 2023, è ancora nella sua fase beta ed è in grado di emulare la conversazione umana. Al pari di altre Intelligenze artificiali, Google Bard, è in grado di formulare risposte complete a domande specifiche, inventare storie, riassumere argomenti o di effettuare il debugging di porzioni di codice.

Si inserisce nella volontà di Google di comprendere in modo più preciso e immediato le intenzioni degli utenti.

Come funziona Google Bard

Il modello di Bard funziona attraverso il Machine Learning e, per riassumere il concetto in parole semplici, è addestrato con una grandissima quantità di dati ed esercita la capacità di creare contenuti sulla scorta delle informazioni che ha ricevuto durante l’addestramento, applicando principi di statistica: restituisce i risultati più plausibili in base alle informazioni in suo possesso.

Fonda la propria genesi su LaMDA, tecnologia che usa un’architettura di reti neurali transformer che lavorano su sequenze di input convertendoli in due sequenze distinte le quali, per semplificare l’intero processo, si occupano del testo e della posizione dei singoli termini dell’input in relazione alle altre parole.

Il modello transformer è usato anche da latri strumenti simili, è di fatto diventato uno standard.

Come provare Google Bard

Per provarlo occorre collegarsi all’apposito sito, autenticarsi con le proprie credenziali Google (quelle che vengono usate per accedere alla propria mailbox Gmail) ma, poiché Google Bard non è disponibile in Europa, occorre utilizzare una Vpn per poterne fare uso.

L’interfaccia grafica ricorda quella di ChatGPT ed è molto intuitiva: basta digitare una stringa di testo nell’apposito campo e premere l’icona Submit (Invia) posta subito a destra e attendere il risultato, che può essere raffinato cliccando sul bottone Update (aggiorna) che compare in alto.

A chi serve Google Bard

Ma a cosa serve o servirà Bard? Al momento Bard è soprattutto un assistente per le ricerche sul web ma va da sé che Google ha altre funzionalità nel mirino.

Restando nel vasto regno di Big G, sarà possibile demandare a Bard diversi compiti tra i quali la gestione e scrittura delle email, del calendario e di attività correlate o alla posizione dell’utente, agli eventi programmati, la generazione di documenti al verificarsi di condizioni preconfigurate e altri servizi ancora.

Google Bard negli smartphone

Nel futuro c’è anche Bard su smartphone. Oggi sappiamo che ChatGPT è già disponibile per i dispositivi iOS, per quelli con a bordo Android è necessario attendere, ma Bard è capitolo diverso, perché è prodotto dalla medesima azienda che sviluppa il sistema operativo per dispositivi mobili più diffuso al mondo.

Ciò fa pensare che verrà integrato in Android rendendo i dispositivi che lo eseguono sconvolgendo completamente il modo e gli ambiti in cui vengono usati gli smartphone, facendone una sorta di assistente universale in grado di schedulare compiti ripetitivi e interfacciarsi ai servizi forniti da Google e, in un secondo momento, anche a quelli erogati da terzi.

Al momento la community ha trovato nel codice qualche indizio di prossima integrazione nei Messaggi degli smarpthone Google Pixel.

Chi ha accesso a Google Bard

Nel caso dell’Europa per farne uso occorre un accorgimento, una Vpn come detto. L’azienda comunque ha comunicato che intende lanciare anche in Italia a breve non appena sistemate alcune questioni di policy e adeguamento regolatorio.

Vanno ovviamente fatti dei distinguo: per farne uso occorre essere maggiorenni ed essere intestatari diretti di un account Google. Questo significa che non si può accedere a Bard con un account gestito da un genitore, o chi ne fa le veci, o da un amministratore di Google Workspace.

Google Bard contro ChatGPT?

Infine, una partita da giocare sul mercato sarà probabilmente tra Bard e ChatGpt, che ha dietro gli investimenti miliardari di Microsoft (concorrente storico di Google). Ad oggi però il paragone non ha molto senso, soprattutto alla luce di due indici distinti. ChatPGT è molto più collaudato e il suo addestramento è svolto su una quantità di dati molto differente. ChatGPT ha già imparato a eludere contenuti potenzialmente offensivi, proprio perché apprende dai risultati già forniti agli utenti.

Oggi le risposte fornite da ChatGPT appaiono più complete e precise ma, dalla sua, Bard è molto più veloce tant’è che impiega pochissimi secondi per generare risposte anche particolarmente articolate.

Il confronto tra i due perde senso soprattutto in Italia, considerando che ChatGPT supporta il nostro idioma mentre Bard non lo riconosce (ancora).

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